MIBAC – Comunicato su intervista Borletti Buitoni al Corriere

15 Luglio 2013

Comunicato su intervista Borletti Buitoni al Corriere

In questi giorni ne abbiamo visto delle belle, sui media. Una informazione spesso raffazzonata e non priva di sarcasmo culturale verso i “custodi”, dai più giudicati semplicemente dei guardiani e dai quali si sono pretese a gran voce le scuse ai turisti per le agitazioni dei giorni scorsi. Con l’aiutino interessato di qualche sindacalista in cerca d’autore e di facile visibilità.
Ma l’intervista che il Sottosegretario Borletti Buitoni ha dato oggi al Corriere, che ci ha perso ben tre colonne del suo prezioso spazio, sarebbe un pezzo da commedia dell’arte se non fosse così tragica la situazione.
La Sottosegretaria, già nota alle cronache per alcune incredibili affermazioni sul volontariato, con le quali ha debuttato nel suo prestigioso incarico, si lamenta in sostanza per la scarsa produttività degli uscieri che lavorano nella sede centrale del Mibac e propone di trasferirli in blocco al Museo di Palazzo Venezia, considerata la cronica carenza di personale di vigilanza.
Candidamente poi rimarca che qualcuno le ha risposto che “non sapeva quello che diceva”  e che “spostarli non si poteva per ragioni sindacali”, lasciando intendere che sono sempre i soliti resistenti sindacali che, oltre a contrastare il volontariato,  si affannano a tutelare gli sfaccendati (che sono tali loro malgrado, tiene a precisare con ineguagliabile bon ton). Persino il Ministro D’Alia è stato interpellato dal valoroso giornalista. Che piazza pure un po’ di colore al suo articolo, con la descrizione delle presunte attività sartoriali di alcune usciere (rigorosamente donne con l’esclusiva del rammendo).
Ma noi vogliamo rassicurare la Sottosegretaria, e anche il Corrierone: non sono problemi sindacali, è che proprio sono due qualifiche diverse e per fare la vigilanza occorre una preparazione specifica che gli uscieri non hanno. Dovrebbe saperlo, onorevole Borletti Buitoni, quali sono i compiti specifici della vigilanza e quale formazione è necessaria.
E non ci fermiamo qui: grazie alla manovra sulla spending review, voluta dal leader del partito nel quale milita la Sottosegretaria, noi registriamo 373 esuberi proprio nella prima area funzionale, quella in cui sono allocati gli uscieri, per intenderci. Ad esempio abbiamo  lavoratori della prima area assunti part time che, per effetto di questo esubero, non possono avere il full time. In numero superiore ai commessi del Ministero e ben contenti se qualcuno si decidesse a farli lavorare a tempo pieno. Questi esuberi invece adesso dovranno essere trattati con i prepensionamenti. La nostra proposta era ed è invece quella di far transitare 700 lavoratori di questa area idonei ad un corso concorso nella seconda area funzionale, quella ove sono allocati i profili della vigilanza e dell’accoglienza. Il tutto a costo zero, visto che il trattamento economico previsto per questi lavoratori, a seguito delle prossime, sospirate, progressioni economiche, sarà superiore rispetto a quanto percepisce un lavoratore della prima posizione economica della seconda area funzionale. Con tanto di formazione specifica per le nuove, delicate funzioni essenziali per i cicli di tutela e valorizzazione.
Come vede, cara Sottosegretaria, noi le proposte le abbiamo, addirittura non costano nulla e possono aiutare ad affrontare in maniera costruttiva  problemi che lei invece tende a ridurre ad una questione di uscieri sottoutilizzati, dando fiato ai peggiori istinti disinformativi, di cui questo articolo del Corriere è in tutto e per tutto pervaso.
 
Sig. Ministro, perché?
 
Cosa abbiamo fatto di male per meritarci questo? Parole in libertà e di una sconcertante superficialità che denigrano il Ministero. Ecco cosa pensiamo di queste dichiarazioni. La parte politica avrebbe prima l’obbligo di informarsi e poi di parlare.
Ha avuto modo, in questi giorni convulsi, di toccare con mano la dimensione della gravità dei problemi che deve affrontare, compresa la nostra legittima protesta su cui si è tentato una indecente strumentalizzazione. Con onestà intellettuale ne ha riconosciuto le ragioni e nel corso dell’incontro che abbiamo avuto è emersa dalle  sue   parole   una angosciata preoccupazione sulle sorti del nostro patrimonio culturale. Abbiamo insieme stabilito un percorso di confronto, un percorso che ha la nostra totale adesione e sul quale puntiamo molto per verificare le possibili soluzioni. Ed abbiamo scelto questo percorso sulla base di un esercizio di responsabilità, ciascuno per la sua parte. Ma dove l’esercizio della responsabilità politica ha un ruolo primario e deve essere esercitato con giusta misura e rispetto per la verità.
Ecco cosa ci aspettiamo, non certo di vedere i lavoratori del Ministero sbeffeggiati sui media con l’ausilio di chi invece li dovrebbe difendere.
 
                                                 Claudio Meloni
                                         Coordinamento Nazionale
                                                 FP CGIL Mibac


 
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