MIBACT: Comunicati su blocco progressioni e decreto legge Franceschini, Polo Reale e Colosseo

22 Maggio 2014

 

News

 
Comunicato su blocco progressioni

 
                                OSTAGGIO DEI RAGIONIERI
 
E’ deflagrata ieri la notizia del blocco, da parte dell’Ufficio Centrale di Bilancio, della registrazione della graduatoria per le progressioni economiche. Una notizia rilanciata dai colleghi sindacalisti e che riguarda l’ennesima ingiustificata intrusione degli organi di controllo sugli accordi, le quote economiche, il loro utilizzo, i diritti dei lavoratori.
Abbiamo approfondito la questione, prima di dare informazioni, perchè ci sembra importante riportare la vicenda nei suoi termini reali proprio per dare il senso delle sconfinate ingiustizie, anche da punto di vista della legittimità formale, compiute sulla base di una presunta autoreferenzialità ed onnipotenza dei ragionieri.
Allora: l’UCB, insieme agli altri organi deputati al controllo ha regolarmente certificato l’accordo sulle progressioni economiche ed ha provveduto, legittimamente, ad accantonare queste somme sui capitoli stipendiali, e illegittimamente, a decurtare il FUA nel suo limite contabile. Quindi i soldi previsti per l’accordo sono stati regolarmente registrati e certificati e, di conseguenza, l’accordo che noi al tempo avevamo sottoscritto, è divenuto quello che i nostri fantasiosi burocrati definiscono “atto giuridicamente perfezionato”.  Quindi un impegno di spesa regolarmente iscritto al bilancio. Direte voi, allora dove sta il problema? Lo diciamo anche noi: dove sta il problema? Il problema sta tutto nei pensieri dei dirigenti dell’UCB, i quali, durante l’iter di registrazione, hanno la magnifica idea di chiedere, indovinate cosa? Un parere, manco a dirlo, all’Ispettorato Generale del Bilancio e all’Ispettorato Generale per gli ordinamenti del personale. Un parere incentrato sulla perplessità di un accordo sottoscritto nel 2011, e quindi rispetto alla sua valenza in relazione al blocco degli avanzamenti economici. E qui viene il primo sussulto: ma come, prima certificano l’accordo, impegnano le somme, le decurtano dal FUA, e al momento della liquidazione si fanno venire i dubbi? Dubbi peraltro senza alcun senso, in quanto l’accordo ha decorrenza 1 gennaio 2010 e quindi il blocco economico non c’entra nulla.
Tant’è che l’Ispettorato Bilancio ci risulta che abbia risposto che non esiste alcun problema contabile. Ma, sempre gli ineffabili dirigenti dell’UCB non registrano la graduatoria in quanto manca il parere dell’altro Ispettorato. Questo è il quadro nel quel purtroppo siamo costretti a muoverci: ostaggio delle paturnie ingiustificate degli organi di controllo. In queste ore sappiamo di un’attività frenetica del Ministero, che impegna il Ministro personalmente in persona, a risolvere il problema con le paturnie e garantire il cosiddetto perfezionamento dell’atto. Ci si chiede il motivo per il quale bisogna perdere tempo prezioso, noi, la nostra controparte, il Ministro stesso, per rincorrere atteggiamenti al limite estremo del burocratismo più deteriore e peraltro non giustificato da alcuna norma, ma solo da un comportamento ormai insopportabile.
Nella riunione di ieri abbiamo ritenuto, unitariamente, di consegnare la dichiarazione che vi alleghiamo, e che preannuncia nei prossimi giorni la proclamazione dello stato di agitazione nazionale e l’avvio conseguente delle iniziative di mobilitazione a livello nazionale se entro tempi brevissimi non verrà garantito lo sblocco di questa kafkiana situazione ed il pagamento del salario accessorio maturato a far data dal novembre 2013, anch’esso ancora imbrigliato nelle infinite procedure di registrazione di un accordo sottoscritto un mese e mezzo fa e sul quale sempre l’UCB non aveva rinunciato a far mancare il suo rilievo.  E avvisiamo che il MEF farà di nuovo parte dello scenario della protesta dei lavoratori, organizzando sit in nei quali inviteremo questo Ministero a svolgere correttamente i propri compiti, che non sono solo quelli di vessare i lavoratori. Ci auguriamo pertanto che il Ministro trovi al più presto la strada per ovviare a queste situazione e riteniamo che questa invasività degli organi di controllo contabile sia semplicemente conseguenza di norme sbagliate che hanno burocratizzato i controlli e reso ostaggio le amministrazioni che dovrebbero avere la capacità autonoma di gestire la propria spesa senza lacciuoli inutili ed invadenti  aventi la pretesa di dettare le linee di gestione economica alle amministrazioni controllate. Poiché la questione specifica è riportata nei famosi 44 punti delle lettera di Renzi ci auguriamo un’azione politica tesa a ripristinare i limiti del controllo contabile adottati all’epoca del concertatore Ciampi. 
 
