Dal 28 febbraio al 2 marzo si è svolta la convention annuale dei delegati Ucapse delle tre maggiori municipalità israeliane: Haifa, Tel Aviv e Gerusalemme. Ucapse è il sindacato israeliano dei lavoratori dei servizi pubblici appartenente alla confederazione Histadrut, la principale organizzazione sindacale nello Stato di Israele. Alle giornate di lavoro sono stati invitati anche rappresentanti di sindacati stranieri: il sindacato polacco Solidarnosch dell’area credito e assicurazioni; rappresentanti del sindacato francese CFDT, un rappresentante FISAC CGIL, Mario Ongaro e Nadia Pagano per la FP CGIL nazionale. Nella prima giornata i saluti del sindaco di Eilat che ha sottolineato l’importanza di svolgere eventi in un luogo dalla vocazione turistica ma che è ancora ignorato dal grande turismo internazionale, probabilmente per timori legati alla sicurezza. Quindi il presidente di Ucapse, Arnon Bar David, al suo secondo mandato, ha fatto il bilancio di 10 anni di attività del sindacato. Bilancio positivo perché sono stati firmati due importanti accordi: con il primo i lavoratori hanno avuto 7,5 percento di aumento. Gli aumenti sono stati distribuiti in maggior misura ai salari più bassi. L’hanno defnita “un’operazione di giustizia sociale”. Il miglior accordo è stato quello sul salario minimo, 4300 shekel in tre anni (circa 1000 euro). Per ottenere questi accordi è stato necessario un grande sciopero. E’ stato inoltre respinto negli ultimi anni un tentativo di militarizzazione dei vigili del fuoco, simile a quanto è successo in Italia per le guardie forestali. In particolare è stato attaccato il loro diritto di sciopero. La lotta del sindacato è riuscita comunque ad impedire che fossero modificati i diritti di questi lavoratori.
Ha quindi parlato un responsabile del fondo per la formazione che ha messo in evidenza l’aumento dell’impegno economico del sindacato in questo settore.
Nella seconda giornata un pomeriggio è stato dedicato ad una sorta di one man show di Tzvi Yehezkieli, giornalista israeliano, corrispondente arabo e autore di alcuni documentari sul mondo arabo e sui migranti in europa.
Il giornalista ha raccontato la sua esperienza di lavoro all’estero, del terrorismo di Daesch e dei rapporti con i palestinesi, proiettando anche brani di un suo documentario ed alcune interviste.
Il suo punto di vista tende ad identificare i migranti con i terroristi e ad accusare i paesi europei che offrono accoglienza ai migranti di facilitare, inconsciamente, il terrorismo ospitando questi migranti che si radicalizzano proprio nelle moschee che i paesi europei permettono loro di edificare.
Questo ha provocato una reazione di alcuni degli ospiti stranieri che ne hanno discusso con rappresentanti del sindacato.
La discussione è proseguita il giorno successivo, in particolare si è parlato dei rapporti con il sindacato palestinese Pgftu, con il quale, afferma Ucapse, esiste una buona cooperazione, il 50 per cento delle quote dei lavoratori palestinesi viene trasferito da Ucapse a Pgftu. Non sono molti, però, i lavoratori palestinesi che si rivolgono al sindacato israeliano.
Alla domanda se ci siano problemi a riconoscere le qualifiche dei lavoratori palestinesi è stato risposto che non ce ne sono, vengono riconosciuti loro tutti i diritti previsti dai contratti. Secondo Ucapse i lavoratori palestinesi hanno mediamente salari più bassi perché meno qualificati.
I rapporti del sindacato con il governo israeliano sembrano essere buoni, in particolare con il ministero delle finanze. I contratti del settore pubblico sono stati tutti rinnovati.
Si è anche chiesto del nuovo disegno di legge che legalizza quasi 4.000 case dei coloni in nuovi insediamenti (settlements) su terre private palestinesi in Cisgiordania. Secondo Ucapse il governo di Israele si è comportato correttamente sgomberando i settlement abusivi, come nel caso di Amona. Gli ultimi insediamenti sono regolamentati dal nuovo disegno di legge. I proprietari dei terreni sono risarciti e, se necessario, possono ricorrere all’Alta Corte.
E i ricorsi ci sono già, (ndr) come quello presentato l’8 febbraio scorso da due ong israeliane alla Corte suprema di Gerusalemme contro questa legge approvata dalla Knesset (Parlamento Israeliano) perchè si ritiene, tra le altre cose, “in contrasto con il diritto internazionale ed umanitario” .
Nadia Pagano
17 marzo 2017