VVF – Governo non alzi età pensionabile per operatori di sicurezza e soccorso pubblico: comunicato stampa.

19 Giugno 2013

Governo non alzi età pensionabile per operatori di sicurezza e soccorso pubblico: comunicato stampa.

Comunicato stampa
Rossana Dettori, Segretaria Generale Fp-Cgil Nazionale
e Daniele Tissone, Segretario Generale Silp-Cgil Nazionale

 

Sicurezza: Governo non alzi età pensionabile per operatori di sicurezza e soccorso pubblico  tenere fede alla legge 183 del 2010 e riconoscere specificità al settore 
 
 
Roma, 18 giugno 2013

“Il Governo Letta commetterebbe un errore a intervenire sulle norme che disciplinano la previdenza nel comparto sicurezza-difesa e soccorso pubblico. Il personale è al limite, spesso costretto a lavorare in condizioni rese sempre più difficili dalla riduzione dei fondi. L’esecutivo dovrebbe ascoltare le ragioni delle organizzazioni sindacali”. Questo il contenuto di una nota congiunta di Rossana Dettori, Segretaria Generale Fp-Cgil Nazionale, e Daniele Tissone, Segretario Generale Silp-Cgil Nazionale.

“L’innalzamento dell’età pensionabile di poliziotti e vigili del fuoco previsto dalla controriforma Fornero – aggiungono i due Segretari Generali – oltre a non tener conto dell’invecchiamento dei nostri corpi, non produrrebbe i risparmi desiderati, inserendosi in un contesto in cui il blocco del turn over ha già causato una riduzione degli organici. Sottoporre il nostro sistema di sicurezza e soccorso a un ulteriore processo di invecchiamento, senza permettere un adeguato ricambio negli organici, vorrebbe dire comprometterne il buon funzionamento. Verrebbe inoltre contraddetta la legge 183 del 2010, che riconosce giustamente una particolare specificità ai lavoratori di questo comparto. Una specificità che va difesa”.

“Continuare a destinare agli operatori encomi e riconoscimenti non basta. Alle difficoltà imposte dall’austerità, agli scarsi strumenti di lavoro e ai turni sempre più massacranti, in questi anni si è sommata la beffa del mancato rinnovo dei contratti nazionali. Se questa ingiustizia dovesse essere messa in atto – concludono i due sindacalisti – la nostra risposta non potrà che essere la mobilitazione delle lavoratrici e dei lavoratori”.

 

 
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