COMUNICATO
Il nostro comunicato odierno per inviarvi due
comunicati stampa relativi alla vicenda di Brera e alla fresca fresca vicenda
di Pompei e delle assemblee in serie ed alla ultimissima notizia che ci vede
vincitori di un ricorso contro il comportamento antisindacale
dell’Amministrazione, che ha tolto, dietro sollecitazione di alcune sigle
autonome, le funzioni di caposervizio ad una nostra delegata AFAV in quanto
“incompatibile” con il famigerato Codice Etico.
Possiamo al riguardo aggiungere solo altre
considerazioni:
la prima di ordine generale riguarda la disinvoltura
con la quale il nuovo corso affronta le questioni di sicurezza e quanto
successo a Brera non è altro che la conseguenza di scelte che hanno messo in
secondo piano la tutela del nostro patrimonio.
Sulla sicurezza del nostro patrimonio riceviamo quasi quotidianamente
segnalazioni dai lavoratori di misure che mirano alla riduzione dei contingenti
di personale addetto, come, ad esempio sta avvenendo al MANN di Napoli, che
riduce i turni notturni perché sottrae personale proditariamente alla vigilanza
ed alla Galleria Borghese dove, in piena emergenza terrorismo, si fanno
priolunamenti di aperture serale affidando le sale solo ai
“volontari”. C’è un piano triennale di messa in sicurezza dei sistemi
di protezione e custodia dei beni culturali, a questo punto sarebbe
interessante verificare quanto e come questo piano è stato realizzato. Nelle
more speriamo quanto sta avvenendo sia materia di riflessione per i politici
ministeriali ed i manager internazionali.
La seconda riflessione su Pompei è che la
modifica alla legge sullo sciopero è servita solo a ridurre i diritti
costituzionali dei lavoratori, non certo ad impedire le assemblee indette in
sequenza per risolvere conflitti interni. E di sicuro non ci è piaciuta
l’intervista data dal Soprintendente Osanna al Mattino di oggi: una intervista
piena di toni arroganti che mira a sollevare le proprie responsabilità da un
metodo di conduzione delle relazioni sindacali che è stato del tutto
propedeutico ai comportamenti che denuncia. Troppo facile, prof. Osanna.
Detto questo ribadiamo che quel metodo non lo
condividiamo in toto e riteniamo sia solo frutto di una deriva sindacale
corporativa. Peccato per il Ministro che ha confuso volutamente e
strumentalmente una assemblea invece del tutto giustificata da una vertenza
sindacale, quella della Soprintendenza
Archeologica romana di settembre 2015, per fare approvare una norma rivelatasi
tanto inefficace quanto liberticida.
Una sentenza di grande civiltà giuridica a difesa
dei diritti di rappresentanza.
Sempre a proposito di norme liberticide è
arrivata oggi la sentenza del giudice di Cuneo sulla vicenda segnalata in
premessa.
Sentenza arrivata a distanza di qualche giorno da una ennesima nota
della DG Musei, che, senza alcun titolo e dietro sollecitazione di sigle autonome,
è intervenuta pretendendo di modificare accordi regolarmente sottoscritti dalle
parti e efficaci. Nella stessa nota, con i soliti toni arroganti, la Direzione
Generale dei Musei ha ribadito la legittimità di un atto che oggi viene
definito dal giudice come comportamento antisindacale. Adesso siamo curiosi di
vedere cosa avranno da dire.
Noi riteniamo questa sentenza una vittoria della
democrazia e una pietra miliare che affossa un Codice Etico che interviene su alcune materie
delicatissime, limitando il diritto di opinione dei lavoratori e estendendo il
principio della incompatibilità a funzioni diverse da quelle di Direzione, che
invece, paradossalmente vengono tutelate, come è avvenuto nel caso della
Biblioteca Nazionale di Bari, la cui direzione è stata affidata a persona
proveniente da un incarico sindacale. Due pesi e due misure che la dicono
lunga: con il Codice Etico l’Amministrazione vuole solo avere mano libera e la
sentenza di Torino inizia a fare giustizia.
Inizia a fare giustizia pure dei comportamenti di alcune sigle autonome, tra cui quelli che
strillano a vanvera di democrazia, che hanno denunciato questa situazione
chiedendo la revoca dell’incarico di capo servizio alla nostra delegata. Si
leggessero questa sentenza.
Noi ve la trasmettiamo con vero piacere,
complimentandoci con i compagni del Piemonte,
e consigliamo attenta lettura. Questo anche in risposta ai tentativi che
ogni tanto si mettono in atto da parte dei sindacati autonomi per tentare di
limitare la possibilità di rappresentanza democratica dei lavoratori. Parte
peraltro rivendicata esplicitamente a livello nazionale dal rappresentante USB.
Solidarietà ai compagni di Genova
Sempre in tema di democrazia dobbiamo registrare
un attacco personale portato dalla O.S. USB, sempre loro, che con un delirante
comunicato se la prendono con i nostri compagni colpevoli di non condividere le
loro posizioni rispetto ad una querelle del tutto strumentale che la stessa
O.S. ha messo in piedi, purtroppo con l’avallo di alcuni settori interni
all’Amministrazione, contro il dirigente della Biblioteca Universitaria.
Un attacco violento, aggressivo e del tutto
estraneo alla normale dialettica sindacale.
Ai nostri compagni di Genova va tutta la nostra
solidarietà e la condivisione sulle posizioni assunte nel caso specifico,
puntualmente illustrate in una nota analitica sulla quale l’USB ha sollevato un
polverone arrivando addirittura alla minaccia di querele. Certo noi non ci
faremo intimidire da questi polveroni che nascondono il nulla. E non scenderemo
a livelli che degradano il confronto sindacale a rissa da cortile.
In allegato
i comunicati stampa su Brera e Pompei e il testo della sentenza del
Giudice del Lavoro di Cuneo.
Roma, 27 gennaio 2017
Claudio Meloni
FP CGIL Mibact