Sanità, Cgil Cisl Uil: no a spaccature tra professioni sanitarie

03 Marzo 2017

Sanità, Cgil Cisl Uil: no a spaccature tra professioni sanitarie


Comunicato Stampa Fp Cgil – Cisl Fp – Uil Fpl

No spaccature e steccati tra le professioni sanitarie
Per fare innovazione organizzativa e contrattuale
serve un tavolo con tutte le professioni

Roma,
2 marzo 2016

È ormai da quasi un decennio che siamo mobilitati per
rappresentare ai Governi che si sono succeduti le grandi fragilità del
servizio sanitario pubblico. Un servizio che è in graduale dismissione
per colpa di politiche sbagliate, prime fra tutte la costante
diminuzione di risorse i blocchi del turn-over e della contrattazione.

Da
Prodi a Renzi passando per Berlusconi, abbiamo organizzato decine di
iniziative nazionali e locali che hanno portato in piazza centinaia di
migliaia di lavoratori appartenenti alle diverse anime del pubblico
impiego, in particolare tra i professionisti e gli operatori della
sanità. I risultati delle ultime elezioni delle RSU, eccellente in
termini di partecipazione al voto e di consenso per i sindacati
confederali, sono la migliore testimonianza del coinvolgimento che siamo
riusciti a creare. Un coinvolgimento trasversale, al di là di steccati e
barriere sia ideologiche che professionali.

È
su questa esperienza di condivisione ampia di proposte e obiettivi che
si fonda la nostra visione globale del percorso, non solo organizzativo
ma anche contrattuale, che deve portare a una riorganizzazione
innovativa del settore sanitario e al rilancio dei suoi servizi. E siamo
i primi ad essere sorpresi che qualcuno pensi ora di metterlo in
discussione. La definizione dei nuovi comparti e aree dirigenziali deve
rappresentare l’unità del sistema professionale ed organizzativo del
servizio sanitario nazionale, riconoscendo strumenti contrattuali in
grado di valorizzare le specificità di tutte le professioni sanitarie,
tecniche, amministrative e professionali nei diversi ambiti lavorativi
ospedale, territorio, servizi di emergenza, di continuità assistenziale,
distretti, strutture protette ecc.. in una convergenza che permetta di
riconoscere le diverse competenze professionali che concorrono alla
risposta di salute per il cittadino. Anche per questo il rinnovo del
Contratto Nazionale di lavoro non è più rinviabile.

Non
si tratta di una forzatura. Un progetto serio di modernizzazione del
servizio sanitario nazionale richiede innovazione organizzativa, ma non
solo: vanno utilizzati tutti gli strumenti, anche quelli contrattuali,
per declinare nelle diverse realtà modelli organizzativi più avanzati e
per valorizzare le competenze dei professionisti e degli operatori nei
nuovi percorsi di cura e assistenza.Sarà
un cammino di evoluzione complesso, impegnativo e pieno di difficoltà,
ma proprio per questo siamo convinti che le centinaia di migliaia di
lavoratori del servizio sanitario nazionale debbano marciare uniti,
senza spaccature ideologiche né steccati tra una professione e l’altra.

 
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