Il diritto alla giusta retribuzione.
 Sempre nell’ottica del quadro vessatorio, abbiamo la situazione del personale vincitore del corso concorso interno, al quale non solo viene negato per legge il diritto alla retribuzione, ma addirittura viene negato il diritto al percepimento del salario accessorio commisurato alla posizione giuridica acquisita e  il nuovo livello di inquadramento giuridico non è riconosciuto nella busta paga, ove viene mantenuto il precedente. In sostanza è come se non si fosse fatto niente, Questi lavoratori rimangono funzionari di serie B, riproducendo quel quadro vessatorio accentuato anche in questo caso dai soliti comportamenti penalizzanti dei cosiddetti organi di controllo. Il 28 maggio questi lavoratori saranno protagonisti di un sit in davanti al Ministero per reclamare il giusto riconoscimento della loro dignità professionale.
Vogliamo specificare che noi stiamo attivamente collaborando per l’organizzazione del sit in, ma la manifestazione è e rimane dei lavoratori interessati e quindi invitiamo tutti i lavoratori,  indipendentemente dalla loro appartenenza, a partecipare.
 
Monitoraggio delle graduatorie degli idonei da parte della Funzione Pubblica.
 Abbiamo ricevuto ieri la risposta dell’Amministrazione, che vi alleghiamo,  alla nostra nota unitaria del 13 maggio scorso relativa al monitoraggio in atto della graduatorie degli idonei in applicazione della legge 125/2013. Nel merito della nota, pur apprezzando gli sforzi che l’amministrazione sta compiendo per dare una risposta alle legittime richieste dei lavoratori, anche tramite la promozione di iniziative normative specifiche, riteniamo che manca una valutazione sulla legittimità della circolare n.5 della Funzione Pubblica nella parte relativa al riconoscimento delle graduatorie dei corsi-concorsi interni. Questo, a nostro avviso, è un fattore indipendente dalla stessa modifica normativa e riguarda il fatto che nessun concorso interno di passaggio tra le aree può essere definito un concorso non pubblico e che pertanto l’interpretazione che il Dipartimento di FP propone è del tutto illegittima in ragione della giurisprudenza costituzionale sulla materia. Ci conforta peraltro il fatto che l’amministrazione abbia inviato la comunicazione relativa alla vigenza delle graduatorie; faremo noi, non appena si avrà riscontro a questa iniziativa, un approfondimento con i nostri uffici legali circa la possibilità di impugnazione della Circolare n.5/2013 e, al contempo, appoggeremo qualunque iniziativa visibile di carattere legislativo  tesa a modificare l’impianto della legge Brunetta. 
 
