Care colleghe e cari colleghi,
nell’incontro
tenutosi
il
17
novembre
l’Amministrazione
ha
illustrato
alle
organizzazioni
sindacali la sua proposta
in
merito
al
processo
di
riorganizzazione
dell’Agenzia
e alla
gestione degli
esuberi
di personale
non più
necessario in Direzione centrale a seguito del trasferimento
di funzioni operative alle Direzioni regionali.
Il dott. Ronza ha relazionato come il
ruolo
che
l’innovazione
e
le
tecnologie
hanno
rivestito
finora
in
Agenzia del Demanio è stato molto rilevante. Ne ha elencato
forme ed entità. Il sistema aziendale è stato
magnificato in ogni aspetto come una struttura quasi perfetta,
che ciò nonostante si accinge ad affrontare un
mutamento imponente e che nel migliore dei casi potrà ridurre
una
cinquantina
degli
oltre
cento
trasferimenti
“fisici”
inizialmente preventivati.
La proposta illustrata dal dott. Ronza prevede:
che sia istituito il lavoro da remoto (a distanza), qualificato come
“smart
working”
e che in tale ambito:
le funzioni in capo alle Direzioni regionali relative alla gestione
dei veicoli confiscati, delle gare,
del ciclo passivo, della gestione delle imposte e delle
tasse e dei fondi immobiliari siano svolte, a
distanza dai colleghi oggetto di esubero presso la Direzione
centrale, spostando il solo centro di
costo sulle singole Direzioni regionali;
i colleghi di Direzione regionale attualmente impegnati nelle
mansioni sopra elencate siano
impiegati in altre attività dirette di gestione
immobiliare.
il trasferimento
“fisico”
di
circa 40
-50 risorse con profilo tecnico (ingegneri, architetti e
geometri) in capo alle
Direzioni regionali ( 1° step su base volontaria, 2° step
trasferimento coattivo).
Poiché
non
è
facile
perfezionare
ciò
che
viene
definito
come
condotto
a
perfezione,
ci
permettiamo
comunque
di
sottolineare
che
il
mutamento
annunciato
sia
sì
imponente
ma, a
parte
una
presentazione
con
slide
sullo
smart
working
completa
e
rispondente
alla
letteratura
sul
tema,
l’intervento
del
Direttore
Risorse
lascia
intendere
che
nei
fatti
molto
resti
pressoché
come
prima
(ved.
progetti
speciali).
Non
si
tratta
di
una
tenue
differenza,
ma
di
una
differenza
che
attiene
ai
principi
che
stanno
alla
base
della
creazione
di
un
valido
modello
di
smart
working:
attivare
e
promuovere
un
tangibile
cambiamento
culturale
per
liberare
vantaggi
tanto
per
l’Agenzia
quanto
per
le
sue
persone,
allo
scopo
di
incrementare
la
produttività
del
lavoro
e
agevolare
la
conciliazione
dei
tempi
di
vita
e
di
lavoro.
Conoscere
questo
nuovo
modello
organizzativo
significa
anche
prevedere
che
non
è
del
tutto
esente
da
rischi:
per
garantirne
la
riuscita
sarà
necessario
supportarne
la
comprensione
e
superarne
le
diffidenze
attraverso
interventi
formativi
e
processi
di
mentoring,
diretti
anche
al
management.
Altrettanto
importante
sarà
prevedere
già
nel
testo
di
accordo,
in
caso
di
future
valutazioni
negative
del
modello
–
comunque
definito
“sperimentale”-
clausole
di
garanzia
e
salvaguardia
al
trasferimento
“fisico”
per
il
personale
coinvolto
della
Direzione
centrale.
Non
vi
è
alcun
dubbio
che
l’articolazione
di
una
proposta
seria
e
realmente
innovativa
di
smart
working
possa
rappresentare
un
vero
cambiamento,
a
patto
che
sia
rivolta
a
tutto
il
personale
e
comprenda
al
suo
interno
forme
di
garanzia
e
stabilità
per
tutti
coloro
direttamente
o
indirettamente
coinvolti
nel
progetto.