Si è tenuta il primo luglio una riunione, ancora
interlocutoria, incentrata sulla discussione
dei criteri delle progressioni economiche, riunione
preceduta dall’invio della nuova proposta
dell’Amministrazione che, come preannunciato, ha
inserito nella bozza i punteggi attribuibili
sulla base della media della valutazione riportata
sul FUA per gli anni 2012, 2013 e
2014, considerato che il 2015 non è utilizzabile in
quanto ancora non hanno certificato
l’accordo a suo tempo sottoscritto. Noi abbiamo
giudicato negativamente questa proposta
per gli effetti pratici che il tipo di valutazione
adottato al Miur produrrebbe nei suoi termini
applicativi.
Questo senza trascurare le continue incursioni degli
Organi di controllo che stanno imponendo
delle clausole, a nostro avviso, non rintracciabili
nel CCNL: vale a dire l’obbligo di
inserire la valutazione della performance produttiva
individuale così come prevista dalla
legge e l’obbligo di chiudere l’accordo anche nei
suoi effetti applicativi, entro l’anno.
Per quello che ci riguarda l’ipotesi di accordo ha
caratteristiche palesi di inapplicabilità.
L’Amministrazione non ha una banca dati di
riferimento, anche questa prevista dalla legge,
e dovrà praticamente inventarsi tutte le valutazioni
operate in quel triennio per ogni singolo
lavoratore che parteciperà al bando. L’altro aspetto
da notare è che la media della valutazione
è stata molto difforme a seconda del territorio e dei
criteri adottati nell’attribuzione
dei punteggi dai singoli dirigenti, determinando così
medie di valutazione su base regionale
disomogenee e penalizzando arbitrariamente territori
e personale. Inoltre, se si considerano
i tempi imposti per l’applicazione dell’accordo
eventuale si può facilmente prevedere
che i controlli saranno inesistenti e con essi le pur
minime garanzie per i lavoratori coinvolti.
Siamo pertanto in presenza di un modello di
valutazione che produrrà diverse sperequazioni
nella sua concreta esplicazione sul territorio e che
rischia di produrre pesanti effetti
discriminatori in un processo selettivo delicato come
quello da realizzare per le progressioni
economiche. Queste sono le nostre profonde
perplessità che al momento non ci
consentono di esprimere un giudizio positivo e,
quindi, la nostra adesione a un eventuale
accordo.
Naturalmente siamo disponibili a rivedere la nostra
posizione, in riferimento ad eventuali e
sostanziali modifiche, se verranno apportate con una
nuova ipotesi di accordo che potrebbe
essere proposta nella prossima riunione, fissata per
l’otto luglio prossimo.
Un’ultima notazione ci pare doverosa: ogni volta il
Direttore Generale Dr. Greco ci fa una
panoramica dello stato dell’organico del Ministero
che noi non possiamo che sottoscrivere.
Troviamo singolare che lo faccia per giustificare la
necessità delle progressioni economiche.
Lo sfacelo organizzativo che vive il Miur abbisogna
di risposte immediate sul piano
occupazionale e ancora oggi ci viene detto che siamo
in attesa del termine di un processo
di mobilità volontaria dalle province che produrrà
risultati irrisori, secondo una valutazione
dello stesso DG, termine slittato a settembre
ottobre, termine che fino ad allora continuerà
a bloccare le facoltà assunzionali del Ministero.
Al Direttore Generale vorremmo ribadire che le
progressioni economiche non sono un atto
risarcitorio, ma un diritto sancito dal CCNL.
Claudio Meloni
FP CGIL NAZIONALE