Ministero della Salute: Comunicato su esito incontro nazionale del 14 maggio sul DM di riorganizzazione

18 Maggio 2015

 
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Esito incontro nazionale del 14 maggio sul DM di riorganizzazione
 

 Roma, 15 Maggio 2015

 
COMUNICATO


Ieri abbiamo avuto una riunione al tavolo nazionale sul nuovo DM organizzativo, convocata dall’Amministrazione a seguito delle comunicazioni inviate che denunciavano lo strano metodo adottato, ovvero una consultazione fatta su un testo che poi, nella sua predisposizione finale, è risultato modificato in alcune parti importanti e inviato alla registrazione degli organi di controllo senza che prima ci sia stata alcuna informazione alle parti sindacali sulle modifiche apportate.  Nella convocazione è stato specificato che “erano state accolte gran parte delle osservazioni della parte sindacale” e noi francamente eravamo curiosi di capire dove e come erano state recepite, rinviando al riguardo alla nota ulteriore di osservazioni che non abbiamo mancato di inviare prima della riunione e che vi abbiamo trasmesso nei giorni scorsi. Di conseguenza l’Amministrazione in apertura di seduta ha giustificato la convocazione della riunione, evidentemente inutile ai fini di ogni ulteriore modifica del decreto, che nel frattempo è stato registrato dalla Corte dei Conti, per “rassicurare” i lavoratori “allarmati” dai nostri comunicati. Noi naturalmente abbiamo prioritariamente posto un problema di metodo, precisando che il metodo della falsa consultazione, utile solo a scrivere la frasetta “sentite le organizzazioni sindacali” nelle premesse del DM, non ci interessa e che per noi non si trattava di verificare il livello, peraltro scarsissimo, di recepimento delle nostre osservazioni e proposte, ma di avviare un confronto vero, rispettoso dei reciproci ruoli e delle rispettive autonomie, finalizzato alla verifica dei modelli organizzativi che si intendono adottare con particolare riferimento alle criticità che abbiamo rilevato nelle nostre note di osservazioni. Chiarendo inoltre che casomai sono stati i lavoratori ad allarmare le organizzazioni sindacali e non viceversa. Nel richiamare pertanto l’Amministrazione al puntuale rispetto dei suoi obblighi negoziali abbiamo ribadito il nostro giudizio fortemente critico sulla riforma organizzativa, richiamandoci alle osservazioni inviate, e, visto l’iter deludente del confronto sulla materia, abbiamo chiesto di avviare sin da subito un confronto specifico sull’applicazione del DM stesso, in particolare sulle disposizioni riorganizzative conseguenti. Con particolare riferimento alla complessa riorganizzazione dell’apparato periferico, uscito assai ridimensionato dai tagli del decreto, e ancora più specificatamente sull’organizzazione dell’Ufficio X della DG Prevenzione, che prefigura un accentramento delle funzioni in capo alla stessa Direzione Generale che utilizzerà il cosiddetto avvalimento del personale degli Uffici Usmaf Sasn unificati per la gestione delle attività. Punto delicatissimo della riorganizzazione sia per la prefigurazione di Uffici unici della Salute sul territorio che per le oscurità che si celano dietro l’avvalimento e i raccordi organizzativi che si intendono adottare nella distribuzione delle competenze. IL DG Celotto si è formalmente impegnato a fornirci il piano concreto di riorganizzazione e ad avviare con noi un confronto sui processi conseguenti. Noi prendiamo molto sul serio questo impegno e certo misureremo la volonta dell’Amministrazione in merito, profittando dell’occasione anche per conoscere il DG della Prevenzione, che sinora si è bellamente sottratto al confronto su una materia evidentemente per lui poco interessante, ovvero le tutele sociali dei lavoratori del SASN, assurdamente limitate da una interpretazione burocratica e illegittima della norma. Poiché lo stesso DG ha orgogliosamente rivendicato che nella sua  azione l’Amministrazione pone sempre al centro la persona, vogliamo ricordare che anche le lavoratrici ed i lavoratori del SASN sono persone e non lavoratori di serie B. E proprio la volontà di risoluzione di questa delicata problematica, che incide pesantemente sulle condizioni di vita dei lavoratori coinvolti, sarà una ulteriore occasione per misurare quanto veramente si intende porre al centro della propria azione le persone. Per quel che riguarda infine la questione occupazionale abbiamo sottolineato le condizioni dell’organico, falcidiato dai tagli al costo del lavoro e attualmente impossibilitato ad avviare processi occupazionali. Sul punto il DG ci ha comunicato che sono allo studio alcune soluzioni, che riguarderebbero un eventuale ampliamento della pianta organica e una soluzione normativa anche per il rinnovo dei tempi determinati in scadenza a dicembre prossimo. Vedremo. La risoluzione degli annosi problemi di precariato strutturale, che riguardano varie figure professionali,  deve diventare un impegno primario e occorre che il Ministero possa riprendere corrette politiche di programmazione occupazionale se davvero si vuole dare una prospettiva ad un ruolo primario nella regolazione di un diritto fondamentale dei cittadini.


 
FP CGIL NAZIONALE
Claudio Meloni 
 

 
 
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