Giustizia: lettera aperta su bando emanato per operatori

10 Ottobre 2019

Roma, 10 ottobre 2019

Al Ministero della Giustizia
Sig. Ministro
On.le Alfonso Bonafede

Sig. Sottosegretario
On.le Vittorio Ferraresi

Sig. Capo di Gabinetto
Fulvio Baldi

Sig. Capo Dipartimento DOG
Dr.ssa Barbara Fabbrini

Sig. Direttore Generale del Personale
Dr. Alessandro Leopizzi

Loro Sedi

Oggetto: Bando per 616 operatori giudiziari – Gazzetta Ufficiale n. 80 del 8/10/2019

La scrivente O.S. prende atto, con sconcerto e dispiacere, dell’emanazione del bando di cui all’oggetto
senza che al riguardo vi sia stata formale informazione preventiva alle OO.SS., malgrado la stessa sia stata richiesta esplicitamente dalla FP CGIL, da ultimo con nota del 17 settembre u.s., indirizzata alle SS.LL., con la quale si chiedeva la visione preliminare del bando al fine di produrre eventuali osservazioni, nello spirito costruttivo volto alla risoluzione di problematiche che potevano emergere dalla sua lettura.
Spiace constatare che nulla di questo è avvenuto: la FP CGIL, come pure le altre OO.SS. rappresentative
del Ministero, è stata tenuta letteralmente all’oscuro delle decisioni prese e, ancora una volta, si è registrata la singolare prassi che vige nel Ministero della Giustizia, secondo la quale le relazioni sindacali su questa vicenda si sono svolti, da parte della direzione politica, con soggetti diversi da quelli legittimati dalla legge come formali rappresentati dei lavoratori. È appena il caso di aggiungere che, sulla tematica in oggetto, è stato disdetto un incontro concordato dalla scrivente O.S. con il Sottosegretario Ferraresi con la motivazione della mancata assegnazione delle deleghe di competenza. Al riguardo si sottolinea che le più volte assunte responsabilità politiche, tramite annunci ingiustificatamente trionfalistici sui social, su una vicenda triste e dolorosa come quella che riguarda i lavoratori tirocinanti non hanno bisogno di passaggi burocratici per potersi esercitare. Anche questo è un evidente segnale tramite il quale ci si è voluti sottrarre da un confronto costruttivo con le parti sociali, ed il risultato conseguente è un bando i cui contenuti non sono affatto rassicuranti per i lavoratori coinvolti.
Nelle nostre reiterate note di richieste di chiarimenti si erano puntigliosamente elencati i punti necessari di approfondimento specifico, in particolare i criteri di ripartizione territoriale dei posti messi a concorso, la quantificazione dell’incidenza del punteggio aggiuntivo attribuibile alle due fattispecie considerate dalla legge, la possibile previsione di mantenimento di una graduatoria di idonei all’esito della selezione, gli ambiti territoriali presi a riferimento.
Dalla lettura del bando emerge l’assenza di territori significativi ove si registra la presenza di bacini di
tirocinanti, una incidenza del punteggio aggiuntivo a nostro avviso molto scarsa per i tirocinanti ex UDP e addirittura irrilevante per gli ex art.37, la mancata previsione di idonei da inserire in una graduatoria integrata specifica. Di conseguenza, dal nostro punto di vista, la procedura prevista non garantisce ragionevoli certezze ai concorrenti in possesso dei requisiti, mentre altri tirocinanti, pur in possesso dei requisiti previsti dalla legge, non potranno partecipare in quanto non sono previsti posti messi a bando nella Regione di appartenenza e inoltre non sarà possibile procedere ad ulteriori assunzioni di idonei, pur in presenza di un bacino complessivamente molto più vasto dei numeri messi a concorso.
Tutto questo a nostro avviso appare inaccettabile e ci costringe a chiedere al sig. Ministro di procedere ad una sospensione del bando, avviando un confronto specifico sulle criticità sopra evidenziate. In caso
contrario la FP CGIL valuterà ogni possibile azione di protesta e rivalsa verso il Ministero.
Da ultimo, non si può non ribadire, a fronte della gestione complessiva di questa vicenda, che sono venuti meno gli impegni politici assunti verso questi lavoratori utilizzati per anni nelle strutture del Ministero in condizione di autentico sfruttamento; è mancato in particolare il coraggio politico di definire con un passaggio normativo la finalizzazione specifica dei tirocini all’inserimento lavorativo, preferendo una procedura che già a monte presentava criticità applicative derivante dalla natura del reclutamento ex legge 56/87. Criticità purtroppo aggravate dalla scelta specifica dei criteri adottata per il bando in questione. Per quella che è la nostra visione, nessuno si può sottrarre alle responsabilità quando queste riguardano diritti fondamentali dei cittadini e dei lavoratori: noi non ci sottrarremo certamente e valuteremo, insieme ai lavoratori coinvolti, le dovute risposte.

Distinti saluti

Fp Cgil Nazionale
Claudio Meloni

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