MIBAC: Le misure anti corruzione e la rotazione degli incarichi dei funzionari – comunicato e volantino unitario sulle iniziative del 24 e del 28 giugno

21 Giugno 2013

 
 
Le misure anti corruzione e la rotazione degli incarichi dei funzionari
 

  
   Le misure anti corruzione e la rotazione degli incarichi dei funzionari
 

Care compagne e cari compagni,
 

Abbiamo letto con un certo interesse le nuove disposizioni ministeriali in materia di misure di prevenzione sui fenomeni di corruzione ed anche le conseguenti polemiche sui media.
Sia chiaro: a noi non interessa entrare nel merito di queste ultime, che appartengono alla legittima espressione della libertà di critica. Interessa piuttosto valutare l’impatto delle misure annunciate sulla regolamentazione del rapporto di lavoro del personale non dirigenziale che assume incarichi di responsabilità. E, da questo punto di vista, noi esprimiamo fermo dissenso sulla Circolare.
E il dissenso non è certo verso il principio di rotazione degli incarichi, che a nostro parere è un principio sano anche in relazione alla inguaribile tendenza che spesso si registra nel considerare l’incarico di direzione di un Museo o la responsabilità su un territorio come una condizione a prescindere, spesso anche indipendentemente dai risultati.
Quello che non ci convince di questa circolare sono tre aspetti:
il primo è in riferimento alla definizione del termine temporale dell’incarico. La posizione di responsabilità assunta da un funzionario non può essere assimilabile alle caratteristiche che uniformano il rapporto di lavoro dirigenziale. Questo sia per la natura delle responsabilità connesse all’incarico affidato, intrinsecamente soggetto al vincolo gerarchico rispetto alla responsabilità dirigenziale che per i livelli di retribuzione definiti contrattualmente, laddove la condizione retributiva della qualifica dirigenziale è direttamente rapportata alla natura manageriale del rapporto di lavoro e in base a questo determina significative differenze economiche. Il vincolo gerarchico presuppone la facoltà del dirigente di revoca o sostituzione in ogni momento del funzionario in relazione alla valutazione sull’efficacia dei risultati conseguenti all’incarico affidato mentre appare oggettivamente vessatorio proporre un meccanismo di definizione temporale di incarichi a funzionari che percepiscono per lo stesso 1700 euro al mese e nessuna retribuzione aggiuntiva riferita al grado di raggiungimento degli obiettivi.
Il secondo punto è che nessuna norma contrattuale assoggetta il rapporto di lavoro di dipendenti con qualifica non dirigenziale ad orizzonti temporali in riferimento agli incarichi assunti coerentemente con le previsioni dello specifico profilo professionale.
Da questo punto di vista noi avremmo sicuramente ritenuto più congrua una raccomandazione rivolta ai dirigenti con l’invito ad usare il criterio generale di rotazione degli incarichi. Fermo restando che, anche in questo contesto, assume valore prioritario la valutazione dell’operato del funzionario e che questa valutazione può comportare anche la permanenza pluriennale nello stesso compito di responsabilità laddove l’espletamento dello stesso si configura, sulla base dei risultati, come un sicuro argine rispetto ai fenomeni degenerativi che possono intaccare l’azione amministrativa.
L’ultimo aspetto che vogliamo sottolineare è in riferimento allo spirito della Circolare, che noi non dubitiamo essere improntato alle migliori intenzioni, ma che risulta limitativo e improprio nei soggetti destinatari ed in qualche misura mortificante delle professionalità coinvolte.
Questo perché al MIBAC è tuttora del tutto assente un sistema di controllo di gestione sull’efficacia della spesa e sul raggiungimento dei risultati da parte dei dirigenti. Che sono i veri titolari di centri di spesa.
Questo riguarda in generale la mancanza di una linea audit interna di controllo e più nello specifico i meccanismi di nomina dei dirigenti, contenuti nel DM 16 maggio 2003, che non assicurano trasparenza e garanzia di neutralità nell’assegnazione dei posti di funzione dirigenziale.
Abbiamo ricordato ieri al Segretario Generale l’incredibile situazione che registriamo tuttora nel Lazio, ove la Corte dei Conti, con ben due deliberazioni assai pesanti nei giudizi verso l’azione dell’Amministrazione, ha rigettato definitivamente le recenti nomine alla Paesaggistica Lazio e all’Etruria Meridionale. Ci si chiede: perché i due dirigenti, tra l’altro con una delega mortificante  data dal Direttore Regionale, continuano a rimanere di fatto in quei due posti di funzione? Lo diciamo anche a salvaguardia dei due dirigenti interessati, che hanno diritto ad avere una posizione dirigenziale riconosciuta e non un surrogato della stessa. Nel periodo delle nomine siamo usciti più volte con comunicati che denunciavano lo spoil system all’italiana contenuto in quei criteri di nomina che non hanno rispettato la graduatoria di merito e che registravano una difficoltà ad individuare i veri soggetti responsabili di queste nomine attraverso un giro che alla fine poneva in capo al Direttore regionale la quasi esclusiva discrezionalità di scelta. Criterio assai discutibile assai poco garantista proprio in relazione alle misure di prevenzione rispetto ai fenomeni degenerativi, come peraltro ha esplicitamente rilevato la stessa Corte dei Conti nelle sue deliberazioni.
Pertanto ci troviamo di fronte al classico peso e diverse misure. Su questo invitiamo i nostri interlocutori a riflettere, intanto rivedendo i contenuti di questa Circolare. In secondo luogo a noi appare prioritaria una revisione normative del DM 16 maggio 2003 e in terzo luogo sarebbe quanto mai opportuno che l’OIV, invece di trastullarsi su inutili sperimentazioni della pagellina ai dipendenti, strutturasse una linea di controllo valutativo sui risultati di gestione che introduca, appunto, la valutazione come elemento caratteristico della condizione dirigenziale. Un iter normativo e organizzativo del genere avrebbe impedito, ad esempio, che la Biblioteca dei Girolamini fosse affidata ad un ladro internazionale con una paginetta e mezza di curriculum scritto a mano ove venivano vantati titoli inesistenti.
 

