Agenzia delle Entrate – Puglia: Quale Futuro per le Agenzie Fiscali? Comunicato

22 Gennaio 2013

Puglia: Quale Futuro per le Agenzie Fiscali? Comunicato

(Patrizia Tomaselli, Segretaria; Pino Tamma, Coord.Agenzie Fiscali)

 

 Lo avevamo previsto e adesso siamo convinti ancora di più, vale a dire dell’inutilità  delle incorporazioni dell’Agenzia del Territorio nell’ Agenzia delle Entrate e dei Monopoli nelle Dogane, così come previsto dal d.l. 95, art. 23 quater.
Eravamo certi che tale processo avrebbe compromesso tutti gli sforzi che le quattro Agenzie, sia a livello dirigenziale che esecutivo, avevano effettuato per combattere il malcostume fondamentale che pervade il paese: l’evasione e l’elusione fiscale, il vero male mai affrontato con reale e decisa volontà.
Avevamo più volte evidenziato che la riorganizzazione necessaria per dare carburante e avviare di nuovo la macchina  dovesse necessariamente passare attraverso un cambiamento sostanziale e dai tempi lunghi e che di fatto la decurtazione applicata agli organici della P.A, perpetrata dalla Spending review, riportata nella sua logica sulle Agenzie, le avrebbe snaturate e destrutturate, uno dei pochi contesti all’avanguardia, sia sotto l’aspetto organizzativo che gestionale.
E’ stato come mummificare la vitalità e le acquisite professionalità che i lavoratori delle Agenzie Fiscali hanno realizzato relativamente alla consapevolezza che il loro contributo potesse dare la svolta alla risoluzione di un  problema atavico.
Era fin troppo chiaro, ahinoi, che accorpare attività con funzioni completamente diverse tra loro, avrebbe comportato disorientamento e confusione fra i lavoratori.
Anche la politica, pur se ininterrottamente succube del governo dei tecnici, aveva capito che si trattava di un incredibile e rovinoso passo indietro di anni e che sarebbe stato meglio respingere l’assunzione del progetto del Ministro dell’Economia, votando all’unanimità in commissione finanze contro l’accorpamento delle Agenzie, definito da molti parlamentari un “macroscopico errore”.
Se anche la politica, in un unico e isolato momento di rispetto della propria dignità, ha girato le spalle al governo, i lavoratori hanno ingenuamente pensato che l’esecutivo si sarebbe ricreduto e avrebbe avviato una riflessione più realistica, insieme alle parti sociali e professionali.
Ma il governo, con sicumera intollerabile, ha di fatto non solo umiliato il parlamento, ma ha sconfessato ogni tentativo di obiettività, ponendo la fiducia al maxiemendamento alla delega fiscale.
Ora, trascorsi due mesi a raccogliere cocci, scopriamo che tutto è fermo, che nessuno risponde alle sollecitazioni, che i processi avviati sono fermi alle intenzioni…..che nessuno sa cosa fare…..che la lotta all’evasione è stata rimandata a data da destinarsi.
Che fine hanno fatto la Riforma del Catasto, l’Agenzia dei Giochi,ecc…?..
Sono state inserite in tutti i programmi, come questioni fondamentali, delle compagini elettorali e come tutti i programmi che i gruppi parlamentari propongono diventeranno merce da vendere durante la campagna elettorale e niente più……tutto come prima e peggio di prima.
L’unica direttiva concretizzatasi riguarda la chiusura di uffici periferici dell’Agenzia delle Entrate, uffici che rappresentavano veri e propri baluardi di democrazia e di prossimità all’utenza, imposta di imperio dalla Direzione centrale, anticipando di fatto la legge 135. Paradossalmente in controtendenza con quanto avvenuto qualche anno fa, quando la stessa Direzione aveva aperto nuovi uffici e investito notevoli risorse per la loro funzionalità, con l’approvazione e condivisione delle parti sociali.
In questo momento invece ci si affretta a chiuderli, spendendo denaro pubblico per riorganizzare le strutture territoriali….alla faccia della revisione di spesa.
Un fallimento che comincia ad avere le conseguenze più incredibili, vedi l’errore fatto dal ministro riguardo il comma 165, bloccato per aver dimenticato di considerare 1400 lavoratori del MEF,  transitati nei Monopoli, per cui la somma ripartita per quell’Agenzia non è congrua, pertanto sarà necessario emanare un altro decreto che vada a rettificare il precedente, che nel frattempo era stato registrato dagli organi competenti.
Dimenticanze a volte davvero surreali… basti pensare alla riforma delle pensioni del Ministro Fornero, che ha dimenticato 350.000 di cosiddetti esodati oppure alla Riforma del lavoro, che non ha creato lavoro e messo fuori dal mondo del lavoro migliaia di giovani precari, riforma lanciata come risolutiva del problema del lavoro per i giovani.
E che dire del cinismo dimostrato nei confronti della disabilità, tassando i cani delle persone affette da cecità e gli interpreti dei sordomuti, beni  essenziali che consentono ai diversamente abili di poter espletare funzioni fondamentali quali quella di poter vivere, di poter camminare e di poter sentire.
Dulcis in fundo, qual è il criterio che ha adottato il Direttore Centrale dell’Agenzia delle Entrate per bloccare l’inquadramento economico e l’erogazione degli arretrati derivanti dalla stessa progressione, previsto dall’accordo del 2010, dal momento che le graduatorie sono già state pubblicate il 29 dicembre 2012?
Forse si nutre qualche dubbio di dover rispondere ai lavoratori dell’Agenzia delle Entrate della bontà dell’accordo? Accordo che ha previsto solo un terzo di passaggi economici, con un 10% indicato dalla Direzione, invece che del 75% abbondante, concordato alle Agenzie del Territorio e delle Dogane.
Una diversità che ha lasciato alquanto interdetti e arrabbiati i lavoratori di quella Agenzia.
Un vero sfregio alle intelligenze di tutti, lavoratori ,utenti e persone di buon senso.
 

Bari, 22.01.2013
                                          


 
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