SI AVVIANO I CONFRONTI SUI DECRETI APPLICATIVI DEL DPCM, CHIARIMENTI SUI PROGETTI LOCALI 2014 E SITUAZIONE DEI COMANDATI
Si è tenuta ieri la prima riunione nazionale dopo la pausa estiva, riunione che arriva al termine del faticoso iter del DPCM, il quale solo nei giorni scorsi è stato firmato dal Presidente Renzi, in questo caso assai poco veloce, e adesso prosegue il suo iter di registrazione presso la Corte dei Conti. Pertanto vi inviamo in allegato quella che dovrebbe essere la versione definitiva del DPCM, al netto di eventuali osservazioni da parte della Corte dei Conti.
Si apre adesso la delicatissima fase dei decreti applicativi, nel cui ambito trovano cittadinanza tutte le questioni che riguardano il personale, a partire dalla definizione degli organici a livello nazionale e periferico, dall’individuazione degli uffici che avranno il dirigente e dalla regolamentazione delle nuove autonomie declarate all’interno del disegno di riforma organizzativa. Un processo che ci vedrà affrontare e tentare di dare una risoluzione a tutte le problematiche spinose che affliggono i lavoratori: distacchi, passaggi orizzontali, comandi, la questione degli scorrimenti degli idonei ai passaggi tra le aree e la questione del mancato pagamento delle differenze stipendiali ai lavoratori vincitori del passaggio tra le aree. Tutte questioni che hanno grande rilevanza e che abbiamo chiesto di affrontare complessivamente.
L’incontro di ieri è servito a stabilire una road map, ci siamo dati 15 giorni di tempo per produrre le nostre osservazioni e proposte e procedere successivamente a confronti di tipo tematico derivanti dalle problematiche sopra elencate, nel cui ambito occorrerà verificare eventuali rischi di mobilità dei lavoratori derivanti dai processi di accorpamento e scorporo previsti. Da parte del Capo di Gabinetto è stata data ampia garanzia sulla volontà di confronto e ci è stato preannunciato un incontro con il Ministro sulla materia della riorganizzazione. Noi riteniamo positiva questa disponibilità e ci apprestiamo a questo confronto consci della sua importanza in rapporto alla complessità dei nodi organizzativi che il disegno di riordino comporta. Su tutti questi passaggi sarete opportunamente e puntualmente informati.
Relativamente alla questione della mancata registrazione dei progetti locali 2014 nella riunione di ieri sono emerse due questioni:
la prima è relativa al fatto che il parere del MEF è sbagliato clamorosamente. I progetti locali 2014 sono stati finanziati con le somme FUA 2014 ancora non impegnate e con le economie derivanti dal FUA 2013, ovvero con i soldi assegnati nell’ambito delle quote previste dal FUA e non spesi interamente. Il MEF ha confuso queste economie con i residui, ovvero con le quote FUA 2013 residue che erano state già impegnate per i progetti locali 2013. Facendo questo hanno del tutto ignorato la relazione dell’UCB, per una volta corretta, oltre a fare un errore assolutamente imperdonabile nel confondere due concetti contabili assolutamente diversi. Ma questi sono tempi bui se anche il MEF dimostra di perdere le competenze minime, i fondamentali.
E sono tempi ancor più bui, considerata la posizione che ha assunto la Funzione Pubblica con le sue osservazioni ideologiche secondo cui la nostra prerogativa su questi accordi si limiterebbe alla mera informazione. Anche in questo caso siamo ai fondamentali: per poter spendere le risorse del FUA occorre un accordo vincolante tra le parti, e l’accordo è un vero e proprio contratto ai sensi del codice civile. Quindi ci domandiamo in quale contesto normativo un contratto si fa senza l’accordo tra le parti e un contratto si fa senza contrattazione. Nemmeno la normativa brunetta si era spinta a tanto, ma notiamo che l’attuale gestione politica non ci offre condizioni diverse, se non peggiorative, altro che riforma della PA, siamo in mano ai soliti burocrati che nemmeno si rendono conto che, così facendo, affossano proprio la tanto decantata produttività.
Come se ne esce?
