INPS: Unitario – Prima verifica – Correzione di rotta?

10 Luglio 2020

PRIMA VERIFICA: CORREZIONE DI ROTTA?

Finalmente ieri si è riunito il Tavolo nazionale per effettuare quel monitoraggio sull’applicazione dell’Accordo del 3 giugno in materia di misure per il contrasto e il contenimento della diffusione del virus Covid-19 negli ambienti di lavoro nella cosiddetta “Fase 2”, che si sarebbe dovuto effettuare già da tempo.
Importante novità, la presenza – per la prima volta – della Vicepresidente dell’Istituto, On. Gnecchi, che ha confermato – insieme al Presidente e alla Direttrice Generale – la volontà del Consiglio di Amministrazione, di incontrare al più presto i rappresentanti sindacali del personale, come da noi richiesto lo scorso 29 giugno.
Al di là della reportistica effettuata dalla delegazione di parte datoriale sulle iniziative intraprese in tema di dispositivi di sicurezza (acquisti di vari DPI, sanificazioni ambientali, ecc.) con ampie criticità ammesse dagli stessi rappresentanti dell’Amministrazione, e dei dati forniti in ordine al presidio della multicanalità INPS (dati che chiediamo di avere ufficialmente, perché smentirebbero la vulgata di una scarsa cura della relazione con l’utenza nella modalità remota), abbiamo contestato ai nostri interlocutori la palese violazione dell’Accordo del 3 giugno consumata dall’Istituto con la pubblicazione del messaggio Hermes n.2561 del 23 giugno u.s. che ha generalizzato l’apertura indiscriminata degli sportelli in modalità fisica, ipotesi del tutto remota e residuale di attivazione dello sportello nel caso esclusivo di impossibilità tecnica di erogare a distanza le prestazioni istituzionali.
Si tratta di un fatto grave, che segna un vulnus nella rete di reciproca fiducia che deve caratterizzare le buone relazioni sindacali: così purtroppo non è stato e lo abbiamo detto a chiare lettere ai vertici dell’INPS.
Forti delle segnalazioni arrivate durante i quattro giorni di assemblea, abbiamo evidenziato le criticità finora emerse: dalla mancanza di una adeguata ed incisiva campagna di comunicazione alla necessità di adeguare i centralini provinciali alle realtà locali e di ammodernare il sistema informatico rispetto ai problemi tecnici emersi nella prenotazione e nella gestione degli appuntamenti.
Quello che occorre fare, a nostro parere, è recuperare lo spirito che ci ha visti inizialmente concordi nella redazione dell’accordo del 3 giugno, ossia coniugare forme di relazione in remoto con l’utenza valorizzando applicazioni tecnologiche dimostratesi utilissime allo scopo.
In questa direzione si muove ad esempio la sperimentazione che sta per partire a Napoli e a Rovigo – di cui siamo stati informati ieri –, per la creazione di uno sportello di primo livello esclusivamente telematico. Abbiamo sottolineato come un ampliamento di tale
sperimentazione ad altre realtà sarebbe di certo utile ad evidenziare la seria volontà dell’Istituto di perseguire quello che in riunione noi abbiamo definito e immaginato come “L’INPS a casa tua”: non deve essere più necessario che il cittadino si rechi sempre presso le Sedi dell’INPS, ma può essere l’Istituto stesso che, attraverso le tecnologie, offra i suoi servizi al cittadino senza farlo muovere da casa. Il tutto si risolverebbe in un vantaggio per il cittadino evitando rischiose forme di mobilità in un contesto di attuale emergenza sanitaria.
Altro tema che abbiamo posto è stato quello della comunicazione esterna e del rapporto con gli organi di stampa che indirizzano l’opinione pubblica. Abbiamo esortato l’Amministrazione ad evitare pericolose sovraesposizioni mediatiche e al tempo stesso ad essere più incisiva nel rappresentare all’esterno i risultati dell’enorme sforzo fatto in questi mesi dall’INPS grazie al lavoro svolto dai colleghi, ricordando che l’Istituto non può essere il terreno di battaglia tra opposte fazioni politiche o culturali, come purtroppo sta accedendo nelle ultime settimane, ma è patrimonio del Paese al servizio dell’interesse generale.
L’accordo del 3 giugno, alla cui redazione abbiamo dato un contributo con l’apporto determinante delle sedi in termini di prescrizioni tecniche, per noi resta integralmente valido e non abbiamo alcuna intenzione di ritirare la firma, come strumentalmente chiede qualcuno che, pur non avendolo sottoscritto, dichiara la propria disponibilità oggi a firmarlo con emendamenti in corso d’opera!
Quell’accordo è la nostra polizza e rispetto ai suoi contenuti non intendiamo arretrare! La stessa Amministrazione, del resto, ha ammesso che nelle realtà in cui non si è ancora aperto ciò è avvenuto proprio in virtù dell’accordo da noi sottoscritto – nonostante altri continuino ostinatamente ad affermare il contrario, come dischi rotti.
L’incontro di ieri rappresenta, quindi, solo un primo step di un confronto permanente che nel tempo dovrà monitorare il rispetto e l’applicazione delle misure contemplate nel protocollo firmato, anche per poter correggere la rotta intrapresa.
Infine, alla luce dei tanti problemi emersi, abbiamo ribadito la necessità di avviare la contrattazione per la disciplina dello smart-working, non più emergenziale ma a regime, modificando il precedente accordo: su questo abbiamo registrato l’impegno dell’Amministrazione ad aprire il tavolo di negoziazione.
Roma, 10 luglio 2020

FP CGIL
Matteo Ariano
Antonella Trevisani

CISL FP
Paolo Scilinguo

CONFINTESA/FP
Francesco Viola

CONFSAL-UNSA
Piergiuseppe Ciaraldi
Sergio Peppetti

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