Daniele, poliziotto penitenziario, racconta le aggressioni e i suicidi in carcere

21 Ottobre 2020
Daniele è un agente di polizia penitenziaria del carcere di Bologna. Ci ha raccontato che lo scorso anno un suo amico e collega si è tolto la vita. Nonostante aumentino i casi di suicidio e di aggressione, per la polizia penitenziaria ancora oggi non è prevista un’assistenza psicologica.
Ancora oggi, troppo spesso, l’assistenza psicologica è considerata un tabù, nella migliore delle ipotesi un optional irrilevante. Eppure in ambienti come quello del carcere, così duri e complessi, una buona assistenza psicologica può fare la differenza.
“Noi crediamo – spiega la Fp – che a tutto il personale di polizia penitenziaria che lavora negli istituti debba essere garantita un’assistenza psicologica completamente gratuita”.
Per questo, e per rivendicare altri diritti per gli uomini e le donne della polizia penitenziaria, abbiamo lanciato la campagna #StareBeneDentro.
Sei un poliziotto penitenziario? Aiutaci a difendere i tuoi diritti, rispondi alle domande del questionario (che rimarrà assolutamente anonimo).
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