INPS: Una non firma come atto di responsabilità verso i lavoratori e verso i cittadini

03 Aprile 2013

 
 

Una non firma come atto di responsabilità verso i lavoratori e verso i cittadini

    
Diventa sempre più difficile esprimere considerazioni sugli accordi degli ultimi anni, ma forse il miglior commento è quello che ogni lavoratore può fare rispondendo a semplici domande: negli ultimi 4 anni è migliorata la mia condizione lavorativa? Sono aumentate le mia prospettive di crescita professionale? Di quanto è aumentato il mio potere d’acquisto? E il mio stipendio nominale?
La FP CGIL ancora una volta è con i lavoratori a rispondere a queste domande e con alto senso di responsabilità a rappresentarne le esigenze sempre più urgenti a tutti i tavoli di contrattazione.
 
E’ questo il motivo per cui la FP CGIL non ha sottoscritto una bozza di contratto integrativo INPS 2012  che recepisce e applica al suo interno tutte le norme di una controriforma della Pubblica Amministrazione che ha affossato il Pubblico Impiego instillando nella società civile la pericolosa cultura dell’impiegato pubblico ‘inutile’ che merita solo di essere tagliato e messo “finalmente” a lavoro! ( L.133/2008 che tagli i fondi, L. 150/2009 che elimina il confronto, crea le fasce e impedisce qualsiasi forma di sviluppo tra le aree, L.122/2010 la cosiddetta norma cedolino che blocca le retribuzioni al 2010 e chissà fino a quando).
Questa visione e le norme che la realizzano sono sempre state avversate dalla CGIL che continuerà a battersi fino a che non si prenderà coscienza della necessità di una riforma costruttiva e non distruttiva della PA che parta proprio dallo smantellamento delle norme che oggi  ne impediscono l’operatività, annientano il servizio pubblico e mortificano la dignità dei suoi lavoratori.
 
Nel merito dell’accordo 2012 le cose da dire non sono poche, soprattutto considerando il fatto che si tratta di un accordo siglato ad anno già chiuso e a risultati già raggiunti.

–   si crea un’indennità specifica per gli ispettori che per il momento vale solo per quelli provenienti dall’INPS. Avevamo chiesto di utilizzare questa occasione almeno per omogeneizzare i trattamenti di quest’ultimi con quelli provenienti dall’ENPALS, ma l’Amministrazione ha preferito mancare questa opportunità di reale integrazione, per non parlare delle differenziazioni lasciate inalterate in ambito ispettori INPS;  
–   Si estende il tep e il sap, nella sola sezione INPS, al personale pervenuto dal 1 gennaio 2009 al 31 dicembre 2010. Non è una novità ma è  un effetto di dinamiche contrattuali ben definite nel corso degli anni.
 –  Dal 1/12/2012 ( quindi per un solo mese), per il personale delle aree A e B del nuovo INPS (circa 6000 colleghi) c’è la corresponsione di una maggiorazione dell’incentivo, legata al raggiungimento degli obiettivi individuali e collettivi, di 420 euro annui. Questa “elemosina”, da corrispondere a fine anno e solo se si è stati bravi, non risponde alla reale richiesta dei colleghi in area A e B, ossia il riconoscimento della professionalità acquisita e delle mansioni svolte.  Sull’integrativo 2012 non c’è traccia, invece,  di un loro percorso di crescita professionale. Avevamo chiesto di ragionare, in parallelo, su  bandi per le selezioni all’interno delle Aree che consentissero, in attesa dello sblocco  dei passaggi, di prevedere con certezza percorsi di sviluppo professionale.
 
 Inoltre, cosa gravissima, questa “gentile concessione” economica dell’Amministrazione, cosi come l’indennità specifica per la vigilanza, viene fatta senza alcuna risorsa aggiuntiva. In pratica si tratta di un autofinanziamento dal fondo, azione che appare un vero e proprio riciclaggio di denaro tra lavoratori.
 
 Si è, persa l’occasione di utilizzare i contratti del 2012 e i fondi 2012 per poter ragionare successivamente con maggiore tranquillità sul 2013 e sull’integrazione.
 
