Contratti: bene incremento risorse per sicurezza e difesa, ma non basta

20 Luglio 2021
“Avevamo chiesto un incremento delle risorse per il rinnovo del contratto del personale non dirigente del comparto sicurezza e difesa e quindi, dopo un periodo di stallo, accogliamo con favore la notizia che la trattativa riparte con un incremento retributivo a regime che passa dal 3,78% al 4,26%, che per la Polizia Penitenziaria corrisponde ad un incremento medio lordo di circa 129 euro, ma non basta”. Ad annunciarlo è la Fp Cgil al termine della riunione di questa mattina che di fatto sancisce la riapertura delle procedure negoziali per il rinnovo del contratto di lavoro di circa 500.000 donne e uomini in divisa.
“Abbiamo la necessità di ridefinire la parte normativa del contratto, ferma da oltre 10 anni, e di rivedere la parte economicagarantendo adeguati aumenti salariali a coloro che anche durante la pandemia hanno garantito la tenuta del sistema di sicurezza del Paese, mettendo a rischio la propria vita – commenta il sindacato –. Per non dimenticare poi che riteniamo prioritario che questo rinnovo contrattuale arrivi a sancire la possibilità di accesso ai fondi di previdenza complementare anche per il personale di questi comparti, come già avviene per il resto dei lavoratori del pubblico impiego con il fondo Perseo Sirio. Su questo passaggio imprescindibile il Governo deve impegnarsi a reperire ulteriori risorse, partendo dalla prossima legge di bilancio, per garantire l’accesso ai lavoratori dal primo gennaio 2022”.
 
Per quanto riguarda la parte normativa, invece, spiega il sindacato, “dobbiamo rivedere il sistema delle relazioni sindacali, partendo dalla misurazione della rappresentanza e ampliando le libertà, il ricorso a commissioni paritetiche di controllo sull’applicazione delle norme e rafforzando la contrattazione decentrata. Dobbiamo inoltre garantire al personale la possibilità di fruire di maggiori periodi di formazione e aggiornamento, delle caserme, delle ferie solidali e di assistere i familiari in difficoltà. Come abbiamo bisogno di ampliare le tutele per le donne vittime di violenza, per le unioni civili, per la genitorialità e per garantire un’effettiva parità di genere sui posti di lavoro e nelle progressioni in carriera. Sulla parte economica  – prosegue il sindacato – abbiamo necessità di rivedere almeno il sistema indennitario, il trattamento di missione, il buono pasto e soprattutto la retribuzione delle prestazioni di lavoro straordinario, ad oggi retribuita meno di un’ora ordinaria”.
“Il Governo vuole chiudere entro il mese di settembre, non vorremmo che la fretta diventi una cattiva consigliera”, conclude la Fp Cgil.
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