Sicurezza/DAP: Dotazioni organiche della Polizia Penitenziaria nel Lazio

30 Novembre 2017

Comunicato Stampa

Se invece di parlare di fake news, si pensasse davvero alla vita reale dei lavoratori … ( riflessioni ad alta voce sul taglio degli organici della Polizia Penitenziaria del Lazio)

Con un decreto del Ministro della Giustizia sono state ufficializzate le piante organiche del personale del corpo di polizia penitenziaria in modo da dare attuazione a quanto previsto nella nuova dotazione organica definita con decreto legislativo del 29 maggio 2017 (cosiddetto decreto Madia). Ebbene, il risultato è che si scende da 5648 a 5116 agenti assegnati alle carceri del Lazio, dell’Abruzzo e del Molise. Tutto questo, ovviamente sulla carta, perché, quando si passa davvero alla realtà, i numeri ci dipingono una situazione impietosa: nel solo Lazio, da 4348 agenti effettivamente operanti nelle 14 Case Circondariali della nostra regione si arriva a 3816 con un taglio di ben 532 agenti. Paradossalmente, la carenza di personale che tutti da anni- da Ministri a Dirigenti dell’Amministrazione centrale e periferica, dagli organi di informazioni nazionali e locali alle organizzazioni sindacali – hanno denunciato essere presente all’interno delle nostre sedi carcerarie, invece di essere colmata, viene aumentata. Come tutto questo possa ripercuotersi nella già precaria conduzione degli istituti di pena, è facilmente immaginabile: aumento di carichi di lavoro per il personale, aumento esponenziale del ricorso allo straordinario (prima o poi, qualcuno dovrà pur cominciare a chiedersi come mai lo straordinario possa divenire strumento ordinario…) , peggioramento delle condizioni di vita e di lavoro dei poliziotti penitenziari: avevamo detto, in occasione di una manifestazione unitaria tenutasi davanti Montecitorio il 19 settembre scorso, che le condizioni in cui versa il Corpo di polizia Penitenziaria fossero allo stremo e, sempre in quella manifestazione avevamo chiesto più fatti e meno parole. Per quel che ci riguarda, non ci limiteremo alla sola denuncia dei fatti, ma metteremo in campo ogni strumento consentito dal contratto e dalle normative vigenti che possa chiamare l’Amministrazione a rispondere delle proprie responsabilità.

Roma, 30 novembre 2017

 

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