Sanità: Cgil Cisl Uil, no deroghe su applicazione norma Ue orario di lavoro

19 Novembre 2015

Sanità: Cgil Cisl Uil, no deroghe su applicazione norma Ue orario di lavoro


Comunicato stampa Fp-Cgil Cisl-Fp Uil-Fpl

Roma, 10 novembre 2015

“No a deroghe ma sì a un
confronto, in sede di rinnovo del contratto nazionale, su orari di
lavoro e organizzazione”. È questa in sintesi la posizione di Fp Cgil,
Cisl Fp e Uil Fpl al termine dell’incontro di oggi all’Aran in vista
dell’entrata in vigore, il 25 novembre, della normativa europea su
riposo e orari di lavoro in sanità che prevede il rispetto delle 11 ore
di riposo consecutivo ogni 24 ore e di non superare le 48 ore lavorative
settimanali.

“Basta turni massacranti, basta organici risicati,
basta disorganizzazione: per garantire sicurezza dei pazienti e qualità
delle cure la sanità pubblica ha bisogno di operare con personale
sufficiente, in condizioni di lavoro adeguate” attaccano i sindacati.
“Dopo anni in cui il problema è stato colpevolmente ignorato e lasciato
marcire, non siamo disponibili ad affrontare una trattativa che abbia
come obiettivo quello di definire deroghe all’applicazione delle norme
europee e nazionali in materia di orario e riposi. Che vorrebbe dire
continuare a scaricare sul personale sanitario del SSN, che già opera in
condizioni di insostenibile disagio organizzativo, gli effetti di una
colpevole inerzia da parte di chi avrebbe dovuto provvedere agli
interventi di riorganizzazione e riqualificazione del sistema”.

Cgil,
Cisl e Uil si dicono invece “disponibilissimi ad un confronto per
l’applicazione delle norme in materia di riposo e orario e per
interventi sull’organizzazione e il personale, compresa la
stabilizzazione dei lavoratori precari. Riteniamo però che la sede in
cui questi temi possono essere affrontati insieme sia esclusivamente il
tavolo per il rinnovo del Contratto nazionale, che va adeguatamente
finanziato, implementando le risorse previste nel legge di Stabilità”.

“Respingiamo
al mittente ogni tentativo di addossare al sindacato la responsabilità
delle conseguenze di un mancato accordo” aggiungono le organizzazioni
sindacali. “Responsabilità che invece devono essere assunte da chi ha
ignorato il problema fino a 15 giorni prima della scadenza del 25
novembre, utilizzando l’anno trascorso dall’approvazione della legge 161
non per affrontare i necessari interventi organizzativi e sul
personale, ma addirittura per concordare ulteriori tagli al
finanziamento del Servizio sanitario. E infine invitiamo Regioni e
Ministeri competenti a vigilare sulla corretta applicazione della
normativa su permessi e riposi a partire dal prossimo 25 novembre”.

 
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