Mibact – Accordo posizioni organizzative – comunicato contrattazione

05 Dicembre 2017

CONTRATTAZIONE DEL 4 DICEMBRE: GLI ESITI 

Abbiamo avuto ieri una chilometrica riunione con l’amministrazione che ha toccato vari temi che vi illustriamo di seguito:

POSIZIONI ORGANIZZATIVE
Sulle posizioni organizzative è stato raggiunto un accordo transitorio che consente il pagamento delle posizioni organizzative a tutto il personale che ha avuto incarichi derivanti dalla riorganizzazione del sistema delle Soprintendenze e dei Poli Museali, ovvero i Direttori dei Musei e i Funzionari Capi area, nonché i Direttori Amministrativi delle stazioni appaltanti. Un accordo transitorio perché la materia sarà trattata in modo più articolato nel 2018, con l’obiettivo di ampliare ulteriormente le risorse dedicate e la platea dei potenziali interessati. In ogni caso noi consideriamo positivo il riconoscimento a lavoratori che in questa fase convulsa della transizione si sono sobbarcati responsabilità certe. E lo abbiamo fatto utilizzando tutto il plafond disponibile sul FUA. Sul punto abbiamo registrato i soliti velleitarismi della FLP, la quale ormai ha assunto la linea di non firmare nulla almeno prima delle elezioni delle RSU. In sostanza, secondo questo sindacato, al MIBACT non ci dovevano essere le progressioni economiche e non si dovevano dare le posizioni organizzative. Ma il polverone, si sa, aiuta, tant’è che il coordinamento nazionale FLP non si fa mancare nulla, persino di imputare al sottoscritto di voler fare trasferire i lavoratori entro i 50 chilometri. Naturalmente tutto falso ed è solo un misero attacco personale. Un metodo squadrista che qualifica chi lo produce: per noi la dialettica sindacale è ben altro da questo e certo questo non aiuta a migliorare il pessimo giudizio che abbiamo su questa organizzazione sindacale e la sua azione nel MIBACT.

MOBILITA’ VOLONTARIA E MOBILITA’ DI UFFICIO
Abbiamo avuto l’informativa sulla mobilità volontaria: ci sono state 150 rinunce da parte dei vincitori e il giorno 11 la Commissione si riunirà nuovamente per verificare tutte le segnalazioni che sono pervenute rispetto alla procedura. Noi abbiamo chiesto di mantenere in piedi la graduatoria al fine di consentire lo scorrimento del personale che ha fatto istanza verso sedi che sono state oggetto di rinuncia, di verificare alla luce degli incroci derivanti dalle nuove assunzioni e la mobilità volontaria. Dandoci un periodo di tempo per verificare la possibilità di queste ulteriori mobilità. Ci è stato risposto che si procederà agli scorrimenti, sul resto sono stati generici ma la questione la verificheremo anche alla luce di quello che sortirà dalla nuova riunione della Commissione. E, proprio in questa occasione, l’Amministrazione per la prima volta ha posto in maniera pesante sul tavolo la questione della mobilità di ufficio, dichiarando di avere intenzione a procedere, in ambito esclusivamente urbano, alla riallocazione dei lavoratori sulla base della valutazione degli organici presenti nella singola città, con riferimento alle dotazioni effettive attualmente riscontrabili ed ai soprannumeri presenti in alcune qualifiche in Uffici a cui fa da contraltare la carenza delle stesse professionalità in altri Uffici. Un annuncio che noi consideriamo quanto meno prematuro e ancora tutto da verificare, per noi ancora ci sono delle fasi da valutare e comunque, a fronte di una norma (non certo di una opinione del sottoscritto) che consente in ogni caso all’amministrazione di disporre unilateralmente il trasferimento dei lavoratori entro 50 chilometri, il fatto che l’intenzione espressa è quella di evitare mobilità di ufficio extraurbane è un fatto positivo. Ma per noi l’eventualità di riallocazioni di ufficio è ancora tutta da verificare: ci sono ulteriori passaggi da verificare, dalla gestione della mobilità volontaria alla valutazione di una nuova fase di passaggi orizzontali, per finire alla sanatoria dei distacchi. L’amministrazione tenderebbe a farne un unico pacchetto, ma noi non siamo d’accordo: occorre procedere per fasi e poi alla fine valutare, anche sulla base delle preventivate uscite per pensionamento, la dimensione effettiva dei soprannumeri che potrebbero ridursi di molto. Quindi noi, con buona pace della FLP, andiamo avanti su un percorso negoziale che sinora ha impedito, grazie all’azione dei sindacati seri, che un processo di riorganizzazione così complesso possa causare incidenze più gravi di quelle che verifichiamo sulle condizioni di lavoro e dei lavoratori.

