Abbiamo
assistito ieri ad una ulteriore riunione, che doveva essere conclusiva
sull’accordo sulle progressioni economiche. Le posizioni in campo si sono
chiarite e ciascuna Organizzazione Sindacale ha espresso la volontà di aderire
o meno all’accordo. Quindi lo scenario dovrebbe essere chiaro, noi siamo tra
quelli che non hanno siglato l’accordo sulla base delle motivazioni ampiamente
motivate e rese pubbliche negli ultimi nostri comunicati. Invece no: ieri
abbiamo assistito ad un vero e proprio tentativo improprio di pressioni
culminato in un pessimo intervento del Capo Dipartimento, che ci è parso un
vero e proprio tentativo di intimidazione delle sigle sindacali che non hanno
ritenuto di aderire all’accordo. Insomma siamo in presenza di quella che
qualcuno molto eufemisticamente ha chiamato “moral suasion” e che
invece a noi è parso tutt’altro. In particolare quando il Capo Dipartimento ci
ha annunciato che anche lei farà, tramite la news letter della comunicazione
istituzionale, un vero e proprio comunicato ai lavoratori nel quale evidentemente
metterà all’indice i cattivi come noi. Insomma siamo arrivati alla
comunicazione istituzionale mossa per giustificare scelte negoziali e per
additare gli avversari, come nel più classico caso della dialettica sindacale.
Dobbiamo dire che questa ci mancava, mai da nessuna parte si era verificato, e
quindi siamo curiosi veramente di leggere il comunicato sindacale emesso
dall’Amministrazione. Già che ci siamo peraltro vorremmo invitare la dr.ssa
Bono a spiegare ai lavoratori le motivazioni dello stato di abbandono dei
lavoratori e dei servizi, del perché non si avvia uno straccio di processo
occupazionale a fronte di una carenza che si avvia a raggiungere la metà
dell’organico previsto, che cosa intendono fare dal primo settembre 2016, data
in cui, per effetto di quanto previsto dall’art.1, comma 331, della legge
190/2014, il personale amministrativo distaccato dalla scuola dovrà rientrare
nel comparto di appartenenza. E a spiegare ai lavoratori come mai non si
retribuiscono le prestazioni maturate nei periodi di superlavoro, non si
garantiscono le ferie, i riposi settimanali, come mai il Ministro non ha
ritenuto di interessarsi minimamente ai servizi pubblici che dovrebbe
garantire, e via cantando.
Insomma
non bastavano colleghi sindacalisti che oggi dicono tutto il contrario di
quanto affermavano non più tardi di 15 giorni fa, cercando di farci credere che
era questo che loro intendevano sin da allora, ci si mette pure la controparte
che, con una certa supponenza, ritiene di poter prendere a pesci in faccia chi
si permette di dissentire. Il risultato è che è stata ancora una volta rinviata
la data di conclusione a lunedì prossimo, con il malcelato obiettivo di
acquisire nuovi consensi da qualche sigla autonoma, visto che il nostro non
l’avranno. Il motivo è semplice: allo stato le sigle che hanno sottoscritto non
raggiungono il 50% della rappresentatività e, anche se questo non è elemento
ostativo alla sua efficacia. E, da quello che abbiamo capito, sono molto
tentati di far saltare l’accordo per poi additarci nella cosiddetta
comunicazione istituzionale. Avevamo pensato di disertare, un po’ sconcertati
da questi comportamenti, invece andremo a vedere il risultato di questa
appassionante “moral suasion” .
Per quello
che ci riguarda vorremmo tranquillizzare il Capo Dipartimento: ci additiamo da
soli. e lo facciamo copiandovi la nota a verbale con la quale abbiamo motivato,
nel merito, la nostra scelta di non condividere quell’accordo:
“NOTA A
VERBALE
La FP CGIL
non ritiene ci siano le condizioni per sottoscrivere l’accordo proposto in data
odierna per le seguenti considerazioni:
l’accordo
inserisce un criterio artificiale relativo alla media della valutazione sulla
produttività individuale riferito agli anni 2012/2013/2014. Tale inserimento è
stato giustificato dall’Amministrazione sulla base di una interpretazione che
prevederebbe l’obbligo di inserimento negli accordi sulle progressioni
economiche dei criteri previsti dall’art.23 del D. Lgs. 150/09. L’accordo
proposto non implica l’applicazione di questa norma, in quanto la valutazione
adottata in relazione alla distribuzione della quota individuale FUA non
corrisponde ai principi contenuti nel D. Lgs. 150/09 per esplicita, formale e
più volte ribadita posizione dell’Amministrazione. In particolare quando, in
sede di discussione sugli accordi FUA, la parte sindacale aveva avanzato la
proposta di strutturare il processo valutativo, in modo da renderlo omogeneo ai
sistemi normalmente adottati, con riferimento al diritto di contraddittorio,
alla costruzione di una banca dati che ne consenta il monitoraggio, nonché in
relazione alla definizione preventiva degli obiettivi di produzione.
L’unico
monitoraggio esistente, relativo all’anno 2012, evidenzia una disomogeneità
sostanziale nell’applicazione dei criteri previsti, tale da produrre pesanti
discriminazioni in ragione della collocazione territoriale e funzionale dei
lavoratori, così come appare del tutto aleatoria l’individuazione delle fasce
degli Uffici di diretta collaborazione,
criterio del tutto estraneo ai sistemi richiamati dalla norma che si vuole
imporre.
Pertanto
siamo in presenza di un accordo che utilizza surrettiziamente un criterio al
solo scopo di ottemperare discutibili richieste di organi esterni, richieste
peraltro appesantite dalla singolare imposizione della data di termine lavori
al 31 dicembre 2016, imposizione che non trova riscontro nel CCNL e nemmeno
nelle norme di contabilità generale. Il tutto con effetti pesantemente
discriminatori per i lavoratori.
La FP CGIL
infine richiama ancora l’Amministrazione alle proprie responsabilità in
relazione allo sfacelo organizzativo ormai del tutto ingiustificabile in cui
vivono gli Uffici del MIUR , dove la carenza di personale sta causando effetti
tragici sulle condizioni di lavoro e sulla funzionalità dei servizi. Di
conseguenza il richiamo alla responsabilità delle parti (costante nei discorsi
della controparte in questa squalificante vicenda) deve essere indirizzato alla
risoluzione di questi gravissimi problemi, non certo per ottenere il consenso
ad un accordo che la FP CGIL ritiene profondamente sbagliato.”
Questa è
la nostra posizione, responsabile, onesta e coerente.
Claudio Meloni
FP CGIL NAZIONALE