Pa-Corte Conti: su corruzione giusto allarme, purtroppo inascoltato mettere questione morale al centro dell’agenda politica

18 Febbraio 2013

Pa-Corte Conti: su corruzione giusto allarme, purtroppo inascoltato mettere questione morale al centro dell'agenda politica

 
“L’allarme lanciato dalla Corte dei Conti non è inedito, ma nonostante tutto resta sacrosanto e tristemente attuale. Il Governo Monti ha infatti fallito sulla legge anticorruzione, producendo risultati modesti quando non dannosi, proprio in una fase in cui i pesantissimi tagli operati al sistema pubblico avrebbero dovuto indurre a una durissima lotta agli illeciti, a quelli commessi dalle funzioni politiche e dagli uomini dello Stato. Si è invece continuato a spennare il pollo lasciando troppo libere le mani dei ladri di galline, in questo caso galline dalle uova d’oro”, con queste parole Rossana Dettori, Segretaria Generale della Fp-Cgil Nazionale, commenta le dichiarazioni rilasciate dal Presidente della Corte dei Conti Luigi Giampaolino e dal Procuratore Generale Salvatore Nottola in occasione dell’inaugurazione dell’anno giudiziario.

“La campagna elettorale – continua la sindacalista – dovrebbe essere giocata su questi temi. I 60 miliardi di euro bruciati ogni anno dalla corruzione nelle pubbliche amministrazioni avrebbero dovuto essere al centro di un’operazione di spending review orientata a una lotta incisiva alle infiltrazioni, alle commistioni politiche, all’intreccio di interessi che attanaglia i nostri apparati pubblici. Si è puntato al breve periodo attraverso bruschi tagli lineari, senza allentare la morsa della politica, della cattiva economia e della criminalità organizzata sulle articolazioni dello Stato. La ‘questione morale’ è oggi più allarmante che mai”.

“Sul fronte della governance del nostro sistema pubblico, su nomine, appalti e forniture, nessun interesse è stato minimamente scalfito, mentre si è aumentato il carico fiscale sui cittadini ripagandoli con minori servizi e lasciando da parte la lotta all’evasione. Il prossimo Governo – conclude Dettori – dovrebbe occuparsi di questo: più regole, maggiore certezza delle pene, pene più severe e, soprattutto, una maggiore indipendenza dall’opprimente peso della politica”.
 
Roma, 5 febbraio 2013

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