GLI ARCHIVI E IL SABATO
Sempre ieri abbiamo avuto il sospirato confronto con il dr. Famiglietti sulla questione delle aperture del sabato degli Archivi e possiamo dire che l’esito è stato migliore delle nostre aspettative. Il Direttore è stato franco e preciso nella sua esposizione e ha ulteriormente rafforzato la sua visione normativa rispetto agli obblighi che la legge gli impone. Noi la pensiamo diversamente, ma non è questo il problema. Abbiamo ricordato (e ci dispiace veramente che la FLP non lo abbia rilevato, additandoci ai lavoratori) che la determinazione degli orari di servizio, ovvero degli orari di apertura degli Uffici, è prerogativa esclusiva della parte datoriale. A noi resta invece la contrattazione sull’articolazione degli orari ed in questo caso la verifica delle condizioni organizzative al fine di valutarne la loro compatibilità con gli orari di servizio. Per questo abbiamo rilevato che la riunione doveva essere preventiva ad ogni decisione, perché è anche obbligo normativo primario dell’amministrazione il dovere di assicurare risorse umane e strumentali adeguate al funzionamento dei servizi. Cosa che, nel caso degli Archivi, non è, come peraltro ha rilevato lo stesso Direttore rivendicando per il suo settore pari dignità con gli altri e peraltro noi abbiamo rivendicato la necessità che gli Archivi mantengano i progetti nazionali, che sarebbero messi seriamente a rischio da una imposizione generalizzata dell’orario di apertura su sei giorni. Il nostro giudizio positivo deriva invece dal fatto che lo stesso Direttore ha riconosciuto che, pur in presenza di questa norma che lui giudica imperativa, 35 Archivi sui 50 che allo stato mantenevano l’orario di servizio su 5 giorni non sono in condizione di assicurare l’apertura del sabato e pertanto manterranno l’apertura solo su cinque. Per alcuni di essi l’Amministrazione ha attivato una convenzione quadro con Ales per sopperire a figure di supporto. Malgrado questo, sempre a giudizio del DG, mancano almeno 90 lavoratori per poter avere una dotazione minima che possa far raggiungere l’obiettivo. Quindi le nostre obiezioni, che non erano solo riferibili ad una querelle interpretativa delle norme, erano più che giustificate. In ogni caso siamo rimasti che la Direzione Generale ci invierà l’elenco degli Uffici che a loro avviso possono riaprire il sabato e quello per i quali tale eventualità è giudicata non possibile. Noi procederemo con le dovute verifiche e poi ci rivedremo sul tavolo nazionale nel giro di una decina di giorni. Nelle more l’impegno comune è quello di sospendere ogni azione unilaterale sul territorio, sperando che riflettino anche quei funzionari più realisti del re che si sono affrettati a cambiare orari nella logica di chi attacca il carro dove vuole il padrone.

ASSUNZIONI
Finalmente stanno partendo le assunzioni e l’Amministrazione ci ha confermato l’intenzione di chiudere questa partita entro fine mese. Vedremo. Intanto registriamo come segnale positivo il fatto che l’Amministrazione ha riconosciuto il diritto alle tutele sociali anche ai neo assunti, abbandonando quella posizione punitiva e foriera di contenziosi a perdere, che aveva assunto proditoriamente nella passata tornata assunzionale. Anche questo lo riteniamo un piccolo passo verso l’affermazione dei diritti dei lavoratori .

Claudio Meloni
FP CGIL Nazionale Mibact

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