L’Amministrazione avrebbe dovuto  risolvere tutte quelle contraddizioni, comuni ai tre Enti,  legate al sistema retributivo, problematiche relative a processi di mobilità del personale proveniente da altre amministrazioni (ex insegnati, postali, ex Mef, ecc. ) e anche affrontare le anomalie causate dall’applicazione della L. 122  a causa della quale un passaggio a C1 diventa economicamente non conveniente.
 
Inoltre, in via pregiudiziale a qualsiasi discussione sul 2012, la FP CGIL aveva chiesto di dare un segnale chiaro alla quasi totalità delle lavoratrici e lavoratori con la riduzione immediata dei tassi su mutui e piccoli prestiti.  
 
Era questo un segnale reale della volontà dell’Amministrazione di dare risposte concrete e immediate alle difficoltà che stanno vivendo le lavoratrici e i lavoratori. Per quanto riguarda questa Organizzazione Sindacale, a differenza di chi ne ha fatto un cavallo “zoppo” di battaglia da abbandonare subito, la questione rimarrà prioritaria e derimente di ogni altra trattativa sulle condizioni di lavoro. 
 
Ma se l’ INPS non riesce neppure a decidere di ridurre di mezzo punto i tassi di interesse dei mutui dei suoi lavoratori, come farà a garantire il salario di produttività a tutti lavoratori che oggi sono in prima linea a tamponare i disservizi creati dai tagli decisi dal Governo e applicati in maniera superficiale dall’Amministrazione? 
 


L’altro accordo di programma, sottoscritto solo da CISL e UIL, è quello in materia di integrazione ai sensi dell’art. 21 del D.L.  201/2011.
La CGIL non è  disponibile a recepire,  sottoscrivendo  un accordo, proposte sull’integrazione dell’Amministrazione  che non hanno né testa né sostanza.
Mancano, infatti, il piano di sviluppo del nuovo Ente e le risorse economiche che dovrebbero sostenere la fase di integrazione.
Non è possibile sottoscrivere responsabilmente un accordo complessivo in materia di integrazione se non è chiaro dove e cosa comporterà questa integrazione da qui a due anni per il nuovo INPS.
Un accordo di programma serio in materia di integrazione deve chiarire necessariamente il futuro dei servizi che il nuovo Ente intende erogare  ai cittadini, nonché delineare una struttura organizzativa di pari dignità lavorativa ed economica.
 
L’Amministrazione deve dire come pensa  di ottenere deroghe alle attuali normative che consentano, ad esempio, di effettuare selezioni tra le aree o di reperire risorse aggiuntive per accompagnare il processo di integrazione, in mancanza di un progetto di sviluppo e ampliamento dei servizi scaturente dall’accorpamento di INPDAP e ENPALS
La sensazione che invece arriva dalle trattative al tavolo nazionale è  l’assenza di un piano di sviluppo  che possa, in realtà, corrispondere ad una volontà di ridimensionamento del nuovo INPS.
 
L’Accordo, inoltre, manca di sostanza ovvero di risorse economiche aggiuntive oltre al fatto che non c’è nemmeno la certezza di quelle attuali. Infatti l’Amministrazione si è rifiutata di sottoscrivere un accordo che faccia salve le risorse del fondo dalle norme previste dal DDL stabilità.
In pratica fino ad ottobre 150 milioni di euro del fondo integrativo sono a rischio.
 

A queste condizioni la CGIL non si è trovata nelle condizioni di poter firmare e si è riservata di verificare le reali intenzioni dell’Amministrazione circa l’integrazione a partire dall’imprescindibile presentazione del “Piano di Sviluppo” e dall’atteggiamento che a livello territoriale assumerà sui tavoli degli osservatori.
Per la CGIL gli osservatori rappresentano uno strumento paritetico idoneo anche alla modifica di quanto previsto dalla circolare 31 e non un mero tavolo informativo sullo stato dell’arte.
Sono i lavoratori che quotidianamente operano nelle sedi gli unici in grado di dare aiuti concreti per giungere alla creazione  di un ENTE  per  e dei  cittadini!
 
A breve la FPCGIL informerà i lavoratori sulle iniziative che intende mettere in campo per ottenere risposte concrete. 
 
Roma 03/04/2013       

                                   Il Coordinatore Nazionale FP CGIL INPS
                                                    Oreste Ciarrocchi
 

 
 
 
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