Welfare: Approvata al senato la Delega al Governo per la riforma del Terzo settore

07 Aprile 2016

Lo scorso 30 marzo il Senato ha approvato la Delega al Governo per la riforma del Terzo settore, dell’impresa sociale e per la disciplina del servizio civile universale,
per comodità spesso chiamata “Riforma del terzo settore”. Il testo deve fare un ulteriore passaggio alla Camera dei Deputati, cui è pervenuta il 31 marzo, assegnato alla XII Commissione Affari sociali, dove la discussione non è ancora iniziata. Le previsioni sono discordanti. Il sottosegretario Bobba sostiene che la Camera procederà all’approvazione senza modifiche del testo, che potrà essere operativo entro maggio. Altri osservatori si aspettano ulteriori modifiche. Giova ricordare che il testo è stato presentato in prima lettura alla Camera il 22 agosto del 2014.  In ogni caso per gli effetti concreti dovremo aspettare altri mesi, dato che la realizzazione di quanto oggi indicato nel testo è demandato a successivi decreti attuativi, come ben sappiamo da quando è così “di moda” procedere con legislazione delegata, piuttosto che ordinaria.
Possiamo quindi limitarci a segnalare le novità più significative apportate dal Senato al testo precedente (che trovate a sinistra della versione che pubblichiamo).
Viene meglio precisata che la natura “no profit” delle associazioni è legata alle finalità (civile, solidaristica e di utilità sociale) e non solo, quindi, alle attività svolte.
Sono annunciate modifiche al codice civile (titoli V e Vi del libro quinto).
L’art. 4 ha come titolo: Riordino della disciplina del terzo settore e la definizione del Codice del Terzo Settore, e contiene un comma (l’h) in cui si dice che “negli appalti pubblici garantire
condizioni econo0miche non inferiori a quelle previste nei contratti collettivi”.
Sul Volontariato (art. 5) si rimanda esplicitamente ai decreti delegati la disciplina dei rimborsi per i volontari.
Si prevede l’istituzione del Consiglio nazionale del terzo settore, e si modifica, positivamente, il Servizio Civile da Nazionale a Universale. Così come si prevede una diversa disciplina   dell’Impresa Sociale con caratteristiche meno commerciali che nel testo iniziale.
La Vigilanza, il monitoraggio e il controllo sul terzo settore vengono affidati al Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, così come la gestionde dell’Istituito Fondo destinato a sostenere lo svolgimento di attività di interesse generale, alimentato per il solo 2016 con 10 milioni (di carattere rotativo) e 7,5 milioni (di carattere non rotativo).
C’è solo da chiedersi con quale personale il Ministero realizzerà questi compiti, dopo la nascita (v. Delega lavoro) dell’Agenzia ispettiva e dell’Anpal.
Da ultimo va segnalata l’istituzione, non prevista in nessuno dei passaggi precedenti (Testo governativo e camera dei deputati) della Fondazione Italia Sociale, con il compito di raccogliere risorse finanziarie e competenze gestionali. Alcuni commentatori parlano di “ERI del Terzo settore”.
Ce n’era proprio bisogno?

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