04.03.2016 – Il processo di riforma avviato dalla Legge
124/2015 (c.d. Legge Madia) che, nel quadro di un complessivo riordino del
pubblico impiego, ha previsto per il Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco la
revisione delle norme inerenti le funzioni ed i compiti del personale
permanente e volontario (D.L.gs n. 139/2006) e l’ordinamento del personale
(D.Lgs n. 217/2005), sta destando non poche preoccupazioni tra i lavoratori, attenti,
in questo momento storico, alla propria tutela, alla difesa delle proprie condizioni
di salute, al riconoscimento e valorizzazione della specifica attività che
viene svolta a tutela dei cittadini, altamente professionale ma fortemente a
rischio oltreché usurante.
Chi rischia
la propria vita in caso di pericolo e durante gli interventi di soccorso alla
popolazione si trova solo e senza le necessarie e dovute tutele di fronte
all’insorgenza -sempre più ampia- di malattie professionali, quali tumori e
malattie cardiovascolari, o ad infortuni lavorativi.
I Vigili del fuoco chiedono
che il Governo assuma l’impegno morale ed istituzionale di riservare anche a
loro la stessa attenzione che rivolge a tutti gli altri Corpi in divisa, quale
riconoscimento della specificità lavorativa prevista dall’art.19 della legge
n.183 del 2010. Tra tutti i Corpi in divisa dello Stato, infatti, i Vigili del
Fuoco risultano, al momento, i più penalizzati sotto l’aspetto previdenziale e
retributivo.
Parlare di revisione
dell’Ordinamento del personale sostanzialmente a costo zero, e parlare di
indennità, come quella notturna e festiva ferma a 1,04 euro l’ora dal 1990, è
davvero non più giustificabile.
Proprio al fine di
rappresentare meglio quanto appena brevemente illustrato, CGIL – CISL e UIL del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco chiedono un incontro nel
quale si impegnano ad illustrare anche delle soluzioni percorribili
nell’interesse collettivo.