Giustizia:Tribunali Minorenni – Nota Congiunta CGIL e FPCGIL ai gruppi Parlamentari della Camera dei Deputati

11 Marzo 2016

Giustizia:Tribunali Minorenni – Nota Congiunta CGIL e FPCGIL ai gruppi Parlamentari della Camera dei Deputati

Roma, 4 marzo 2016

La recente proposta approvata dalla
Commissione Giustizia della Camera,

nell’ambito del DDL 2953, che
prevede la soppressione dei Tribunali e delle Procure

per i minorenni e l’introduzione di
sezioni specializzate per la persona , la famiglia

e i minori presso i Tribunali
Ordinari e di Gruppi specializzati presso le Procure

Ordinarie è inaccettabile in quanto
disattende un principio cardine della giustizia

minorile italiana cioè la sua
autonomia a salvaguardia della sua specificità,

riconosciuta dalla Carta
Costituzionale.

La Costituzione Italiana, infatti,
attribuisce alla persona di età minore una

posizione privilegiata, che merita
particolare protezione. La Corte Costituzionale ha

ripetutamente affermato che tale
protezione si realizza anche attraverso la

specificità e specializzazione dell’organo
di giustizia minorile.

Non solo, le Dichiarazioni ed i
vari strumenti internazionali in materia

affermano che deve essere sempre
perseguito il “migliore interesse del minore”

anche nei procedimenti giudiziari.
Il 10 maggio 2002 il governo italiano ha

sottoscritto, al termine della
Sesta Seduta Plenaria della Sessione Speciale delle

Nazioni Unite sull’Infanzia, una
Risoluzione in cui si è impegnato solennemente a

non risparmiare alcuno sforzo per
attribuire la massima priorità ai diritti dei minori.

La previsione dell’accorpamento di
competenze e dell’esclusività di

attribuzione delle materie minorili
a una distinta sezione distrettuale, pertanto, non

è soddisfacente e modifica in
maniera sostanziale la proposta iniziale del Governo

che prevedeva l’istituzione di un
Tribunale e un Ufficio specializzato autonomo di

Procura in cui accorpare le
competenze in materia di persona, famiglia e minorenni

ci riporta invece alle proposte del
Governo Berlusconi, sotto il Ministero Castelli, del

2003 che tentò di attaccare l’autonomia
della giustizia minorile, tentativo sconfitto

grazie alla pronta e decisa
mobilitazione della società civile ed al senso di

responsabilità dei Parlamentari che
sancirono l’incostituzionalità di quella proposta.

Il testo ora licenziato dalla
Commissione Giustizia non è accettabile in quanto

colpisce l’esclusività delle
funzioni e cancella l’autonomia gestionale e organizzativa

dei tribunali per i minorenni e
degli uffici del Pubblico Ministero Minorile

compromettendone il ruolo
propulsivo tanto nelle materie penali che civili.

E’ chiaro che l’assetto dell’ufficio
requirente così come delineato nella

proposta, avendo ricadute sulla
quantità e qualità del lavoro svolto e trasmesso

all’organo giudicante mette a
rischio la tempestività dell’azione giudiziaria nel

settore minorile, essenziale per la
salvaguardia della sua portata e valenza

rieducativa.

Non può esser richiamata, a tale
fine, l’esigenza di una prossimità che

potrebbe venire assicurata
comunque, con l’istituzione di sedi decentrate dei

Tribunali e delle Procure per i
Minorenni, mediante una proficua razionalizzazione

delle risorse esistenti. Pur
riconoscendo infatti la necessità di coniugare la suddetta

esigenza di accorpamento con quella
della specializzazione, tale coniugazione non

può esser realizzata a detrimento
della specificità delle attribuzioni e competenze

occorrenti in materia minorile e
familiare, indicata dalle stesse raccomandazioni

europee.

In conclusione si richiama invece l’attenzione
sull’iniziale proposta del

Governo, peraltro avanzata in
entrambi i rami del Parlamento, di istituire un

Tribunale e un Ufficio
specializzato autonomo di Procura che accorpi in sé le

competenze in materia di persona,
famiglia e minorenni, rispondendo a criteri e

principi condivisi non solo dall’avvocatura
specializzata ma da tutti gli organismi di

protezione dell’infanzia.

Si rammenta a tal riguardo che
proprio la suddetta condivisione evidenzia

come, qualsiasi disegno di
riorganizzazione di un settore complesso e delicato quale

quello minorile, non possa
prescindere dal rispettare il patrimonio di conoscenze e

competenze che negli anni si sono
sedimentate, in virtù dello sviluppo di prassi

operative di costante raccordo e
lavoro in rete con gli enti e le associazioni a vario

titolo impegnate, nella tutela dell’infanzia
e nella promozione di azioni educative

imperniate sulla centralità della
persona e del tessuto di relazioni in cui il minore è

inserito.

Per CGIL Nazionale           Per FPCGIL
Nazionale


 Gianna
Fracassi                   Salvatore Chiaramonte

 
X
Questo sito usa i cookie per offrirti la migliore esperienza possibile. Procedendo con la navigazione sul sito o scrollando la pagina, accetti implicitamente l'utilizzo dei cookie sul tuo dispositivo. Informativa sull'utilizzo dei cookie Accetto