Giustizia: Nota di apprfondimento situazione vertenza tirocinanti

28 Giugno 2019

Il punto sulla vertenza tirocinanti

In queste giornate convulse riteniamo sia utile fare il punto anche sulla vertenza delicata che riguarda
i lavoratori precari cosiddetti tirocinanti.
Il piano dei fabbisogni che ci è stato presentato ha confermato l’aggiunta delle 300 assunzioni definite
nel basket del pacchetto per il 2019 e pertanto il primo dato certo è che il bando conterrà 600
assunzioni dall’esterno nel profilo di operatore giudiziario.
L’altro dato a cui diamo una certa attendibilità è la data annunciata per l’emanazione del bando,
ovvero il mese di settembre di quest’anno, anche se ci pare doveroso sempre sottolineare come le
tempistiche burocratiche sono di per sé assoggettate a variabilità.
Il terzo dato a cui attribuiamo ragionevole certezza è che i criteri definiti dalla legge che determinano
il punteggio aggiuntivo saranno spendibili già in sede di selezione con i Centri per l’Impiego.
Questi sono gli elementi informativi acquisiti nella giornata di ieri, che contribuiscono a schiarire lo
scenario solo in parte, ferma restando la necessità di un incontro specifico con l’Amministrazione,
nel suo versante politico, che consenta di comprendere meglio i meccanismi di attribuzione del
punteggio aggiuntivo già in sede di prima selezione dei Centri per l’Impiego ai lavoratori interessati
e definiti come platea dalla legge.
Accanto a questo restano essenzialmente due variabili molto importanti sui quali non abbiamo avuto
ancora riscontro dall’Amministrazione:
Il primo è la ripartizione sul territorio dei posti messi a bando, ovvero quali criteri seguiranno nella
distribuzione dei posti e se la selezione verrà avviata su base regionale o distrettuale;
Il secondo è la previsione di un numero pari di idonei da mantenere in una graduatoria integrata,
secondo le previsioni della legge, in modo da consentire lo scorrimento della stessa, al determinarsi
delle condizioni che lo permettano, ovvero in rapporto all’evoluzione del trend delle uscite di pensionamento
che, nel piano dei fabbisogni presentato, non tiene conto del fattore quota 100, limitandosi
a quantificare il numero delle uscite solo sulla base di quelle certe per raggiungimento limiti di
età e/o di contribuzione. Trend che potrebbe più che raddoppiare il numero di uscite complessive
entro il 2021.
Sono due questioni essenziali sulle quali ancora non abbiamo certezze e per le quali occorre al più
presto avere un chiarimento specifico.
Questa è pertanto la situazione attuale: registriamo un passo in avanti ma ancora la vertenza, anche
in rapporto ai numeri dati ed alla composizione del bacino che conta un numero di molto maggiore
a quello inserito nel piano occupazionale, è ben lungi dalla sua conclusione.
Pertanto occorre proseguire con impegno ed attenzione: è del tutto evidente che questo processo
si intreccia con le dinamiche vertenziali che riguardano i lavoratori interni, ed in particolare gli ausiliari
presenti nei ruoli del Ministero. Non certo nel senso della guerra tra poveri che ogni tanto si
percepisce e che qualcuno strumentalmente attizza, ma in ragione delle opportunità che invece
questo determina in relazione al fatto che, in assenza di un piano di revisione degli organici profes-
sionali, maggiore è la quantità di assunzioni dall’esterno e maggiore è l’opportunità di passaggi di
area interni, così come prevede l’attuale normativa.
A questo panorama dobbiamo aggiungere due scenari che possono determinare ulteriori opportunità
occupazionali:
Il primo è quello derivante dalla prevista assunzione, sempre tramite centri per l’impiego, di 100
autisti, procedura nella quale sarà possibile utilizzare il punteggio aggiuntivo, e il secondo è quello
dato dalla previsione dell’assunzione a tempo determinato per due anni di figure professionali di
area prima e seconda (200 in area prima e 600 in area seconda) contenuta nel decreto sicurezza
bis. Sulla assunzione degli autisti va verificato l’impatto che può avere la determinazione del peso
dei criteri numerici a beneficio dei lavoratori tirocinanti, mentre lo scenario aperto dal decreto sicurezza
bis ancora resta indefinito, nel senso che a nostro avviso in sede di conversione dovrebbe
avere sostanziali modifiche sia in relazione alla durata dei tempi determinati, che dovrebbe essere
portata a tre anni in modo da consentire la successiva stabilizzazione, che rispetto alla platea professionale individuata, considerato che la selezione tramite centri per l’impiego riguarderà solo il
personale reclutato in area prima, mentre la figura professionale prevista in area seconda potrà essere
reclutata solo tramite una procedura concorsuale vera e propria o tramite lo scorrimento di
graduatorie in essere, ovvero la graduatoria degli assistenti, ammesso che gli idonei in quella graduatoria
accettino di essere reclutati a tempo determinato. L’unico aspetto che riteniamo interessante
è l’inserimento dei criteri preferenziali previsti dalla legge, ma le soluzioni proposte devono
dare tutte prospettive di stabilità occupazionale e non fermarsi a due anni di tempo determinato.
Quindi anche in questo caso siamo in presenza di una procedura che dovrà essere chiarita nei
suoi aspetti applicativi e possibilmente migliorata in sede di conversione in legge del decreto.
Adesso servono queste ulteriori risposte: non sono sufficienti gli attuali numeri in rapporto alla platea
dei potenziali interessati e da questo punto di vista valuteremo gli aggiornamenti del piano dei
fabbisogni, alla luce dell’andamento delle uscite per quota 100 e in quell’ambito chiederemo un incremento dei numeri e delle opportunità.

Claudio Meloni
FP CGIL NAZIONALE

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