Roma, 22 maggio 2014 
 
Claudio Meloni
FPCGIL Nazionale MIBAC
 


Comunicato su Decreto Legge Franceschini, Polo Reale e Colosseo

  
Il Ministro ha presentato in questi giorni al Consiglio Superiore il suo primo provvedimento politico che individua le prime misure da adottare in relazione a vari punti programmatici che lo stesso Ministro aveva illustrato nel corso delle sue audizioni parlamentari. Quindi un decreto complesso che incide sia sulla struttura del Ministero che sulle politiche generali che si intendono adottare.
Nel merito del provvedimento riteniamo che lo stesso debba essere approfondito in molti punti, considerata la complessità dell’impatto delle norme sulle politiche generali, in particolare per quel che riguarda la definizione degli indirizzi strategici conseguenti all’accorpamento dell’ex Dipartimento del Turismo, la rivisitazione delle procedure previste dal Codice per i Beni culturali, la questione delle fondazioni lirico sinfoniche, le politiche di agevolazione fiscale per le erogazioni liberali ecc.  Approfondimento che ci riserviamo alla luce della pubblicazione definitiva del decreto stesso. In questa occasione ci limitiamo a rilevare alcune questioni di stretto interesse organizzativo che emergono dalla lettura del decreto:
–   la semplificazione delle procedure rispetto alle attività in corso a Pompei. In questo caso abbiamo una serie di deroghe al Codice degli appalti, che praticamente configurano una sorta di “commissariamento” , esattamente nei termini che abbiamo vissuto negli anni  scorsi, da parte della Direzione Generale di progetto. In sostanza la disposizione è dettata dalla fretta rispetto ai tempi previsti per l’impiego dei famosi 105 milioni di euro, con una conseguente vistosa marcia indietro rispetto alla somma di procedure messe in atto a partire dal protocollo di legalità. Fermo restando la nostra ferma contrarietà all’utilizzo di procedure straordinarie che nel recente passato tanti danni hanno fatto al sito, non possiamo non rilevare come la disposizione normativa nei fatti si mette alle spalle tutto il periodo pregresso constatando il fallimento del progetto organizzativo che incentrava l’intervento su Pompei sulla capacità di  spesa e sul controllo di legalità.  Come nella migliore tradizione italiana il fallimento di una modalità di intervento rispristina condizioni  emergenziali, in deroga alle normali procedure;
–   l’individuazione del segretario generale per la Reggia di Caserta. Anche in questo caso ci troviamo di fronta ad una scelta che contraddice palesemente quella effettuata solo pochi mesi fa con l’accorpamento di Caserta con il  Polo Museale napoletano. La previsione di questa figura, erroneamente scambiata per un manager dai media, che apparentemente ha un compito delimitato alla riorganizzazione degli spazi utilizzati da varie istituzioni pubbliche all’interno della  Reggia,  quindi dovrà affrontare la   spinosissima   questione  della    razionalizzazione degli spazi rispetto alla ridondante compresenza di più enti, certo pone il problema di una scelta organizzativa discutibile di accorpamento che, come avevamo più volte sottolineato, non  riconosceva la specificità dei problemi vissuti  a Caserta, certificati da un ulteriore grave calo dei visitatori registrato nell’anno passato. Vale a dire che la riorganizzazione del sito non può prescindere dalla risoluzione dei suoi  pesanti  problemi di gestione, aggravati da gestioni dirigenziali a dir poco fallimentari e dalla progressiva caduta della capacità recettiva del territorio. Peraltro, a fronte di un calo forte di visitatori, notiamo con preoccupazione che prosegue imperterrita una politica gestionale  che sottrae personale alle funzioni di vigilanza in barba ad ogni disposizione sia del codice civile che ministeriale. Un vero e proprio comportamento irresponsabile per il quale chiederemo conto a chi lo attua;
–   disposizioni per il personale e sulla riorganizzazione del ministero. Il provvedimento prevede, in un passaggio ancora da definire compiutamente, la possibilità di attivare la mobilità di lavoratori provenienti  da altri enti pubblici. Sul punto non possiamo esimerci dall’esprimere forti perplessità. In sostanza si riconosce la necessità di incrementare il personale,  ma, in presenza del blocco del turn over, si ricorre all’unico strumento teoricamente utile, ovvero la mobilità prevista dalla legge sulla spending review. Non è così, intanto perchè ci  pare oggettivamente difficile reperire all’interno di altre amministrazioni le professionalità tipiche del ministero, secondariamente   perchè   occorrerebbe prioritariamente valutare le condizioni professionali del personale interno e dare in risposte in questo senso, in particolare al personale idoneo alle progressioni interne, oltre che naturalmente, attivare pubblici concorsi che consentano l’immissione di giovani  nel ministero. Sappiamo benissimo che le nuove assunzioni sono oggi vietate dalla norma, ma, come ci insegna lo stesso decreto legge, le norme inefficaci si cambiano, e noi ribadiamo che va rivisto il taglio all’organico che, non producendo alcun vantaggio economico, impedisce   semplicemente    al ministero di programmare correttamente il proprio fabbisogno professionale ed i conseguenti processi occupazionali. Per quanto riguarda l’apparato abbiamo invece la ricomprensione di alcune misure già previste nel DPCM di riorganizzazione (a proposito, che fine ha fatto?) e la previsione di istituzione di ulteriori autonomie in siti di particolare importanza. Una sorta di autonomia semplificata rispetto a quelle esistenti. Che sia questo il preludio  ai  famosi  manager?
 
