Ai lavoratori della Giustizia
DAP, DOG, DGM
Loro Sedi
In premessa va evidenziato che per la stabilizzazione dei lavoratori in posizione di distacco, come previsto dall’accordo siglato si farà riferimento alle piante organiche di sede definite nell’anno 2004 e ancora indenni dagli avvenuti tagli alle risorse che di fatto incideranno notevolmente nella loro prossima ridefinizione, comportando una riduzione numerica di personale nelle specifiche sedi di servizio.
Ciò per evidenziare che il riferimento a dette piante organiche potrà garantire ad una buona parte di lavoratori la stabilizzazione della sede visto, altresì, che l’amministrazione sta provvedendo alla loro aggiornata riformulazione.
La dotazione organica nazionale ad oggi, senza che sia stata ancora applicato l’ultimo provvedimento normativo in materia di spending review dal quale il penitenziario non è stato escluso, è in grande sofferenza e a poco sono valsi i continui e pressanti interventi volti a chiederne l’esclusione in considerazione della peculiarità e della delicatezza del contesto che a causa della endemica carenza di organico rischia di vanificare il suo mandato istituzionale.
Nel corso degli anni nell’amministrazione penitenziaria si è fatto gran uso del cosiddetto “distacco”
( istituto non contemplato contrattualmente) motivato e disciplinato dalla norma pattizia (accordo nazionale di mobilità interna del personale del 2009 art. 14) piuttosto che da norma di legge
( esempio art.42 bis DL 151/2001).
Questione a parte, però, anche se integrante, rappresenta la mobilità temporanea ai sensi dell’art. 42 bis del DL151/2001 che ne sancisce normativamente la temporaneità , fino ai tre anni del bambino, ma non ne sancisce l’obbligatorietà motivo che ne ostacola non solo la concessione ma anche la proroga oltre i tre anni soprattutto se la stessa comporta all’amministrazione nocumento in termini di scopertura di sede o riduzione di organico. Motivazioni quest’ultime che nell’amministrazione penitenziaria sono molto frequenti vista la grave carenza di personale.
La reiterata richiesta di proroga anche “sine die” dei distacchi, ha di fatto annullato l’aspetto di temporaneità insito nel “distacco” e prevista dall’accordo motivo per il quale le sedi , soprattutto, quelle del nord si sono trovate nel tempo sguarnite di personale.
I processi di riqualificazione, prima quelli all’interno delle aree e successivamente quelli riguardanti il passaggio da un area all’altra, hanno consentito nel 2002 e successivamente nel 2008 di stabilizzare il personale che in posizione di distacco vi aveva partecipato.
Nel 2009, dopo anni dall’espletamento dei concorsi pubblici banditi per alcune professionalità, sono state avviate le procedure di assunzione di nuovo personale afferente alle professionalità di educatori , contabili, collaboratori amministrativi, procedure che hanno avviato un importante processo di mobilità con le modalità previste dall’accordo nazionale , ovvero l’ interpello, che ha consentito a molti lavoratori, con esclusione della professionalità di servizio sociale in quanto non vi erano nuove assunzioni, dopo anni , di raggiungere la sede di aspirazione.
Già lo scorso anno, in considerazione delle rimostranze dei provveditori regionali, dei dirigenti di istituto penitenziario e di UEPE nonché dei lavoratori stessi, che lamentavano una grave carenza di personale, l’amministrazione aveva avanzato l’intenzione di far rientrare tutti i distaccati nelle sedi di appartenenza. Intenzioni espresse anche questa volta rappresentando a sostegno che la situazione si é ulteriormente aggravata e che un provvedimento in tal senso sarebbe stato giustificato dai recenti provvedimenti normativi in materia di emergenza carceri e misure deflattive della pena nonché dalla costruzione di nuovi padiglioni carcerari piuttosto che dall’istituzione dei
circuiti carcerari che prevedono ovviamente la presenza di personale, contabili, tecnico amministrativo e professionalità del trattamento intra ed extramurario.
Ovviamente l’accordo siglato non è quello presentato dall’amministrazione, perché siamo stati in grado di apporvi numerose modifiche, né tanto meno é per noi esaltante in quanto avremmo preferito poter tutelare la mobilità dei lavoratori tramite interpelli trasparenti e costanti; tuttavia abbiamo ritenuto necessario porre rimedio ad una situazione che è stata creata dall’inerzia dell’amministrazione che non ha bandito interpelli come avrebbe dovuto e per evitare che venissero inopinatamente revocati i distacchi di quelle persone che oramai da tempo avevano stabilito la loro residenza in un luogo diverso da quello di assegnazione;
Inoltre l’accordo è la sintesi di un confronto tra le OO.SS. firmatarie al quale abbiamo contribuito proprio in considerazione della peculiarità delle condizioni dettate e della specificità del contesto lavorativo cercando di tutelare e garantire a più lavoratori con procedure trasparenti la possibilità di poter essere assegnati definitivamente nella sede ove sono distaccati.
Va comunque precisato che dalle procedure previste dall’accordo, che rappresenta una norma transitoria all’accordo nazionale e pertanto di valenza non permanente, sono esclusi quei lavoratori per i quali non sussistono i criteri previsti dall’accordo nazionale in materia di mobilità ovvero in primis i cinque anni di servizio.
Infine, riguardo l’applicazione della mobilità ai sensi dell’art. 42 bis del DL 151/2001 e la sua prevista temporaneità, abbiamo impegnato l’amministrazione ad aprire un confronto specifico rappresentando il diritto alla tutela della genitorialità e alla tutela del bambino di età inferiore ai tre anni, confronto che si terrà dopo la pausa estiva.
Roma, 28 giugno 2013
La Coordinatrice Nazionale DAP
Lina Lamonica