INL – Privacy? Sì ma non così

28 Gennaio 2019

PRIVACY? SÌ, MA NON COSÌ

Da diversi giorni ci stanno giungendo segnalazioni sul fatto che in molti uffici periferici si stia chiedendo ai lavoratori di firmare moduli relativi alla privacy in qualità di “autorizzato al trattamento dei dati personali”.
All’apparenza, uno dei tanti adempimenti burocratici da realizzare se non fosse che, tra i diversi obblighi previsti nel modulo in capo al lavoratore c’è anche il seguente: i dati personali oggetto di trattamento devono essere accessibili solo da parte dei soggetti autorizzati adottando, anche in caso di allontanamento temporaneo dal posto di lavoro, idonee modalità di custodia.
Su quest’ultimo aspetto nutriamo più di un dubbio: forse ci si è dimenticati che esistono ancora uffici in cui non ci sono armadi da poter chiudere a chiave e che non esistono ancora procedure standardizzate per l’accessibilità alle pratiche. In tutto questo, il rischio è di scaricare la responsabilità sull’autorizzato, ossia sul lavoratore.
Problemi simili possono insorgere per i dati informatici: se, ad es., uno studio di consulenza dovesse trasmettere documentazione alla PEC dell’ufficio, in tal caso la medesima documentazione sarebbe teoricamente visionabile da più persone. Sarebbe, pertanto, utile avviare un ragionamento sull’attribuzione di PEC ai lavoratori, in un’ottica di efficienza e risparmio.
Una nota sulla riservatezza la meriterebbe anche il fatto che in alcuni uffici l’utenza è ricevuta senza alcun riguardo per la loro privacy, per carenza di spazi adeguati.
Allora, se non vogliamo trasformare quei moduli in mero adempimento burocratico o, peggio, in una catena di scarico di responsabilità che dal centro arriva in periferia, sarebbe necessario prima di tutto provvedere all’acquisto, in tutti gli uffici, di mobili idonei, dotati di chiave. A tal proposito chiediamo: a che punto siamo con questi acquisti, per cui erano stati stanziati soldi? È stata fatta una ricognizione tramite le IIL? Possiamo sapere qualcosa in merito?
Oltre a questo, considerando che le pratiche sono dell’ufficio, si rende necessario individuare procedure standardizzate e il più possibile omogenee che garantiscano l’ufficio e i lavoratori (ad es., consegna di copia di ciascuna chiave degli armadi al consegnatario, tracciabilità dei passaggi delle pratiche). A completamento di tutto, è importante un intervento formativo sul punto, per far comprendere a tutti la delicatezza della materia trattata.
Pertanto, in attesa della definizione di questi aspetti, non riteniamo sia corretto chiedere ai lavoratori la firma dei suddetti moduli. Ai lavoratori che intendono firmare suggeriamo di aggiungere una nota con cui declinano la propria responsabilità, laddove l’ufficio non li abbia messi preventivamente in grado di custodire le pratiche ad essi assegnate in luogo idoneo e con modalità idonee.

Il Coordinatore nazionale FP CGIL INL
Matteo Ariano

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