Sanità/SSAEP/Funzioni Locali: Educatori professionali – richiesta unitaria di incontro a governo regioni e ANCI

18 Luglio 2018

Al Ministro dello Sviluppo Economico,
Lavoro e Politiche Sociali
On. Luigi Di Maio

Al Ministro della Salute
On. Giulia Grillo

Al Ministro dell’Istruzione, dell’Università e
della Ricerca
On. Marco Bussetti

Al Presidente del Consiglio dei Ministri
Prof. Giuseppe Conte

Al Presidente della Conferenza delle
Regioni e Province Autonome
Dott. Stefano Bonaccini

Al Presidente dell’A.N.C.I.
Dott. Antonio Decaro

Oggetto: educatori professionali, richiesta urgente di apertura confronto

Onorevoli Ministri e Ill.mi Presidenti,
con la presente, intendiamo rappresentare il quadro di una situazione che sta assumendo una connotazione sempre più preoccupante per le lavoratrici e i lavoratori coinvolti, con possibili problematiche occupazionali e conseguenti ripercussioni sui servizi erogati.
Nel nostro Paese, in seguito a scelte politiche che si sono ripetute negli ultimi vent’anni
stanti la nostra opposizione e contrarietà, la figura dell’educatore professionale è stata progressivamente
sdoppiata; questo poiché sono stati creati e mantenuti in vita due corsi universitari (presso
la facoltà di Medicina e Chirurgia e la facoltà di scienze dell’Educazione e della Formazione) per
qualifiche molto simili e per molti ambiti sovrapponibili, nonostante l’impostazione normativa del
D.M. Sanità 520/1998 prevedesse corsi unici, integrati e multi facoltà che rispondessero ai bisogni
dei servizi sanitari, sociosanitari, socioeducativi e educativi.
Allo stesso tempo, al quadro sopra delineato si è aggiunta l’incontrollata attivazione di corsi
di formazione professionali, diversi a seconda dell’ambito regionale/territoriale di riferimento, che
hanno diplomato lavoratrici e lavoratori con qualifiche molto diverse ma con l’obiettivo di rispondere
ai fabbisogni di educatori nei vari servizi pubblici, sia quelli erogati direttamente dalle aziende e
enti pubblici, sia quelli erogati da aziende e imprese private, in appalto e/o in accreditamento.
Alla fine dello scorso anno, con due nuovi provvedimenti normativi, i commi dal 594 al 601
della Legge 205/2017 e la Legge 3/2018 “Lorenzin”, si è voluto intervenire sulle figure professionali
degli educatori professionali, riconoscendo giuridicamente il doppio binario formativo (Educatore
professionale socio sanitario e Educatore professionale socio pedagogico) con scelte che affrontano
solo alcune delle storiche criticità e che presentano importanti criticità interpretative.
Le stime più accreditate, considerano che gli educatori professionali in Italia, riconducibili a
entrambi i profili oggi riconosciuti, ammontino a oltre 75.000 persone, impiegate anche con qualifiche,
inquadramenti e livelli salariali differenti, a seconda dei contratti nazionali di lavoro applicati.
Qui di seguito, elenchiamo alcune delle più gravi criticità:
· l’Educatore professionale socio sanitario e l’Educatore professionale socio pedagogico hanno
ambiti di competenza, definiti dalle rispettive norme istitutive, che sono sovrapponibili nei servizi
educativi, socioeducativi e sociosanitari; è necessario addivenire ad un’interpretazione
condivisa e omogenea sul territorio nazionale sui fabbisogni e sull’impiego di entrambe
le figure professionali
· i regolamenti regionali, i bandi di appalto ed i criteri di accreditamento, nelle regioni e nei
comuni, sono estremamente eterogenei e non tengono conto delle nuove disposizioni di Legge
nazionali; se non fossero armonizzati al più presto, in modo omogeneo nel territorio nazionale,
potrebbero causare l’illegittima estromissione dal mondo del lavoro di lavoratrici e lavoratori,
originando azioni vertenziali generalizzate e indubbi riflessi sulla qualità dei servizi resi ai
cittadini
· è necessario chiarire come si integrano le previsioni della Legge 205/2017 e quelle del
D.Lgs. 65/2017 “Buona Scuola”, che, per il settore educativo, prevedono requisiti diversi per
il personale impiegato
· le lavoratrici ed i lavoratori destinatari dei corsi intensivi universitari da 60 CFU, in sanatoria
per l’ottenimento della qualifica di Educatore professionale socio pedagogico, previsti dal comma
597 della Legge 205/2017 (inizialmente sospesi ma poi sbloccati con Circolare MIUR prot.
20381 del 5/07/2018 e parere CUN reso durante l’adunanza del 3/07/2018), hanno esperienze
lavorative variegate, curriculum formativo disomogeneo, età anagrafica spesso elevate e condizioni
familiari/economiche molto diverse; occorre individuare soluzioni che facilitino,
omogeneamente e indipendentemente dal CCNL applicato, la frequenza di tali corsi e
che limitino l’impatto dei costi di iscrizione a carico delle lavoratrici e dei lavoratori interessati;
