Vaccino: Fp Cgil Medici, psicologi fondamentali in pandemia, no a svalorizzazione

09 Aprile 2021

“Gli psicologi hanno svolto, e continuano a farlo, un ruolo fondamentale nella pandemia, in ragione di una forte crescita del disagio psicologico che questa genera. Ed è per tali ragioni che le parole le parole del premier Draghi rischiano di generare una contrapposizione tra persone e professioni, svalorizzando il lavoro e la funzione che gli psicologi ricoprono”. Ad affermarlo è la Fp Cgil Medici e Dirigenti Ssn in merito alle parole del presidente del Consiglio, Mario Draghi, specificando che: “Gli psicologi sono operatori sanitari ma non stanno né nelle platee né chiusi all’interno di uno studio, lavorano sia in ambito pubblico che privato: dalla sanità agli enti locali, dal terzo settore, dalla scuola alla giustizia passando per le organizzazioni, poiché la dimensione psicologica è insita in ogni settore produttivo”.

Inoltre, osserva la categoria, “adesso che la pandemia ha stravolto il mondo del lavoro e la vita di ognuno di noi, il disagio psicologico dilaga manifestando picchi di intensità mai conosciuti. Aumentano i comportamenti disadattivi, le psicopatologie nell’infanzia e nell’adolescenza, i ricoveri nei reparti di salute mentale, il malessere psicosociale, le conflittualità famigliari e la violenza”. La Fp Cgil Medici e Dirigenti sanitari ricorda che “é necessario ampliare la dotazione organica dei servizi di salute mentale, nei consultori e nelle cure primarie, per garantire ai cittadini la possibilità di risposta ad un fabbisogno che è cambiato in modo repentino e profondo. Il Covid 19 sviluppa disturbi di natura post traumatica da stress molto gravi che rischiano di minare l’equilibrio psichico a lungo termine.

Per il sindacato, quindi, “occorre investire nella prevenzione e nella promozione della salute e, in prima istanza, nel mondo giovanile. Eppure non si ha traccia di un piano organizzato di assunzioni nel Servizio sanitario nazionale mentre invece si accusano i professionisti. Le responsabilità del ritardo del piano vaccinale sono da ascrivere alla frammentazione organizzativa e alla mancanza dei vaccini, non certo al lavoro degli psicologi che sono da sempre in prima linea nella tutela della salute dei cittadini”, conclude.

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