Agenzia delle entrate: Concluso il confronto POER – L’esito non ci soddisfa

04 Marzo 2021

Concluso il confronto POER
L’esito non ci soddisfa

Con il verbale pubblicato il 03 marzo, al termine di un confronto importante con l’Amministrazione, questa ha definito la nuova procedura per la selezione delle POER. A partire dal testo inizialmente proposto e dalle osservazioni di tutte le OOSS l’Amministrazione ha introdotto diverse modifiche fino ad arrivare al testo definitivo. Apprezziamo questa sensibilità, non sempre infatti l’Agenzia ha affrontato il confronto sindacale, soprattutto nel recente passato, con la voglia di fare un percorso condiviso.
Purtroppo, nonostante gli sforzi, i risultati non ci soddisfano.
Fin dal principio abbiamo ritenuto di richiamarci all’esperienza della procedura “Maggiore” come base di partenza, perché tale procedura ha di certo costituito un elemento di novità nel panorama delle procedure selettive interne all’Agenzia, soprattutto sotto gli aspetti della contendibilità e della trasparenza. Pur non essendo stata una procedura perfetta, sia per alcuni elementi intrinseci sia per come sono stati elaborati i contenuti della prova scritta, i colleghi ne avevano positivamente rilevato il carattere di maggiore affidabilità rispetto sia alle procedure del passato sia rispetto a quelle successive. La prova scritta sbarrante, a votazione autonoma rispetto al colloquio era stata percepita come il fulcro di una nuova contendibilità delle posizioni di organizzazione in Agenzia.
Per questo noi avevamo ritenuto che una prova scritta a risposte chiuse, con autonoma valutazione e preponderante nel punteggio rispetto al colloquio, dovesse essere il punto di migliore mediazione tra le esigenze che sia noi che l’Agenzia abbiamo fin dall’inizio condiviso come prioritarie. Queste cinque esigenze sono presto dette: snellezza della procedura selettiva, efficacia della selezione, trasparenza del percorso selettivo, contendibilità ed accessibilità delle posizioni.
L’agenzia ha invece fatto un percorso diverso. Pur riconoscendo una prova scritta distinta dal colloquio anche nella votazione, ha preferito un elaborato basato su un solo caso pratico, valutato con un punteggio che non incide oltre un quarto nella valutazione complessiva che a sua volta è più basata su conoscenze e attitudini manageriali o psicologiche che di competenza tecnica pura. L’intera procedura diventa così assai complessa e straordinariamente discrezionale, tanto che per semplificarla si è dovuto inserire un criterio limitativo all’ingresso basato sull’esperienza professionale nei processi che rappresenta una limitazione ulteriore in termini di accessibilità.
Tutto diventa molto più aleatorio, molto meno trasparente e controllabile, molto meno sindacabile. E deludente.
Riteniamo che questa operazione sia di mera restaurazione di uno stile di selezione che conosciamo bene, visto che lo sperimentiamo dai tempi degli incarichi dirigenziali, un’operazione il cui unico obiettivo concreto era proprio quello di archiviare definitivamente la prima procedura veramente contendibile svolta in Agenzia, quello di archiviare per principio la prova scritta a risposte chiuse.
Abbiamo provato a modificare questo convincimento, senza successo.
Prendiamo quindi atto che la posizione di parte pubblica è orientata al mantenimento di un importante margine di autonomia nell’individuazione dei candidati idonei consolidando questo spazio all’interno del quadro che regola il percorso di selezione.
L’effetto indotto di una procedura selettiva così strutturata determina lo svilimento del contenuto specialistico della POER nell’assunzione temporanea di responsabilità derivante dalle professionalità acquisite e dal loro potenziale di sviluppo.
Nulla ci pare quindi essere cambiato rispetto alla logica degli incarichi dirigenziali fiduciari la cui illegittimità ha dato origine alle POER. Per questo non potevamo concordare con i desiderata dell’Amministrazione, non ci hanno diviso singoli dettagli procedurali o del punteggio, è questa logica generale che rifiutiamo. Si deve poter crescere perché si sviluppano nuove competenze non perché si saldano specifici rapporti personali. Ma evidentemente tale sensibilità non è condivisa. Che qualche altra organizzazione, valorizzando il percorso che comunque è stato fatto anche dall’Amministrazione, abbia maturato un parere meno duro, è sicuramente legittimo e amplia l’area del dibattito.
Spetta come al solito ai lavoratori giudicare nel merito le posizioni di ciascuno, di chi non si siede al tavolo, di chi resta critico, di chi è meno critico, di chi aderisce, tutte posizioni legittime, tutte sindacabili.

03 marzo 2021

FP CGIL Nazionale
Agenzia delle entrate
Daniele Gamberini

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