MIT: comunicato assunzioni subito

04 Aprile 2019

Ministero delle Infrastrutture e Trasporti –
Siamo al collasso… indispensabili #assunzioni subito

I dati sono impietosi: rispetto alla dotazione organica, siamo sotto di 488 unità di personale; se, invece,
prendiamo a riferimento il numero di lavoratori in servizio, raffrontando il dato di oggi con quello del
2013, siamo a – 696 lavoratori. Uno dei più importanti Ministeri, il Mit, nato per garantire sicurezza ai
cittadini in termini di infrastrutture e trasporti, rischia di collassare per la forte riduzione del personale
che è avvenuta negli anni, a seguito di politiche che hanno perseguito il solo fine di fare cassa,
attraverso il blocco del turn over.
Nei Provveditorati, uffici periferici che si occupano di opere pubbliche, edifici demaniali e opere stradali,
abusivismo edilizio, interventi a seguito di eventi sismici, stanno venendo a mancare figure cardine
quali gli ingegneri e, in genere, i tecnici laureati; competenze assolutamente indispensabili per garantire
la continuità dell’attività istituzionale delle stesse strutture. Per fare degli esempi, nell’arco temporale
2008/2018, a Bologna da 17 ingegneri si è passati a 12, a Campobasso da 4 a 2, a Potenza da 10 a 3.
Nelle Motorizzazioni che hanno a che fare con omologazione dei veicoli, revisioni, immatricolazioni
degli stessi e rilascio patenti, il personale è talmente ridotto da non poter assicurare nemmeno le
normali attività a servizio degli utenti. Anche in questo caso, i numeri parlano chiaro: a Vicenza solo 36
lavoratori su 70 addetti previsti in organico, a Brescia, 34 su 70; a Cuneo nel 2013 erano presenti 45
dipendenti, nel 2019, 37; ad Alessandria, nel 2013 si avevano 41 presenze, oggi ridotte a 30; a Bari, 43
addetti a fronte di 56 in servizio nel 2016 e di 80 che assicuravano la loro presenza negli anni novanta,
con l’aggravante di perdere fra l’altro, funzionari particolarmente esperti, per cui, a breve, si avrà
l’azzeramento delle risorse professionali afferenti l’intera Area trasporto merci e persone.
Talmente grave la situazione alle Motorizzazioni, che la stessa Amministrazione ha dovuto emanare
circolari per ampliare il numero di funzionari messi in grado di svolgere le funzioni di esaminatore per il
conseguimento delle abilitazioni alla guida.
Non va meglio nelle Capitanerie di Porto: anche qui, a fronte di compiti istituzionali rilevanti quali il
rilascio di patenti nautiche, l’iscrizione e la gestione delle imbarcazioni da diporto, l’iscrizione dei
marittimi nei registri della gente di mare, il depauperamento di risorse umane ha superato ogni livello di
guardia tanto che potremmo parlare, ormai, di ruolo ad esaurimento Nelle Capitaneria di Porto di
Genova, solo 12 lavoratori sui 20 previsti in organico, a Napoli, 23 su 51, a Trapani, 9 su 17, fino ad
arrivare al caso emblematico di Livorno dove è presente un solo lavoratore sui 5 previsti.
Conseguenza di tutto ciò è che, man mano che i dipendenti diminuiscono, quelli che restano, vedono
aumentare la mole di lavoro dovendosi far carico anche della quota di coloro che sono andati via.
Questa gravissima carenza di personale in cui versano già oggi gli Uffici, è destinata ad acuirsi a
seguito dell’introduzione di quota cento e dei pensionamenti che ne deriveranno.
Di fronte a tutto questo, il Governo, invece di avviare un piano straordinario di assunzioni si preoccupa
di emanare norme che individuano i lavoratori e le lavoratrici come pregiudizialmente fannulloni o,
attraverso propri esponenti, li vedono come potenziali corrotti da colpire: si spiegano così l’articolo 2 del
ddl Concretezza, che prevede la sostituzione del cartellino dei dipendenti pubblici con sistemi di verifica
biometrica dell’identità oppure l’ esternazione resa dal Ministro Toninelli ad Omnibus su La7, circa gli
agenti provocatori sotto copertura che dovrebbero stanare gli impiegati infedeli.
Noi, testardamente, cocciutamente, rivendichiamo #assunzioni subito per garantire il proseguimento
delle attività istituzionali degli Uffici attraverso l’inserimento di nuovi assunti prima che il collasso
divenga irreversibile e si certifichi la fine della missione pubblica che, a parole, nessuno vuole, ma che,
nei fatti, si sta perseguendo come obiettivo strategico.

Paolo Camardella
Coordinatore Nazionale Mit

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