sono previsti tre anni di tempo per poter fruire di questi corsi, ma i ritardi e le incertezze
stanno riducendo notevolmente questo arco temporale
· i percorsi per il riconoscimento dell’equivalenza agli educatori professionali socio sanitari,
previsti dall’art. 4 comma 2 della Legge 42/1999 e dal D.P.C.M. 26 luglio 2011, che potrebbero
risolvere le problematiche di quelle lavoratrici e lavoratori in possesso di titoli del vecchio
ordinamento, non sono mai stati avviati; poiché è una possibile soluzione attesa da quasi
vent’anni, occorre avviare subito questi percorsi in tutto il territorio nazionale, aprendo, nel
contempo, una seria riflessione che possa sancire l’estensione dei titoli del vecchio ordinamento
valutabili anche oltre le originarie previsioni normative (non solo quelli ottenuti prima del
1999)
· i percorsi di riconoscimento dei professionisti in possesso di titoli del vecchio ordinamento
(equipollenza o equivalenza) e quelli previsti dai commi 597-598 della Legge 205/2017, risolvono
solo parzialmente i problemi perché ognuno è possibile solo per una delle due figure
professionali, indipendentemente dall’effettivo ambito lavorativo; uno dei
casi/esempio delle situazioni che si stanno verificando, è l’educatore che lavora nel socio sanitario
e non ha la possibilità di ottenere l’equivalenza o l’equipollenza (istituti riservati solo
all’educatore professionale socio sanitario); questo potrà accedere ai percorsi introdotti dalla
Legge 205/2017, che però valgono solo per l’educatore professionale socio pedagogico, ma,
anche con il riconoscimento della qualifica, potrebbe continuare ad avere problemi giuridici e
di collocazione all’interno del proprio luogo di lavoro
· pur senza prevedere effetti automatici, è necessario aprire un confronto nazionale per individuare
soluzioni virtuose e realistiche, applicabile in tutti i CCNL del settore, per incentivare lo
sviluppo di carriera di chi si vedrà riconosciuta giuridicamente la qualifica
· è necessario ottenere urgentemente interpretazioni uniformi, valide su tutto il territorio
nazionale, delle previsioni normative che salvaguardano i diritti maturati da chi è già inserito
nel mondo del lavoro (comma 599 della Legge 205/2017), soprattutto nei casi di
cambio di appalto; a queste lavoratrici e a questi lavoratori è garantito dalla Legge di poter
continuare, senza alcuna penalizzazione, a svolgere la professione educativa (entrambi i profili),
se hanno già svolto la professione per almeno un anno, anche non continuativo, alla data
del 1 gennaio 2018; riteniamo che questa previsione debba essere considerata valida anche
nei cambi di appalto, poiché l’attività educativa maturata, anche al variare del datore di lavoro,
continuerà a essere prestata per gli stessi servizi, sussidiari del pubblico, e, spesso, negli
stessi ambiti e con gli stessi utenti
Come richiamato all’inizio, non abbiamo mai condiviso la scelta politica di suddividere in
due la figura (educatore professionale sociosanitario e educatore professionale socioeducativo);
questa scelta ha prodotto l’effetto di aumentare i problemi perché negli ambiti socioassistenziale e
socioeducativo, i due profili hanno ambiti di competenze sovrapponibili e questo causa ulteriore incertezza sul futuro degli operatori.
Per rispondere alle effettive esigenze della numerosa platea professionale su quest’ultimo
aspetto, vi chiediamo di aprire una seria e approfondita discussione che miri, nel prossimo
futuro, a riunificare le professioni educative, arrivando a definire una professione polivalente in
questi ambiti (anche se specializzabile con percorsi post base), formata in modo integrato e con la
fattiva collaborazione di tutte le facoltà universitarie interessate, per la quale siano previsti percorsi
di equipollenza/equivalenza seri, oggettivi e praticabili.
Poiché riteniamo che sia necessario affrontare subito le criticità evidenziate e più sopra descritte,
vi chiediamo l’urgente avvio di un tavolo nazionale che possa individuare risposte
coerenti e omogenee.
Auspichiamo anche l’avvio di tavoli regionali per contestualizzare le soluzioni di queste
problematiche, operando anche la revisione dei criteri di accreditamento e delle regole per gli appalti
in vigore, nonché per evitare di penalizzare le lavoratrici ed i lavoratori con scelte arbitrarie.
Restiamo in attesa di riscontri e Vi esortiamo, infine, ad intervenire affinché sia evitata
ogni tipo di ricaduta occupazionale negativa derivante da queste problematiche.
Cordiali saluti, buon lavoro

16 luglio 2018

FP CGIL                                CISL FP                                  UIL FPL
Serena Sorrentino         Maurizio Petriccioli          Michelangelo Librandi

 

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