Lo
scorso 7 ottobre le OO.SS.
rappresentanti il personale del comparto ministeri e della dirigenza hanno
incontrato il nuovo capo del
Dipartimento della Giustizia Minorile e di comunità Cons. Cascini che,
insediatosi da poco tempo a capo del nuovo dipartimento, istituito dal DPCM
riguardante il nuovo regolamento di
riorganizzazione del Ministero della Giustizia , ha inteso
avviare con le OOSS un confronto
sull’architettura organizzativa
del nuovo dipartimento al fine
non solo di partecipare gli intenti
dell’amministrazione ma
soprattutto di rilevare proposte
e smussare quei punti di criticità che si rilevano nella definizione del nuovo
impianto organizzativo e condividerne le
necessarie soluzioni.
In
considerazione del fatto che si sta lavorando alla definizione dei decreti
attuativi che disegneranno l’assetto organizzativo territoriale del sistema
della giustizia minorile e dell’esecuzione penale esterna, questo primo
incontro ha avuto carattere particolarmente interlocutorio e di conoscenza tra
le parti.
Abbiamo
pertanto rappresentato alcune criticità non solo di carattere organizzativo ma
anche operativo che stanno suscitando nel contesto e tra il personale forti
preoccupazioni ed interrogativi che, abbiamo sottolineato, richiedono risposte
certe ed urgenti.
Ci
riferiamo
–
alla
organizzazione periferica e territoriale del sistema della giustizia minorile e
di comunità la cui architettura è tutta
da costruire tenendo conto delle peculiarità normative e contrattuali
(dirigenza) di ciascuno dei due sistemi (Minori ed esecuzione penale esterna
adulti) e rispetto al quale il DM di
riferimento non fa alcun cenno;
–
alla gravissima
carenza di risorse finanziarie e di organico che caratterizza i due sistemi;
–
ai criteri
riguardanti la mobilità del personale;
–
alla
previsione oramai acclarata, visto il
disegno di legge delega passato alla camera, della presenza del personale di
Polizia penitenziaria nella esecuzione penale
esterna.
Il Cons. Cascini ha ascoltato con attenzione quanto da noi
esposto e, pur riservandosi di
approfondire le varie questioni attraverso altri incontri, ha provato a
costruire insieme un percorso condiviso, sottolineando che le specificità in
particolar modo della Giustizia Minorile verranno rispettate e che al momento, rilevando difficoltà di tipo normativo, i
CGM e gli UEPE continueranno
a mantenere la propria specificità.
La formazione viceversa sarà unica
per una cultura comune dell’esecuzione penale.
Riguardo l’assetto
territoriale, quindi, ha ipotizzato per gli UEPE una Direzione Generale
dell’Esecuzione Penale Esterna e n. 29 sedi dirigenziali sul territorio che
coordineranno gli altri UEPE non dirigenziali; assetto organizzativo, questo,
suscettibile di modifiche e in tal senso ha chiesto suggerimenti e proposte da
prendere in esame. Il Cons. Cascini inoltre ha affermato che, in una logica di
casa comune, è intendimento in una prospettiva futura fondare l’esecuzione
penale esterna anche sulla polizia penitenziaria.
Relativamente agli
organici, transiterà al DGM e di Comunità il personale in servizio effettivo
presso gli UEPE, PRAP/DAP (Area o Direz. Gen. EPE), mentre per il personale
distaccato (in entrata ed in uscita) probabilmente si acquisirà dagli
interessati la disponibilità.
Abbiamo chiesto, pertanto,
che siano tenuti in debita considerazione i lavoratori degli UEPE, distaccati
presso altre strutture penitenziarie, con mansioni diverse, i quali vogliono
rimanere nell’amministrazione penitenziaria, anche eventualmente cambiando
figura professionale.
L’incontro si è concluso
fissando al 5 novembre p.v. un nuovo appuntamento, ovvero prima della definizione della bozza di
proposta del decreto che sarà inviato
quale informativa alle OO.SS. e
la cui approvazione definitiva è prevista entro il 15 dicembre p.v.
Roma , 9 ottobre 2015
FP CGIL CISL FP UIL
PA
Lina Lamonica Eugenio Marra Domenico Amoroso
Gianfranco Macigno