E’ stato firmato l’atto costitutivo del Fondo di Previdenza Complementare “Sirio”, relativo alle lavoratrici ed ai lavoratori dei Ministeri, degli Enti pubblici non economici, dell’Enac, del Cnel e della Presidenza del Consiglio dei Ministri. Dopo la Sanità e gli Enti locali, prende il via la previdenza complementare anche nelle Amministrazioni centrali.
Un risultato positivo raggiunto dopo un lunghissimo periodo di confronto in sede Aran, collocato in un contesto economico e politico particolarmente difficile, soprattutto per il continuo attacco al sistema previdenziale, in linea con gli obiettivi della categoria in riferimento alla tutela previdenziale delle lavoratrici e dei lavoratori pubblici.
Nel futuro previdenziale del mondo del lavoro, in particolare per chi si trova nel sistema contributivo e per i dipendenti più giovani, è necessario uno strumento integrativo, quale è il Fondo Sirio, e con l’adesione individuale si potrà beneficiare di una contribuzione aggiuntiva e di un valore di computo del TFR più vantaggioso rispetto alle modifiche intervenute sul TFS con il DL 78/2010 per le anzianità contributive maturate dal 2011.
Parte quindi la fase operativa, e come categoria ci attiveremo presso i componenti degli organi del Fondo a predisporre velocemente tutti gli atti necessari affinché si possa avviare la campagna di adesione tra le lavoratrici ed i lavoratori dei Ministeri, degli Enti pubblici non economici, dell’Enac, del Cnel e della PCM.
Con la sottoscrizione del rogito notarile decolla il Fondo Sirio: tutti i lavoratori pubblici potranno beneficiare di prestazioni complementari per garantirsi un reddito pensionistico adeguato
Con l’istituzione del “Fondo Sirio”, prende il via la previdenza complementare anche per i lavoratori pubblici di Ministeri, Epne, Cnel, Presidenza del consiglio dei ministri ed Enac completando il quadro dei settori pubblici.
La firma del rogito notarile e la nomina del Cda del Fondo completano infatti il percorso sostenuto dai sindacati di categoria per costruire un sistema pensionistico articolato, in grado di garantire ai lavoratori pubblici un reddito adeguato anche dopo l’uscita dal mercato del lavoro.
Per i segretari generali Rossana Dettori (Fp-Cgil), Giovanni Faverin (Cisl-Fp) e Benedetto Attili (Uil-Pa) si tratta di una grande opportunità che riguarda oltre 250 mila potenziali iscritti al Fondo.
Un risultato, rimarcano, che viene incontro alle richieste dei lavoratori giustamente preoccupati del loro futuro previdenziale. Tanto più alle soglie dell’andata a regime del sistema contributivo che determinerà una netta riduzione dell’importo della pensione “obbligatoria” erogata anche per i lavoratori pubblici.
Il rapporto tra pensione ed ultima retribuzione, infatti, è destinato a diminuire drasticamente, rispetto al sistema retributivo, scendendo dall’80% fino al 60% o 50%. Un rischio previdenziale che tocca soprattutto i lavoratori più giovani (in particolare nella fascia di età tra i 45 ed i 50 anni) ma che potrebbe non risparmiare coloro che rientrano nel cosiddetto sistema misto (parte retributivo e parte contributivo).
In questo senso, sottolineano Fp-Cgil Cisl-Fp Uil-Pa, la previdenza complementare è fondamentale sia per garantire un reddito pensionistico aggiuntivo, sia per annullare gli effetti della riduzione dell’importo della pensione.
Oltre ad un rendimento presumibilmente superiore a quello previsto per legge per il Tfr, chi deciderà di aderire al Fondo potrà infatti beneficiare di un versamento contributivo mensile da parte del datore di lavoro, della deduzione Irpef dei contributi versati, della possibilità di richiedere per specifiche esigenze l’anticipo su quanto maturato.
Completata l’istituzione del Fondo, parte ora la fase operativa. A breve inizierà la campagna di adesione tra i lavoratori pubblici delle amministrazioni centralizzate che vedrà i sindacati in prima linea per dare efficacia ad una conquista da lungo tempo inseguita e oggi finalmente realizzata.