Dal punto di vista contabile l’Amministrazione ci ha rassicurato sulla celere revisione in atto del parere del MEF, affidata, nientepopodimenoche, all’Ispettore Capo dell’IGOP e il DG ha espresso ragionevoli certezze che, una volta superato l’ostacolo IGOP, anche la Funzione Pubblica certificherà l’accordo.
Noi, che viviamo nel dubbio, abbiamo semplicemente fatto presente che mai accetteremo l’impostazione della Funzione Pubblica, che valuteremo l’esito di questa vicenda ai fini del prosieguo degli accordi sulla valorizzazione e che la questione è politica e riguarda l’interdizione costante su accordi che stanno consentendo la fruizione del patrimonio culturale e dalla efficienza produttiva indiscutibile. Che ci pare una della questioni su cui il Governo, per dirla alla maniera rude del premier veloce di piede ma non di penna, si sta giocando la faccia.
Contestualmente abbiamo reiterato la richiesta di una sessione negoziale specifica sulla contabilità del fondo e sulla verifica sui progetti di valorizzazione, visto che non ci risulta che i prolungamenti di orario abbiano riscosso particolare favore tra i visitatori e che alcuni progetti stentano a decollare per via delle basse retribuzioni previste. Poichè ci risulta che esistono altre risorse derivanti, con buona pace del MEF, dalle economie dal Fua 2013 e dai progetti di apertura straordinaria finanziati col Fua 2014, riteniamo urgente ed opportuna una loro quantificazione ai fini di una integrazione del compenso per alcuni progetti (Archeologia, Restauro e patrimonio nascosto, compresi i progetti locali 2014, ed un opportuno ampliamento dei numeri per la domenica di carta.
Infine la questione dei comandati: ci è stata presentata una bozza di bando di mobilità volontaria per il personale in comando appartenente ai comparti assoggettati al blocco del turn over (Ministeri, Enti Pubblici non economici, Ricerca, ecc). Successivamente sarà predisposto un bando per il personale proveniente dai comparti scuola e sanità.
Noi abbiamo ribadito la necessità preliminare di trattare questa materia in modo complessivo e coordinato con le altre, in modo da evitare tensioni e disagi tra i lavoratori. Nel merito del bando noi non riteniamo di accettare una impostazione che considera gli ingressi nel MIBACT come prima assunzione, non riconoscendo di conseguenza il portato economico maturato dagli stessi alle dipendenza della pubblica amministrazione. Questa impostazione rischia di creare un precedente pericoloso rispetto alle gestione di tutta la materia della mobilità in applicazione del D.L. 90 ed in conseguenza della spending review, considerato che la legge propone l’attivazione di processi di mobilità generali. Non definire correttamente i parametri economico normativi in cui si attuano questi processi significa causare danni economici a tutti i lavoratori che si dovessero trovare in queste condizioni. Inoltre dobbiamo sottolineare che l’assorbimento del personale comandato è un fatto inevitabile alla luce della sedimentazione che tale fenomeno ha avuto nel Ministero, con comandi prorogati in alcuni casi da decenni, oltre ogni previsione normativa. Aggiungiamo che, alla luce delle uscite per pensionamento prevedibili nel giro di 2 anni, tale assorbimento non determinerà alcuna incidenza sulle legittime aspettative dei lavoratori interni. Ma, al contempo, tutta la partita sugli organici dovrà creare le condizioni per la soddisfazione di queste legittime aspettative, questo ci aspettiamo dall’Amministrazione e su questo valuteremo i concreti percorsi di soluzione. La determinazione del fabbisogno professionale dovrà fare emergere le gravi carenze che si registrano nei settori più qualificati del Ministero unitamente alle possibilità che attualmente la condizione professionale dell’organico offre in termini di utilizzo del personale interno. E allo stesso tempo occorre ripristinare le condizioni che determinano il riconoscimento alla retribuzione coerente con il profilo ed il livello di inquadramento: una ferita aperta che sinora la cecità della politica non ha saputo o voluto sanare. In ogni caso il dibattito di ieri è servito a produrre un momento di riflessione sulle problematiche poste ed il tema sarà affrontato alla ripresa del confronto sulla riorganizzazione, ovvero tra 15 giorni.
Roma, 2 ottobre 2014
FP CGIL NAZIONALE MIBACT
Claudio Meloni