MIBACT: comunicato – Un manager a Pompei: ci risiamo

11 Novembre 2013

 
 
COMUNICATO – UN MANAGER A POMPEI: CI RISIAMO

E stato appena approvato il Decreto Valore Cultura e immediatamente sono scoppiate le polemiche sui criteri di nomina del Direttore Generale di progetto.
Sul “Mattino” è apparsa, assai sponsorizzata, la candidatura di un banchiere, Giuseppe Scognamiglio, vice presidente UNICREDIT.
Voi vi chiederete cosa c’entri un banchiere con Pompei, la stessa domanda ce la facciamo anche noi, ma questo è semplicemente la logica conseguenza della scelta di uno strumento commissariale, quale è la Direzione generale di progetto. I meccanismi sono sempre i soliti: si individuano sovrastrutture burocratiche che possono operare in deroga e intorno a questo si affannano i criteri di scelta del responsabile da parte della politica, con qualche “aiutino” da parte di media interessati.
Il Ministro Bray, nella riunione del 16 ottobre, ha difeso la scelta della Direzione generale di progetto motivandola con la necessità di dotarsi di strumenti idonei a garantire il pieno ed efficace utilizzo dei fondi europei nei termini previsti. Ovvero è prevalsa l’idea che solo con strumenti eccezionali si possa garantire il funzionamento, in questo caso la messa in sicurezza, di un sito tra i più prestigiosi a livello mondiale. Ragionamento che porta qualcuno dritto filato a pensare che un banchiere possa essere la soluzione più idonea per la cabina di comando.
Con tutto rispetto per l’onestà intellettuale del Ministro e per la supposta competenza del banchiere, proprio non ci siamo.
Ci auguriamo semplicemente che la vicenda di Pompei possa risparmiare a noi e all’opinione pubblica l’ennesimo balletto sul titanic, una ulteriore sperimentazione organizzativa con tanto di battaglia su chi dovrà gestire una nuova struttura tutta da inventare.
Noi abbiamo posto, già da molto tempo, un problema di riorganizzazione della Soprintendenza e da questo punto di vista abbiamo accolto con favore la sua ritrovata autonomia.
Ci ritroviamo invece una Soprintendenza allo stato emarginata da un progetto serio di lavoro su cui si inserisce una nuova struttura in un contesto in cui già operano diversi livelli istituzionali. Con il rischio concreto di causare solo sovrapposizioni burocratiche e ulteriori, inammissibili, ritardi.
Per questo noi pensiamo che una nomina del genere non possa che rispondere al principio della competenza specifica e speriamo vivamente che il Ministro sappia in ogni caso respingere pressioni finalizzate alla mera politicizzazione dell’operazione Grande Pompei.
Così come auspichiamo una dovuta riflessione sull’obbligo di superamento di questa logica dell’emergenza che tanti danni ha causato anche nel recente passato: Pompei non ha bisogno di  banchieri e nemmeno di commissari, ma solo di ritrovare la sua identità produttiva, il suo progetto di lavoro, investendo nell’occupazione qualificata e legando le sue prospettive di rilancio a quelle del territorio, finora del tutto estraniato dai possibili benefici che il livello di fruizione del sito potrebbe assicurare.
Roma, 11 novembre 2013
 
FP CGIL NAZIONALE
Claudio Meloni
 


 
 
 
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