MIBAC: Comunicato congiunto FP Campania e FP Nazionalel su Reggia Caserta

13 Giugno 2013

 
 
IL MINISTRO, LA SOPRINTENDENTE E LA REGGIA
 

  
 COMUNICATO – 13 giugno 2013
 

Abbiamo letto con un certo interesse l’intervista che la Soprintendente David ha rilasciato al Mattino, a seguito della visita “privata” che il Ministro ha fatto alla splendida Reggia di Caserta.
La situazione di questo importantissimo monumento è ormai è sotto gli occhi di tutta l’opinione pubblica: una storia lunga ormai di denunce pubbliche e di inchieste giornalistiche ne hanno certificato lo stato di degrado. Se ciò non bastasse ci sono i numeri a chiarire i termini della questione nel 1998 la Reggia era il terzo sito italiano più visitato con 1.076.000  visitatori, nel 2011 vi sono stati 570.000 visitatori e la posizione nella classifica dei siti più visitati registra un mediocre ottavo posto. Basterebbe questo dato da solo a far riflettere. Noi, per la verità, abbiamo tentato di avviare un confronto pubblico coinvolgendo le autorità locali e la dirigenza del MIBAC. Con un risultato assai deludente: la Soprintendente risentita per le critiche ricevute, le autorità locali in passeggera passerella. Lo abbiamo fatto consapevoli della necessità di avviare una riflessione a tutto tondo sulle concause che hanno determinato il progressivo declino di uno dei siti italiani più importanti. Nonché allo scopo di proporre un patto territoriale per lo sviluppo incentrato proprio sulla capacità di puntare sull’attrattività culturale del sito, coinvolgendo associazioni, cittadini, istituzioni in un progetto che aggredisca i fattori di degrado che si registrano all’interno ed all’esterno della Reggia. Di questo obiettivo  ne siamo ancora fermamente convinti, anche se, in quell’occasione e successivamente, abbiamo registrato, da parte dei soggetti interessati, una sorta di scarica barile che in questi giorni è deflagrato nelle polemiche astiose che hanno visto protagonista il Sindaco e, naturalmente, la Soprintendente.  La quale in questa intervista non fa altro che difendere a spada tratta il suo operato individuando le corporazioni che sono il freno ai suoi grandiosi progetti di rilancio. Tra queste corporazioni ci annovera di diritto, citando il fronte sindacale dissenziente come una “inedita alleanza CGIL UGL“, e magnificando il consenso del restante 90% di dipendenti entusiasti del suo stile di direzione.
Noi vogliamo rassicurare la dirigente: il patto non è inedito,  tant’è  che entrambe le organizzazioni sindacali aderiscono allo stato di agitazione nazionale proclamato contro il degrado progressivo che purtroppo si registra nella gestione dell’intero patrimonio culturale. Di converso ci pare irrispettoso verso le altre organizzazioni sindacali, visto che ne prefigura una alleanza, altrettanto “inedita”, con la naturale controparte.
La Soprintendente con l’elmetto non si ferma qui, e nell’articolo non si fa scrupolo di attaccare i lavoratori, privilegiati e protetti dal Ministero centrale di fronte ai suoi tentativi di sanzioni disciplinari. Il pretesto sono i parcheggi interni utilizzati pervicacemente dal personale interno (forse solo dal 10% di infedeli?) che rappresentano il potere corporativo così audacemente denunciato dalla nostra Soprintendente.
Quindi, a fronte dell’intervento del Ministro, che conseguentemente alla sua visita, ha convocato una riunione evidentemente per approfondire le problematiche della Reggia, la Soprintendente mette le mani avanti e, nella migliore tradizione burocratica italiana, si affanna ad additare colpevoli, il Sindacato, il Ministero della Difesa, il Sindaco, il Ministero Centrale, (manca solo il destino cinico e baro) contro cui la novella Don Chisciotte combatte inutilmente.
La riunione, dalle scarne notizie sortite sul suo esito, ha sostanzialmente affermato il principio di una azione congiunta interistituzionale a livello territoriale per avviare un progetto di rilancio della capacità attrattiva della Reggia. Vedremo, ma intanto registriamo, almeno dal punto di vista del metodo, una analogia con le nostre proposte rappresentate nel convegno di gennaio. Sebbene avremmo preferito un nostro coinvolgimento al tavolo ministeriale.
