Mibac: comunicato su sentenza che riconosce lavori insalubri e lettera al Segretario Generale

04 Dicembre 2018

ARRIVATA LA SENTENZA DELLA CORTE DEI CONTI SUI LAVORI INSALUBRI:
L’AMMINISTRAZIONE SENZA ALIBI E GRANDE VITTORIA DELLA CGIL.

e’ proprio di ieri mattina la notizia dell’attesa conclusione dell’iter giudiziario davanti alla Corte dei Conti relativo al riconoscimento dei benefici previdenziali, per alcune categorie di lavoratori, derivanti dall’esposizione alle sostanze insalubri. Una notizia che ci riempie di gioia: sono 7 anni che portiamo avanti questa vertenza, dovuta ad un incomprensibile atteggiamento dell’amministrazione, che prima ha negato il diritto a tutti i lavoratori non in possesso della qualifica operaia, in seguito ha prodotto comportamenti contraddittori , con una applicazione disomogenea sul territorio, infine ha preferito attendere l’esito della vertenza giudiziale davanti ai giudici producendo istanza di appello, a tempo scaduto, avverso la sentenza di primo grado.
Vale la pena di sottolineare che la sentenza di appello rigetta il ricorso dell’Amministrazione perché presentato oltre i termini di legge: ovvero abbiamo atteso una sentenza prevedibile, perdendo tempo inutilmente senza considerare che il merito riguardava la necessità di tutela della salute dei propri lavoratori. Non ci pare che in questa vicenda si possa parlare di comportamenti coerenti e responsabili.
Ebbene: la partita è stata vinta definitivamente e l’Amministrazione ci ha sempre detto che avrebbe atteso la sentenza di appello prima di emanare una Circolare che riconosca il beneficio a tutti i lavoratori interessati, ovvero restauratori, fotografi e operatori subacquei.
Adesso non ci sono più alibi, anche alla luce degli impegni assunti direttamente dal Segretario Generale nel corso dell’ultimo incontro. Invieremo allo stesso Segretario Generale copia della sentenza e l’invito a procedere velocemente: troppe istanze sono ferme negli Uffici periferici e vanno sbloccate immediatamente.
La conclusione di questa vicenda assume anche ulteriori risvolti dal grande significato politico
e pone una esigenza ineludibile:
il dato politico è che si rovescia una visione antica e già superata dalla normativa in materia di sicurezza sul lavoro. In sostanza non è l’appartenenza a questa o quella qualifica professionale a determinare il diritto al riconoscimento previdenziale, ma lo stesso deriva dalla concreta condizione di lavoro e quindi dal grado e dalla periodicità di esposizione alle sostanze riconosciute insalubri. Un principio che adesso si può estendere a tutte le categorie dei lavoratori interessati e può diventare elemento rivendicativo generale ad esempio per la categoria dei restauratori, ma anche di tutti coloro che nel corso della propria vita lavorativa vengono a contatto con le sostanze che la norma definisce insalubri.
La norma: siamo in presenza di una obsolescenza normativa in materia che non è più giustificabile:
le sostanze insalubri sono ancora quelle contenute in un decreto luogotenenziale del 1919, con solo un aggiornamento intervenuto nel lontano 1975, con il DPR 146/75.
E le modalità rivendicative sono ancora riferibili al possesso del libretto di rischio, come è noto abolito da circa 20 anni. Quindi la materia necessita di una revisione giuridica sia dal punto di vista della identificazione delle sostanze insalubri che nelle prassi di riconoscimento del beneficio.
Per quanto riguarda le istanze di riconoscimento, per coloro che non l’avessero ancora avanzata, ribadiamo che deve essere concretamente dimostrata l’esposizione alle sostanze insalubri e che il mancato reperimento del libretto di rischio può essere sostituito a nostro avviso anche con altra documentazione utile, comprese le dichiarazioni dei dirigenti.
Per i periodi successivi all’abolizione del libretto di rischio si deve fare riferimento alla cartella di rischio individuale , avendo cura di verificare che l’esposizione alle sostanze insalubri venga adeguatamente inserita in detta cartella da parte del medico competente. In ogni caso restiamo a disposizione per ogni ulteriore chiarimento e per ogni supporto.
Intanto registriamo la nostra legittima soddisfazione: ringraziamo il compagno avvocato Montaldo che ha seguito con passione e competenza questa vertenza ed il gruppo di lavoratrici e lavoratori in pensione che si è ”sacrificato” per la causa.

Claudio Meloni
FP CGIL Nazionale

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