PCM: Organigramma – riordino Dipartimento Protezione Civile – lettera ai vertici

18 Gennaio 2016

Lettera ai vertici su riordino Dipartimento Protezione Civile

    Roma   18.01.2016

Al Segnatario Generale della PCM
Paolo  Aquilanti
Palazzo Chigi

 Al Capo Dipartimento della Protezione Civile
SEDE

 E, p c
Al Capo Dipartimento per le politiche di gestione,
promozione e sviluppo delle risorse umane e strumentali
Palazzo Chigi

Oggetto: organigramma DPC

 

La nota DIPRUS con la quale si informano le OO.SS. sul riordino del Dipartimento di Protezione Civile (DPC), è un atto dovuto e unilaterale. Riteniamo che la contrattazione sindacale debba essere modificata, che occorra un nuovo Statuto dei lavoratori e per questo la CGIL sta
promuovendo la Carta dei Diritti Universali del Lavoro, cioè, una raccolta di norme destinate a tutto il mondo del lavoro, con l’ambizioso obiettivo di far diventare la Carta una legge d’iniziativa popolare per ridare dignità a tutti i lavoratori e a tutte le lavoratrici, tramite anche la possibilità di poter
negoziare le proprie condizioni di lavoro.

Abbiamo avuto modo di esprimere le nostre perplessità sull’architettura dell’organigramma del DPC durante un incontro con il Capo dello
stesso Dipartimento, facendoci portavoce delle istanze raccolte in assemblea con i lavoratori del DPC (allegato 1)

In quella sede abbiamo chiesto di rinviare la riorganizzazione, sia perché essa era stata pensata e formulata in un contesto socio-politico ed economico sensibilmente mutato, sia perché è in discussione in Parlamento un DDL di riforma della Protezione civile (PC) che ne ridefinirà
la missione istituzionale.
Nonostante tali perplessità, che rimangono tutte quante, prendiamo atto che si è proceduto comunque all’ennesima riforma dell’organigramma del DPC.

Restano le questioni che da tempo questa Organizzazione Sindacale ha posto, e che non hanno ancora avuto risposta: dalla collocazione del servizio meteorologico distribuito presso il DPC, alla mobilità del personale, interna e non, alla progressione delle carriere.

I due punti che oggi riteniamo cruciali – peraltro già segnalati con note alle quali non abbiamo ancora avuto risposta (allegato 2) – sono l’assegnazione di posti dirigenziali di I e II fascia, visto anche l’emendamento n.233 della finanziaria 2016 che conferma un numero, seppur teorico, di 15 dirigenti da reclutare in DPC, e la legittima progressione di carriera di tutto il personale del DPC.

Auspichiamo che i dirigenti non vengano “nominati”, e che si ponga fine alla quindicennale stagione del criterio “ad personam” di selezione, alle procedure concorsuali “discutibili”, alla stagione degli “sfigati” (citando  lo stesso ex capo DPC). Chiediamo che si faccia chiarezza sulle risorse disponibili per il nuovo assetto dirigenziale.
Questa Organizzazione ha chiesto, e non ha ottenuto risposta, in merito alle procedure concorsuali e alle relative risorse previste dalla Legge 152/2005.

Auspichiamo anche che questa riorganizzazione sia l’occasione per discutere con trasparenza i processi interni al Dipartimento, e in particolare i criteri e le procedure di assegnazione di incarichi a funzionari, apicali e non, dell’Amministrazione.

Saranno le modalità con le quali si vuole procedere rispetto alle tematiche sopra citate che ci informerà della effettiva volontà e direzione politica gestionale e organizzativa che si intende praticare. E questo sarà oggetto della nostra valutazione.

Proponiamo di affrontare questo complesso processo evolutivo all’interno di quella metodologia partecipata che ha ispirato la stessa formulazione dell’organigramma in parola, magari più strutturata, affinché tutti/e i/le dipendenti, possano realmente sentire accolte e discusse le proprie istanze. Una metodologia che, auspichiamo, sia adottata all’interno di tutta la PCM. Il tutto nel rispetto e riconoscimento reciproco delle parti.

 

f.to p. la Fp CGIL
Gianni Massimiani

 

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