Conciliazione sul Polo Reale di Torino.
 Si è svolta ieri la riunione nazionale sul caso Polo Reale, che ci vede contrapposti alla Direzione Regionale in un conflitto che ha portato i nostri territoriali ad indire unitariamente lo sciopero del personale. Nel corso della riunione sono emerse forti e chiare le ragioni dei lavoratori: siamo in presenza di un progetto la cui natura non corrisponde ad un processo di riorganizzazione classicamente intesa, bensì ad una scelta fatta dalla locale Direzione regionale che a noi pare in tutto e per tutto un commissariamento. Abbiamo dimostrato in tutti i modi come la natura di questa operazione abbia prodotto un accentramento oggettivo di competenze gestionali in capo al Direttore regionale ed al cosiddetto ufficio unico  del Polo. E abbiamo chiarito, dati alla mano, come la decisione di individuare una bigliettazione esclusivamente unica per l’intero circuito del Polo abbia comportato una diminuzione, in base alle statistiche ufficiali, di  ben 67.000 visitatori circa nel 2013 rispetto ai flussi 2012.  Le nostre richieste sono state altrettanto chiare: noi vogliamo il ripristino delle regole, e pertanto la sospensione degli effetti del D.D. che istituisce il Polo. Inoltre abbiamo chiesto che il progetto di costituzione del Polo  Reale, verso cui non non abbiamo alcuna contrarietà se non rispetto alle forme  con cui si è realizzato,  segua un percorso   di riorganizzazione che  preveda    titolarità specifiche, che non possono essere certo quelle del Direttore regionale, ed un percorso normativo chiaro e riconosciuto. Sulla vicenda lavoreremo nei prossimi giorni, insieme ai nostri responsabili territoriali, ad un documento che ci proporrà l’amministrazione e che discuteremo ed eventualmente approveremo nella riunione che abbiamo concordato  per il 5 di giugno. Nelle more, abbiamo concordato insieme di sospendere iniziative unilaterali, entrambe le parti.
 
Caso Colosseo.
 Abbiamo avuto ieri la relazione del Segretario Generale arch. Recchia sulle linee di intervento per integrare il personale ormai allo stremo del Colosseo e del Palatino. L’arch. Recchia ci ha illustrato un percorso che dovrebbe valutare nell’ordine:
–    la possibilità di rotazione incentivata tra il  personale della Soprintendenza;
–    la possibilità di ricorso alla mobilità su base volontarie ed incentivata del personale della regione per garantire la copertura dei siti nei periodi di picco (ovvero sempre) ed allo stesso tempo consentire ai lavoratori addetti la fruizione degli istituti contrattuali come le ferie ed i permessi;
–    un interpello su base nazionale, nel quale ricomprendere anche il personale con il vincolo quinquennale, per il distacco temporaneo dello stesso presso i siti interessati;
–    la possibilità di assunzione tramite ALES.
A fronte di questa griglia di opzioni noi abbiamo dichiarato la nostra disponibilità al loro approfondimento in un percorso negoziale, ribadendo però la necessità di trovare al più presto soluzioni che consentano l’integrazione immediata di  personale, almeno dieci unità per sito. Su questo l’Amministrazione si è impegnata a fornirci un riscontro nella riunione programmata per il 5 giugno. Vedremo. Noi abbiamo chiarito che in assenza di  risposte immediate non accetteremo certo la reiterazione delle situazioni vissute in occasione della notte dei musei e ci attrezzeremo anche di fronte ai tentativi di aggressione a mezzo stampa. Sappiamo bene che la situazione del Colosseo riflette, in tutto ed in parte la situazione nel territorio e che la questione va affrontata complessivamente anche in riferimento ad altri siti che, a causa  della particolare incidenza dei flussi di visitatori,  si trovano in una situazione del tutto analoga. Anche su questo saremo chiamati a fare le nostre riflessioni e proposte.
 
Infine, per questioni di lunghezza rinviamo ad un prossimo comunicato le valutazioni sull’incontro tenuto sulle relazioni sindacali, su cui peraltro c’è molto poco da dire, vista la scarsità e la povertà di quanto ci hanno proposto. Mentre sulle questioni economiche legate all’accordo sui progetti locali 2014 e al piano annuale delle aperture finanziato dal capitolo 1321 ci siamo riconvocati  per la prossima settimana, sperando di riuscire anche a fare l’accordo sull’elevazione al 50% delle turnazioni  festive, accordo senza il quale, lo ricordiamo soprattutto ai dirigenti periferici , non vi è copertura economica al superamento del 30%.  Con buona pace del DG Guarany,  nella speranza che intenda far prevalere il buon senso e non le considerazioni errate dei sempre più mitici controllori dell’UCB.
 
 Roma, 22 maggio 2014 
 
Claudio Meloni
FPCGIL Nazionale MIBAC
 

 
 
 
 

 
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