Consulta nazionale di Protezione civile: Il capro espiatorio la protezione civile? Noi non ci stiamo e non lo permetteremo

19 Gennaio 2017

Comunicato

Il capro espiatorio la protezione civile? Noi non ci stiamo e non lo permetteremo

Apprendiamo, da alcune agenzie di stampa che, a fronte del perdurare della sequenza sismica nell’ Italia Centrale, si vuole speculare politicamente sulla pelle delle popolazioni colpite dai tragici eventi, screditando le migliaia di lavoratori e lavoratrici che stanno dando il massimo, ininterrottamente, sulle zone colpite dal sisma fin dal 24 agosto del 2016.
Non ci meraviglia che a farlo sia quella parte del mondo politico che usa il megafono Bertolaso unitamente alla simultanea e solita veemenza verbale di alcuni politici. L’abusato schema della macchina del fango che si ripete.
Attacchi volgari contro chi, da 5 mesi ormai, lavora assiduamente con costanza e con grande spirito di servizio. Pensiamo, a ragione, che il livore e furore ideologico intriso di cattiva fede dei vecchi e nuovi paladini della protezione civile SPA, sia determinato, in gran parte, proprio dal fatto che il “sistema tiene”, nonostante le numerose scosse telluriche che ne saggiano la consistenza della risposta ogni volta.
Una di quelle scosse, è bene ricordarlo, è assimilabile a quella dell’Irpinia 1980 che fece migliaia di morti.
Un sistema coeso, trasparente, vicino alle popolazioni, ai sindaci e fedele alle istituzioni quello attuale e non autarchico, arrogante, autoritario e irrispettoso delle istituzioni, come quello della fu SPA. Forse è proprio questa differenza di visione/gestione politica e sociale, pur con tutti i limiti che non ci sfuggono, che alimenta la fornace del livore che ha messo in moto la solita e rodata macchina del fango di cui sopra.
La campagna elettorale, mai sopita, non tocchi i lavoratori e le lavoratrici della sanità, dei vigili del fuoco, delle Forze armate, delle Forze di polizia, dei gruppi nazionali di ricerca scientifica, dell’Istituto nazionale di geofisica ed altre istituzioni di ricerca, della Croce rossa italiana, delle organizzazioni di volontariato, del Corpo nazionale soccorso alpino-CNSA (CAI), dei lavoratori e lavoratrici delle Regioni, delle Province, dei Comuni e degli enti pubblici e privati e del dipartimento della protezione civile della PCM: in una parola del servizio nazionale di protezione, garantito dalla legge.
Quel servizio pubblico e per questo gratuito per i cittadini/e che evidentemente gli indomiti paladini della protezione civile SPA volevano e vogliono abolire, degni figli di quella scellerata politica delle privatizzazioni/estrenalizzazioni che ha letteralmente raso al suolo il sistema Paese che ora, evidentemente, presenta il conto dappertutto. Ai paladini della SpA, in particolare, vogliamo ricordare, che le lacune che oggi denunciano sono frutto proprio della loro concezione di servizio, che ha deresponsabilizzato il livello locale, disintegrando quella filiera di gestione e coordinamento che si era faticosamente costruita dal Friuli in poi.
Quei paladini che hanno solo gestito grandi eventi ed “emergenze” fittizie e mediatiche, lautamente finanziate come quelle del traffico, delle gare velistiche e simili; quelli che volevano far saltare ponte Sisto a Roma durante una fisiologica piena del Tevere, che hanno approfittato delle emergenze per consistenti assunzioni nello Stato senza concorso degli amici degli amici piazzandoli nei punti delicati e nevralgici delle istituzioni. I cavalieri della protezione civile SPA che hanno poi rivelato la loro vera consistenza professionale e amore per il Paese nella gestione del tragico terremoto aquilano.
Si vergognino invece di pontificare ed ergersi a competenti perché competenti non sono e non lo sono mai stati.
Noi non lasceremo che si ritorni a quell’andazzo, lo abbiamo ostacolato allora e lo faremo oggi più determinati che mai.
Roma 19.1.16

CONSULTA NAZIONALE DI PROTEZIONE CIVILE

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