La scelta fatta ieri, 12 giugno, dal Sindaco di Parma e dalla sua Giunta Comunale, di provvedere unilateralmente con atto proprio, alla definizione del fondo dei dipendenti comunali per l’anno 2013, ed alla distribuzione delle risorse, la dice lunga sulla volontà tanto proclamata di confronto/mediazione e soprattutto trasparenza del Comune di Parma. Non a caso, nel medesimo giorno in cui il Sindaco decide di muoversi autonomamente (unico tra i capoluoghi di provincia in Regione), la Commissione Nazionale di Garanzia per gli scioperi invia un cartellino giallo al Comune di Parma, che lo scorso 3 giugno non si era presentato in Prefettura per l’esperimento del tentativo di conciliazione tra le parti, che avrebbe permesso di evitare lo sciopero della Polizia Municipale.
Il Sindaco infatti spiegava (con una missiva indirizzata al Prefetto) che l’organizzazione del lavoro è materia sottratta alla contrattazione collettiva e di esclusiva competenza dirigenziale.
Purtroppo per Lui, non è di questo parere il Presidente delle Commissione di Garanzia Nazionale per gli scioperi, che si spinge a scrivere che, se il fatto si dovesse ripetere, si vedrebbe costretto a sanzionare a norma di legge l’Amministrazione comunale.
La volontà del Sindaco di perseverare in un atteggiamento di conflitto e di non volere attribuire il giusto riconoscimento alla rappresentanza delle organizzazioni sindacali e delle RSU elette dai lavoratori è un dato oggettivo, che si sostanzia di un retorica stantia: nel momento in cui non si sa come motivare certe scelte si afferma che “i sindacati fanno politica”.
Il primo cittadino è stato legittimamente eletto dai parmigiani, ma questo non toglie che si debba confrontare con le organizzazioni sindacali e la RSU del Comune di Parma, e non per questo si debba sentire svilito o sminuito nel proprio ruolo, visto che è la legge che lo prevede. Il confronto viene definito in base alla legge sulla rappresentanza. In questa trattativa, a proposito di rappresentanza, non una della proposte fatte nell’ultimo incontro con la delegazione trattante di parte pubblica è stata accolta.
La strumentalità di questa Amministrazione sta nel fatto che per quei lavoratori che si ritengono utili, si trovano soluzioni anche di natura economica cospicue, talvolta anche al limite della legittimità, mentre per altri probabilmente non degni della stessa considerazione non ci sono le risorse. Correndo quindi il rischio di dover togliere il sorriso al Sindaco Pizzarotti, il problema della vertenza del Comune di Parma nei confronti dei dipendenti, non è tanto di avere più risorse, ma di avere certezze sui tempi, sui modi e sulla trasparenza nell’erogazione delle stesse.
L’atto unilaterale non risolve la questione, ma inasprisce gli animi e rende il Comune un luogo di malessere dove si lavora con insoddisfazione. Un tempo esisteva il Comune Amico, oggi invece sembra che ci sia un’Amministrazione nemica di tutti coloro che lavorano in Municipio.
FP CGIL, FP CISL, UIL FPL, DICCAP SULPM e RSU, dopo l’assemblea di tutti i lavoratori del Comune di Parma indetta per domani, venerdì 14 giugno, decideranno tutte le azioni da mettere in campo, ivi compreso un nuovo tentativo di conciliazione, questa volta con la speranza che l’Amministrazione non si sottragga al confronto e dimostri il rispetto dovuto per le istituzioni e le leggi di questo Paese, evitando di creare un danno economico al Comune che si potrebbe trovare altrimenti nelle condizioni di pagare una sanzione alla Commissione Nazionale di Garanzia per gli scioperi.
Tutto ciò con l’auspicio, come espresso Sauro Salati (FP CGIL) Annalisa Albertazzi (FP CISL), Carla Schiappa (UIL FPL) e Salvatore Mistretta (DICCAP SULPM), che i prossimi quattro anni di Giunta Pizzarotti non siano deludenti come questo.