Ministero Difesa: Nota unitaria a Persociv su circ.re lavoro agile

11 Maggio 2021

Al Direttore della Direzione generale del personale civile
Dr.ssa Gabriella Montemagno

e, p.c.

Al Capo di Gabinetto del Ministro della Difesa
Gen. Mauro D’Ubaldi

Al Segretario generale della Difesa e Direzione
Nazionale degli Armamenti
Gen. Nicolò Falsaperna

Al Capo di Stato Maggiore Difesa
Gen. Enzo Vecciarelli

Al Capo di Stato Maggiore Aeronautica
Gen.Alberto Rosso

Al Capo di Stato Maggiore Esercito
Gen. Pietro Serino

Al Capo di Stato Maggiore Marina
Amm. Giuseppe Cavo Dragone

OGGETTO: Circolare n. M_DGCIV REG2021 0031274 del 10.05.2021 –

In riferimento alla circolare in oggetto, riteniamo incomprensibile la decisione assunta da codesta direzione generale, che tende a disporre il rientro in servizio e in presenza della stragrande maggioranza delle lavoratrici e dei lavoratori civili della Difesa collocate/i in lavoro agile. Un provvedimento adottato proprio nel momento in cui – stando ai dati allarmanti pubblicati oggi sul corso della pandemia, e ai provvedimenti di contrasto al contagio che stanno per essere assunti dal governo – occorrerebbe invece ispirarsi a maggiore cautela nelle determinazioni assunte sul lavoro agile e sul tema della tutela della salute e della sicurezza delle lavoratrici e dei lavoratori civili della Difesa, pure in presenza di un quadro normativo mutato, che in ogni caso lascia ampi spazi di flessibilità e autonomia alle pubbliche amministrazioni.

Una scelta inspiegabile, perché assunta nel pieno dello stato di emergenza sanitaria nazionale e in violazione del “Protocollo di accordo applicativo per la definizione delle misure di prevenzione e la sicurezza dei dipendenti civili del Ministero della Difesa in ordine all’emergenza sanitaria da “Covid-19” e la definizione degli assetti del lavoro agile”, sottoscritto – come certo rammenterà – il 27 novembre dello scorso anno, e tuttora in vigore. In particolare dei punti 19 e 20 dell’accordo, laddove si stabilisce che “le Parti si impegnano a proseguire con un tavolo permanente a monitorare l’efficacia e ad aggiornare il presente accordo, anche in funzione dell’effettivo andamento epidemiologico sul territorio nazionale”, e che “saranno attivate le procedure di confronto con le OO.SS., RSU e RLS per l’attuazione in sede locale dei principi del presente protocollo e l’attuazione delle relative disposizioni organizzative costituendo in ogni UU.OO, Comitati per l’applicazione e la verifica delle regole del protocollo di regolamentazione, con la partecipazione delle OO.SS., delle RSU e degli RLS”.

Altrettanto incomprensibili sono le ragioni che hanno indotto ad ignorare quanto inviato dalle Segreterie Nazionali delle scriventi il 30 aprile u.s. a tutte le Amministrazioni Centrali, compresa Persociv. In tale nota era espressa una richiesta di convocazione ad horas, prima di adottare “provvedimenti che modifichino quanto stabilito fin qui sia con proprie determinazioni sia per effetto di protocolli condivisi con le stesse”.

L’adozione di un provvedimento unilaterale divulgato senza aver convocato le rappresentanze sindacali inciderà fatalmente sul lavoro, sulla salute e la sicurezza delle lavoratrici e dei lavoratori civili dell’A.D., scaricandone il peso, o costituendo alibi, sui responsabili di Ente, che si sentiranno autorizzati a disporre il rientro in servizio di tutto il personale, pur in assenza delle condizioni necessarie a garantire le misure di prevenzione e protezione da contagio, oltre che per l’interruzione del sistema di vaccinazione della Difesa.

Altrettanto discutibile la circolare del 29.04.2021 0028851, con la quale sono state date indicazioni volte a considerare attività di servizio le assenze dovute all’effettuazione del vaccino anti COVID, unicamente per il personale che ha aderito alla campagna vaccinale della Difesa. Tale iniziativa non ha tenuto conto, infatti, che il vaccino ha una valenza di protezione sociale oltre che individuale, che c’è stata una interruzione della campagna vaccinale e che la stessa Difesa non è stata in grado di assicurare a tutti gli aderenti il vaccino più idoneo, soprattutto ai lavoratori fragili.
La violazione degli obblighi che derivano da accordi sottoscritti dall’amministrazione, come nella circostanza, integrano un vulnus alle relazioni sindacali che richiede almeno un rapido chiarimento e, quindi, un’urgente convocazione, in assenza della quale saranno assunte le necessarie iniziative di mobilitazione.

Si resta in attesa di urgente riscontro

FP CGIL                            CISL FP                 UIL PA
Quinti                                  Ferri                       Cilento
De Cesaris                          Volpi

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