Da parte della Soprintendente, invece, si continua semplicemente a tentare di nascondere la polvere sotto il tappeto, di sfuggire alla proprie responsabilità. Da tempo chiediamo un intervento del Ministero che risolva un vulnus gestionale che sta producendo serissimi problemi alla gestione interna del personale e della attività e poco o nulla ha prodotto sul piano dei miglioramenti dei livelli di fruizione del sito.
Vorremmo chiedere pubblicamente al Soprintendente di rispondere alle questioni che da tempo poniamo e sulle quali non abbiamo mai ricevuto risposte.
Ad esempio sui criteri di distribuzione degli incarichi, ad esempio quelli definiti in relazione agli interventi finanziati con i venti milioni di euro dei fondi europei. Perché non rispetta le professionalità interne di cui tanto si vanta nelle pubbliche interviste?
Vorremmo sapere come vengono applicati i criteri di gestione del cosiddetto conto terzi, ovvero le prestazioni extra dei lavoratori retribuite dai concessionari in occasione di mostre ed eventi. Perché non applica i criteri definiti dagli accordi nazionali, perché non rende pubbliche le modalità di retribuzione di questi compensi, per quale motivo esclude ed include a proprio personale piacimento i lavoratori dalla partecipazione a queste attività?
E avremmo molto da dire sulla  gestione del salario accessorio, del tutta avulsa dalla corretta applicazione degli accordi nazionali.
Ancora: veramente si pensa di migliorare la fruizione della Reggia proponendo mostre in continuazione che comportano un aumento del biglietto di ingresso con i maggiori costi scaricati sui visitatori? Questa è la politica della valorizzazione? Cosa comporta in termini di aumento del flusso di visitatori e quanto in termini di agi per i concessionari?
E, in merito allo sbandierato ampliamento degli spazi espositivi come non rilevare la sottrazione continua di personale dal settore della vigilanza, su basi che non esitiamo a definire clientelari, e l’assegnazione esclusiva della vigilanza in quegli spazi di personale di supporto che dovrebbe essere utilizzato in altri compiti? Altro che divise, che peraltro dovrebbe fornire l’Amministrazione, il problema è una gestione particolare e personalistica che definisce entourage buoni o cattivi a seconda del livello di acquiescenza verso il dirigente! Con il risultato dei cicli di vigilanza lasciati a sé stessi e con l’impossibilità di garantire adeguati sistemi di protezione ai varchi.
E perché, da ultimo, chiudere il servizio di assistenza per la visita al Parco Reale ai disabili? Un fatto assai grave per l’evidente negazione del diritto all’accesso ai luoghi culturali ai cittadini più svantaggiati e per l’inesistenza di alcuna motivazione funzionale.  
Infine non possiamo non rilevare, e peraltro emerge evidente dalla famosa intervista, un astio verso le organizzazioni sindacali che viene rivolto in particolare verso le sigle ed i rappresentanti che più di altre hanno esercitato il proprio libero diritto di critica. Diritto verso il quale la Soprintendente ha dimostrato sempre chiari segni di insofferente autoritarismo, fatto che  rafforza sempre più la nostra convinzione sull’esigenza di un profondo cambiamento nel metodo di gestione del sito.
La medesima dirigente, nel corso del convegno sopra citato, ha avuto modo di esporre una teoria biologistica secondo cui la condizione del nostro patrimonio è dovuta all’analfabetismo strutturale del popolo italiano. Noi, che siamo per la teoria dell’evoluzione, riteniamo più concretamente che le responsabilità siano nelle politiche e nella qualità di certa classe dirigente.
Avremmo molto altro da aggiungere, ma ci riserviamo nelle sedi dovute ed in particolare riteniamo che il Ministro, che ha dimostrato lodevole intenzione di affrontare i problemi più volte denunciati da giornali e intellettuali, debba ascoltare anche i rappresentanti dei lavoratori, che avranno modo di chiarire, fatti alla mano, come la permanenza dell’architetto David alla guida di questa prestigiosa Soprintendenza non sia la soluzione più adatta per rilanciarne la tutela e la fruizione.
 

  Il  Segretario generale                        Il Coordinatore Nazionale MIBAC
    FP CGIL Campania                                            FP CGIL
         Antonio Crispi                                        Claudio Meloni
 

 
 
 
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