“Maggiori risorse economiche, sblocco del turnover e rinnovo del contratto. Questa la via da seguire”
Roma,
07 ottobre – “Con una sanità in uno stato di collasso, la sola via
percorribile per i cittadini alla ricerca di cure è il Pronto soccorso.
Una scelta obbligata che produce, come diretta conseguenza, un carico di
lavoro ingestibile che si riversa sulla qualità dei servizi offerti
così come sulle condizioni in cui operano le lavoratrici e i lavoratori
impiegati nei Pronto soccorso”. È quanto afferma la segretaria
nazionale della Funzione Pubblica Cgil, Cecilia Taranto.
“Da
tempo denunciamo – prosegue Taranto -, attraverso la nostra campagna
‘ProntoSoccorsoKo’ e senza che si sia fatto nulla a riguardo, che questo
eccessivo carico determina una situazione di caos – come i recenti
fatti di cronaca dimostrano – che va in parallelo con la progressiva
riduzione della capacità del sistema ospedaliero di rispondere ai sempre
maggiori bisogni di cura dei cittadini. È un grido d’allarme che,
inascoltati, da anni lanciamo e che non ci stancheremo di rilanciare per
invertire una situazione che produce effetti nefasti sui lavoratori e
sui cittadini. Da qui la nostra rabbia nei confronti di quanto è
accaduto al San Camillo, un caso non isolato ma che ha precedenti in
altre parti di Italia. La riorganizzazione territoriale, e la
definizione che mai la Regione Lazio ha deciso, di assistenza
domiciliare per i malati terminali avrebbe avuto un effetto concreto”,
sostiene la segretaria nazionale della categoria dei servizi pubblici
Cgil.
“La riduzione, invece,
della rete ospedaliera e la mancanza di una alternativa, il fallimento
del sistema del privato accreditato che sta ‘saltando’ ovunque nel
paese, i tagli alla sanità così come al personale, producono come
risultato non solo l’intasamento dei pronto soccorso ma soprattutto si
riversano sui cittadini, privati di un diritto sancito dalla
Costituzione, e sui lavoratori, sempre più costretti a turni massacranti
per poter offrire un servizio che sia all’altezza”, continua Taranto.
Le
ragioni del caos che si registra nei Pronto soccorso di tutto il paese,
conclude la segretaria nazionale, “risiede in queste valutazioni. Uno
stato che è possibile invertire ponendosi come obiettivo la
valorizzazione del lavoro e il miglioramento dei servizi, che tradotto
vuol dire: maggiori risorse al fondo sanitario, investimento sul
personale, superamento del precariato e rinnovo del contratto come
veicolo non solo per rispondere a un diritto dei lavoratori ma anche per
migliorare il funzionamento dei servizi. Non vogliamo più che si
registrino casi come quelli di questi giorni. La salute è un diritto,
che va garantito partendo dal dare valore al lavoro”.