Si è svolto il 6 maggio, presso la sede nazionale di corso d’Italia, un seminario su “Garanzia Giovani” con la partecipazione congiunta dei coordinamenti mercato del lavoro, politiche giovanili e servizio orienta lavoro (SOL).
Nel corso del seminario sono state presentate, da Davide Scialotti, di Italia lavoro, le pagine che alleghiamo, che ci permettono una valutazione del programma Garanzia Giovani ad un anno dal suo avvio.
Su questa pagina, nei mesi scorsi, abbiamo riportato i report periodici predisposti dal Ministero del lavoro, e abbiamo quindi potuto seguire “in diretta” la modifica degli obiettivi (dal milione e duecentomila giovani da coinvolgere, agli attuali cinquecentosessantamila), e le differenziate (a volte anche di molto) capacità di intervento espresse dalle diverse regioni.
I dati riportati su questi titoli confermano, in qualche modo, ciò che già sapevamo.
Sono piuttosto interessanti altri dati che si possono ben leggere nelle tabelle:
– i lunghi tempi di attesa, di molto superiori a quelli previsti nel programma
– il significativo aggravio di lavoro per operatore dei Centri per l’Impiego (CPI). Siamo a una media del 24% di lavoro in più, con punte anche molto più elevate.
Questo ultimo dato conferma quanto noi diciamo da tempo. Il programma “Garanzia Giovani” ha bisogno di investimenti nei CPI, con la stabilizzazione di chi vi opera ancora con contratti “precari”, e con un aumento dei dipendenti,rendendo possibili che chi opera nei CPI oltre che nello sportello dentro l’ufficio, stia nel territorio “a cercare” i giovani da far iscrivere. E per fare questo servono risorse importanti. Le stesse che il governo deve impegnare se vuole far nascere (e poi funzionare) l’Agenzia Nazionale per l’Occupazione prevista nella “Delega lavoro” e di cui si sono perse le tracce.
Una ultima riflessione….
542 mila iscritti (542.369 per la precisione) non sono pochi!
Non sottovalutiamo questo dato, niente affatto trascurabile.
C’è bisogno di “utilizzare” questo numero, con tutte le informazioni che ognuno degli iscritti ha portato al programma, per costruire politiche più adeguate di quelle fino ad ora progettate.
E se si rafforza la rete dei CPI, si può fare molto.