Due notazioni  a margine  dell’incontro di ieri.
 

Intanto ringraziamo i lavoratori e i delegati della Soprintendenza Archeologica di Roma e la nostra struttura territoriale di Roma e del Lazio per l’impegno che ha consentito, insieme alle altre sigle, la riuscita della importante manifestazione di ieri al Colosseo.
Ma l’incontro con l’Amministrazione non è stato soddisfacente:
prendiamo atto degli impegni assunti e ne verificheremo nei prossimi giorni la rispondenza sui fatti. Anche se ci è parso un comportamento un po’ tardivo la decisione di incontrarci e la conseguente calendarizzazione dell’incontro con il Ministro. Al riguardo vogliamo specificare, in riferimento a quanto dichiarato dal sig. Capo di Gabinetto, che certo non esiste vincolo normativo che obbliga il Ministro ad incontrare i rappresentanti dei lavoratori  del Ministero, ma esiste un principio di responsabilità politica ed una sensibilità politica. Noi abbiamo chiesto un incontro per rappresentare al Ministro le problematiche su cui solo la politica può dare risposta e la chiusura del Colosseo di ieri rappresenta solo il segnale delle tensioni che si potrebbero riversare sui servizi in assenza di dialogo.

Quanto al merito sulle questioni vertenziali che abbiamo posto le risposte non ci soddisfano: i lavoratori devono avere al più presto il loro salario arretrato e non è possibile ogni volta rincorrere i tempi discrezionali che gli organi di controllo sovrapposti si prendono per registrare o meno i nostri accordi. Quanto alle progressioni economiche riteniamo inaccettabile la posticipazione della pubblicazione delle graduatorie a dicembre. I lavoratori aspettano da tre anni e non è possibile che ci sia un rinvio unicamente dovuto alla scarsa o nulla produttività di alcune commissioni regionali.
Per quanto riguarda i buoni pasto, ci è sembrato che, se fossero stati accolti i nostri suggerimenti datati, probabilmente non saremmo arrivati a settembre per averne la disponibilità.
Per questo, e non solo,  manteniamo lo stato di mobilitazione unitaria e le iniziative programmate.

E in allegato il volantino unitario sulle iniziative del 24 e del 28 giugno.
Infine ci sono state preannunciate delle misure favorevoli al MIBAC che dovrebbero essere contenute in un prossimo decreto legge governativo: le valuteremo una volta che ci saranno esplicitate. Ma, per essere chiari, non  basterà solo un minimo processo occupazionale, ancorché positivo, per risolvere le questioni che noi abbiamo rappresentato. Noi chiediamo semplicemente una norma che faccia rientrare il Mibac dai tagli esiziali della spending review: solo in tal modo è possibile ripensare strategicamente un progetto di riorganizzazione del Ministero, e non con le pezze a colori.
Roma, 21 giugno 2013
 
FP CGIL MIBAC

Claudio Meloni
 

 

 
 
 
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