COMUNICATO
E’ passato molto tempo da quando abbiamo inoltrato al Capo di gabinetto e al Ministro Catania una nota con alcune osservazioni circa il personale in servizio presso gli uffici di diretta collaborazione. Una richiesta giustificata dal fatto che al personale di ruolo in servizio presso gli uffici di diretta collaborazione non spetta il pagamento del Fondo Unico ma la sola indennità di diretta collaborazione la quale, invece, viene spesso destinata, a nostro avviso ingiustamente, ad altro personale.
Abbiamo aspettato pazientemente una risposta dal Capo di gabinetto (al quale il Ministro ha delegato le relazioni sindacali) perché eravamo a conoscenza che gli uffici preposti stavano assemblando per il Capo di gabinetto tutte le informazioni necessarie per predisporre la risposta.
Ma la scorsa settimana, preso ormai atto dell’assenza di risposta abbiamo chiesto un confronto diretto con il Ministro che stavolta, inaspettatamente, ha acconsentito ed ha fissato l’incontro per il 9 gennaio, chiaramente alla presenza del Capo di Gabinetto.
Abbiamo affrontato il tema all’ordine del giorno e, di seguito, abbiamo sentito la necessità di affrontare, brevissimamente, un confronto su altri temi a nostro avviso inderogabili, come leggerete di seguito.
Sul personale degli uffici di diretta collaborazione…
E’ necessario premettere che dopo la nostra nota di osservazioni sull’applicazione del DPR 303/01 l’unica azione intrapresa dal Capo di Gabinetto aveva paradossalmente riguardato solo il trasferimento di 16 colleghi non inseriti nel Decreto di gabinetto, messi a disposizione del Direttore generale del personale, senza alcun preavviso formale né ai responsabili degli uffici né agli interessati e, soprattutto, senza alcuna preventiva valutazione degli effetti che tali trasferimenti avrebbero provocato alla funzionalità dei servizi.
Il Direttore del personale, a sua volta, ha posto tale personale in carico alla propria segreteria disponendo che essi dovessero però continuare a prestare servizio presso gli uffici di provenienza, cioè presso gli stessi uffici di gabinetto. Egli ha avuto, evidentemente più riguardo per la funzionalità degli uffici adottando però una decisione discutibile, all’insegna del “tutto cambi affinché nulla cambi”, evidentemente.
Questo personale si trova quindi trattato come fosse indesiderato, lasciato al proprio destino e senza più nessuna certezza sia per quanto riguarda la Valutazione della performance che lo straordinario da prestare. Chi valuta? Chi autorizza?
Nel corso dell’incontro abbiamo ribadito che:
1) il personale ministeriale assegnato agli uffici di che trattasi ha priorità a percepire la prevista indennità sul personale comandato o sui consulenti, che possono essere chiamati a prestare servizio in altra amministrazione solo ove si rilevasse la carenza di determinate professionalità.
2) l’ordine di servizio n. 42 del 29 novembre 2012, prot. 4386 del 3.12.2012 del Direttore del personale, con il quale il personale è stato riassegnato alla direzione generale degli affari generali, delle risorse umane e per i rapporti con le regioni e gli enti territoriali è privo di logicità amministrativa ed irrazionale per quanto riguarda l’attribuzione delle partite stipendiali ed i relativi costi che, in ogni caso, continuerebbero a gravare sui capitoli del CDR del Gabinetto del Ministro. In questo ambito dovrebbero essere meglio chiariti i controlli svolti dalla ragioneria ed il ruolo dell’ufficio centrale di bilancio del Mipaaf.
3) in realtà non vi è stata alcuna valutazione circa il supposto esubero di personale.
Il Ministro, preso atto delle azioni intraprese dal Capo di Gabinetto e del fatto che nessuna valutazione è stata effettuata sulle differenti tipologie di personale destinatarie delle somme previste dal decreto di gabinetto, conviene sulla necessità di rivedere sia nell’organizzazione che nel numero il personale in carico agli uffici di diretta collaborazione ma, considerata la complessità della razionalizzazione e riorganizzazione degli uffici coinvolti, ha ritenuto che il problema potrà trovare soluzione solo con la prossima legislatura.
Una scelta ed una assunzione di responsabilità da parte del Ministro di cui possiamo comprendere le ragioni (il decreto di gabinetto è stato firmato solo pochi giorni fa), ma che avrebbe meritato maggiore attenzione e soluzione in tempi rapidi.
Noi crediamo fermamente nel ruolo di mediazione del sindacato e, quindi, conveniamo sulla richiesta di non procedere ulteriormente se il segnale importante che oggi intendiamo inviare sarà colto dalla dirigenza di vertice della nostra amministrazione che dovrà aver cura di “contenere” le richieste del prossimo ministro e rivedere il ruolo delle differenti professionalità operanti negli uffici di gabinetto.
… ed inoltre, parlando degli scandali che hanno coinvolto il Mipaaf …
Prima di concludere l’incontro abbiamo colto l’occasione per rappresentare al Ministro il nostro profondo disappunto per non aver esplicitato quali adempimenti verranno messi in atto per evitare in futuro il ripetersi di episodi quali quelli che hanno coinvolto il Mipaaf, a tutela dell’Amministrazione pubblica e chi ogni giorno vi opera diligentemente ed onestamente.
… per arrivare alla riorganizzazione, ai tagli all’organico e all’annosa questione del personale precario.
Anche questa volta la riorganizzazione si sta attuando solo per l’esigenza di tagliare i costi ma senza alcuna garanzia sulla funzionalità. In più occasioni abbiamo dichiarato che è preferibile il taglio di alcuni uffici centrali dell’ICQRF (e quindi le duplicazioni di funzioni) piuttosto che ulteriori declassamenti o chiusure di uffici periferici. A chi fa notare che tale scelta renderebbe inutile il Dipartimento dell’ICQRF diciamo sinteticamente che l’ICQRF versa già in condizioni disastrate, svilito da incessanti quanto palesi dissidi tra i dirigenti di vertice: se di risparmio si deve parlare si cominci allora con le riduzioni di posti di dirigenza generale.
Conseguentemente, abbiamo ritenuto importante affrontare un tema sempre lasciato in secondo piano, chiedendo al Ministro per quale ragione, al momento dell’applicazione dei tagli del 10% alla dotazione organica previsti dal D.L. 95/12 non si sia pensato di chiedere una deroga specificando l’entità di personale precario massivamente impiegato nell’amministrazione centrale, ICQRF compreso: oggi, dopo che i tagli sono stati effettuati, non è più nemmeno possibile ipotizzare né stabilizzazioni né concorsi pubblici.
Il ministro, al riguardo, ritiene sia un’utopia pensare che tale deroga potesse essere accolta. Noi, dal canto nostro, pensiamo invece che avremmo fatto meglio a porre sul tavolo una questione reale, dichiarando finalmente la realtà operativa del Mipaaf e l’enorme numero di personale precario utilizzato per compiti ordinari, più o meno pari al numero di posti tagliati alla dotazione organica.
Il sindacato, purtroppo o per fortuna, non si misura solo per dimensione ma per grandezza delle idee che rappresentino degnamente gli interessi di chi lavora.
Roma 23 gennaio 2013
p. la FP Cgil Mipaaf
Savino Cicoria