MIBACT: comunicato unitario su incontro Aran e nota Fpcgil su nomine

14 Ottobre 2015

 

News

 
NOMINE DIRIGENTI, RUMORS: L'ENNESIMO GIROTONDO?
 
 

Roma, 14 ottobre 2015

 

 

Un Ministero sui può uccidere con l’incuria, con il
pressapochismo, e anche con le cosiddette riforme.

In un Ministero dove si mettono tutte queste cose insieme
l’effetto è garantito.

Infatti stiamo assistendo in questi giorni all’ennesimo
girotondo dirigenziale, con dirigenti appena nominati e subito trasferiti.
Rimasta vacante la sede del Segretariato Generale Abruzzo, a distanza di sette
mesi dalla nomina il dirigente è stato richiamato a Roma. Si appresta a
rimanere vacante la sede della Soprintendenza Archeologia della Sardegna,
regione evidentemente non nel cuore della direzione del Ministero, visto che si
è proceduto ad un accorpamento delle 2 ex Soprintendenze Sassari e Cagliari, il
cui mantenimento era essenziale in rapporto alle specificità di quel
territorio, e adesso appare veramente difficile pensare di poter avere un
ricambio in tempi ragionevoli vista la penuria di Dirigenti Archeologi.

Insistenti rumors danno per certo l’incarico alla dr.ssa
Codello nel Segretariato Regionale del Veneto, ad appena sette mesi dalla
nomina a Soprintendente BEAP di Roma. Un evento che, se confermato, non
potrebbe che lasciarci basiti viste le polemiche con strascichi di querele
verso alcuni giornalisti non particolarmente teneri con le medesima che ne
hanno accompagnato la recente dipartita dalla città lagunare.
 Basti pensare alle numerose istanze di trasferimento da
quell’ufficio avanzate non appena si è sparsa solo la voce del possibile
incarico.  E con la evidente conseguenza
di lasciare scoperta una delle più importanti Soprintendenze d’Italia. Un
pasticcio degno delle migliori tradizioni ministeriali della prima repubblica.

Insomma una riforma partita su una distribuzione di
personale dirigenziale ad appena qualche mese si trova a fare e disfare nomine
a proprio piacimento in una fase delicatissima nella quale occorrerebbe avere
almeno qualche minima certezza gestionale. Invece si riproduce nel giro di
qualche  mese una specie di ritorno al
passato con scelte e valutazioni che , se confermate, certo non corrispondono a
nessun criterio che non sia quello di favorire il riavvicinamento di qualche
dirigente ai propri luoghi di origine.

 Ci chiediamo come potrà decollare una riforma che sconta il
caos negli uffici e contraddizioni di questi tipo nelle scelte decisionali. Se
lo dovrebbe chiedere il Ministro Franceschini, invece di autoincensarsi sui
media: la velocità delle scelte non può risolversi nell’emanazione di un
decreto palesemente anticostituzionale e nell’attacco ai sindacati ed ai
lavoratori. A tal proposito ieri siamo stati convocati all’ARAN per discutere
del nuovo accordo sui servizi minimi e l’esito lo trovate nel comunicato
unitario che vi alleghiamo e che registra una delle poche volte in cui tutte le
parti sindacali hanno espresso unanimemente la stessa posizione. Ovvero il
rigetto di qualunque confronto su un decreto illegittimo e antidemocratico.

La prossima volta, sui media, il Ministro potrebbe farsene
vanto: tra i pochi risultati concreti della sua gestione può certamente
annoverare la ritrovata unità di tutte le sigle sindacali contro il suo
decreto.

 

FPCGIL MIBACT
 

Claudio Meloni

 

 

COMUNICATO UNITARIO

Tavolo di
confronto su un presunto Accordo ai sensi del DL 146/2015

 

 

 Nel primo pomeriggio di ieri, alle ore 15, le
Organizzazioni Sindacali sono state convocate all’Aran per l’avvio della
trattativa ai fini di un Accordo integrativo rispetto a quello sui servizi
minimi essenziali comparto Ministeri, modificato – come saprete – dal recente
DL 146/2015 che attende di essere convertito in legge.

 

 CGIL CISL UIL e le altre sigle sindacali hanno
ribadito, con voce sola, l’inutilità di un simile percorso di confronto poiché
esso si basa su un gigantesco ed evidente profilo di illegittimità, quello del
DL; esso ha l’unica conseguenza di comprimere duramente il diritto di sciopero
dei lavoratori, come peraltro ribadito anche in sede di audizione presso la Commissione
Lavoro della Camera.

 

 Con il massimo rispetto per l’ARAN, cui – a
differenza della Commissione di Garanzia sugli scioperi – riconosciamo se non
altro il ruolo di potenziale interlocutrice, le parti sociali hanno ritenuto
che l’unica soluzione attualmente praticabile sia il ritiro del DL ovvero la
mancata conversione in legge, tanto più che non esistono i presupposti di
urgenza paventati dal Governo. L’unica urgenza che riconosciamo è quella degli
investimenti nel settore dei Beni Culturali con maggiori fondi di
funzionamento, potenziamento del personale e ogni altra iniziativa volta a
migliorare la fruibilità del nostro patrimonio.
 Roma
12/10/2015

 

 

 FP CGIL               CISL
FP                   UIL PA

C. Meloni            D. Volpato               E. Feliciani

 

 
 
 
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