Qualche giorno fa la S.V. attraverso un proprio comunicato, pubblicato nella pagina intranet dell’Istituto, ha segnalato “anomalie” nella valutazione del personale.
Dopo aver illustrato le irregolarità riscontrate (l’attribuzione del 100/100 “pressoché a tutto il personale dell’ufficio se non, addirittura, di intere sedi”), la S.V. ha invitato, caldamente e fermamente, i valutatori a svolgere nuovamente l’attività di valutazione, attribuendo, come previsto dal Decreto Presidenziale 53/2011 e dalle circolari attuative, il punteggio massimo a non più di un terzo del personale entro il termine di 15 giorni.
La nuova valutazione “in pejus” sarebbe un elemento imprescindibile al fine di distribuire il premio di produttività individuale. In altri termini, qualora non si ottemperasse a questo obbligo, sarebbe impossibile per l’Amministrazione erogare i premi di produttività individuale, stante l’oggettiva difficoltà (a parità di punteggio ottenuto) ad individuare il destinatario dell’emolumento.
Fin qui i fatti. Ci preme – ora – formulare qualche spunto di riflessione da condividere con Lei e, ovviamente, anche con tutti i nostri colleghi.
Che vi siano delle “singolarità” nella valutazione del personale e degli scostamenti dal sistema di valutazione previsto dal Decreto Presidenziale e attuato dalle circolari applicative, è un dato incontrovertibile.
Che sia importante garantire eguaglianza di trattamento ai colleghi appartenenti a tutti gli aggregati/uffici è un principio basilare.
Che ci sembra oltremodo facile dire “noi l’avevamo detto”; infatti durante le trattative sul fua, ci siamo impuntati proprio sul problema relativo al 30%, gravemente ingiusto e discriminatorio, in quanto si tratta di un principio che esclude a priori il 70% del personale, ancorché meritevole, dal premio individuale.
E’ tuttavia fondamentale ed imprescindibile il diritto dei lavoratori a non “subire” la modifica della scheda di valutazione personale in via retroattiva, atteso che l’intero procedimento sotteso alla consegna della citata scheda si è già concluso (ci preme, inoltre, ricordare che l’apporto del valutato al procedimento valutativo è pressoché nullo).
La suddetta variazione, necessariamente deteriore rispetto al punteggio già ottenuto, comporterebbe per il lavoratore una modifica della sua situazione giuridica soggettiva nei confronti del datore di lavoro. Tale modifica, verrebbe attuata unilateralmente dal valutatore e non è giustificabile – retroattivamente – nemmeno con la segnalazione (pur proveniente dal Segretario Generale) di accertate anomalie nell’attuazione della procedura valutativa.
Come si sia giunti a questa situazione è ben noto a tutti: il ritardo accumulato negli ultimi anni nella distribuzione della retribuzione accessoria e la Sua encomiabile corsa contro il tempo per contrattare e poi liquidare in un anno ben tre annualità del FUA; gli avvicendamenti fisiologici dei vertici istituzionali; le modifiche normative e i consequenziali adeguamenti normativi a livello istituzionale…
Riteniamo che abbia influito, anche se solo in parte residuale, l’infelice congiuntura socio-economica in cui versa il nostro Paese: croniche carenze di organico in molti Uffici decentrati; difficoltà a realizzare le progressioni orizzontali di tutto il personale per mancanza di fondi, nuove e sempre più tecniche e frammentarie funzioni attribuite alla Corte dal Legislatore….
A nostro parere, tuttavia, il vero problema è legato proprio al sistema di valutazione in senso stretto.
Pensare, solo per fare alcuni esempi, che il singolo Dirigente – pur coadiuvato dai Funzionari Preposti – possa avere diretta conoscenza di tutti i “valutati” degli aggregati/uffici Regionali non è realistico. Il legare imprescindibilmente la premialità ad una valutazione che resta – sotto molti profili – soggettiva, è risultato controproducente tanto in sede centrale quanto nelle sedi regionali. L’attesa e sana competitività che la premialità individuale avrebbe dovuto portare con sé, ha dato luogo solo a tensioni nocive tra i colleghi e difficoltà nella valutazione ad opera dei vertici istituzionali e dirigenziali.
Da lungo tempo abbiamo evidenziato la necessità valorizzare la produttività collettiva, più tipica di un’Amministrazione di rilievo costituzionale, altamente specializzata sotto il profilo giuridico-contabile e dotata di ampi margini di autonomia.
Per quanto concerne quella individuale diamo disponibilità sin d’ora a redigere un nuovo sistema più consono alle esigenze della produttività ed al mandato e alla struttura della corte dei conti.
Alla luce di quanto da noi espresso Le chiediamo un confronto urgente che, facendo tesoro dell’esperienza sin qui fatta in tema di valutazione, possa dar luogo ad un sistema maggiormente rispondente alle esigenze dei lavoratori e della Parte Pubblica.
la Delegazione Nazionale Trattante FP CGIL della Corte dei conti