Stabilità, Cgil Cisl Uil a Renzi: “Non accettiamo la provocazione. Mobilitazione durissima per un contratto dignitoso”

29 Ottobre 2015

Stabilità, Cgil Cisl Uil a Renzi: "Non accettiamo la provocazione. Mobilitazione durissima per un contratto dignitoso"

Comunicato Stampa Fp-Cgil Cisl-Fp Uil-Fpl Uil-Pa

Roma,
16 ottobre 2015

“Non accettiamo la provocazione di Matto Renzi. I 300
milioni, che poi diventano 200 a fine serata, della “stabilità”
elettorale del governo, non sono un contratto ma una mancia. I
lavoratori pubblici vogliono un rinnovo dignitoso. La nostra
mobilitazione sarà durissima”, così Rossana Dettori, Giovanni Faverin,
Giovanni Torluccio e Nicola Turco – segretari generali di Fp-Cgil,
Cisl-Fp Uil-Fpl e Uil-Pa – dopo che il Consiglio dei ministri ha
approvato il disegno di legge di stabilità.

“Una
scelta politica precisa sta nascosta dietro la decisione di non
finanziare il rinnovo del contratto di più di 3,2 milioni di
lavoratori”, attaccano le quattro sigle confederali di categoria,
“Aumentare il conflitto sociale e professionale, eliminare la
motivazione, mortificare la competenza e la dedizione al servizio delle
comunità. Siamo alla disgregazione non solo dello stato sociale, ma del
Paese. E noi diciamo no”. 

“Modernizzazione,
produttività, merito? Ma dove? Con questa legge si blocca solo
l’innovazione organizzativa, la qualità, la formazione, la sicurezza nel
lavoro e nei servizi pubblici” rincarano Dettori, Faverin, Torluccio e
Turco. “E si aumenta l’odio tra i cittadini che chiedono garanzie sui
diritti e lavoratori abbandonati alla più bieca politica da consenso
liquido. Il resto sono chiacchiere da talent show. Vogliamo un Paese
finalmente avanzato? Salute, sicurezza, prevenzione, sostegno ai più
deboli, crescita delle aziende… Questo non si fa né con il solito
diluvio di norme, né tanto meno con provocazioni come quella di Renzi.
Si fa con gli investimenti nell’innovazione e nella professionalità.
Come in tutte le migliori imprese del mondo”.

“La
nostra mobilitazione sarà durissima”, concludono i quattro
sindacalisti, “Vogliamo un contratto dignitoso per i lavoratori pubblici
e per il Paese”. 

 
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