Infanzia: Fp Cgil a senatrice Drago, su nidi affermazioni gravi

23 Novembre 2021

“Un attacco ai diritti del bambino, della donna, del padre e della società. Affermazioni che ignorano e sottovalutano sia il diritto di istruzione dei bambini, sia quello ad aver garantiti servizi per la conciliazione di vita e lavoro”. Così la Fp Cgil commenta le parole pronunciate dalla senatrice di Fratelli d’Italia, Diletta Drago, che durante la commissione parlamentare sull’infanzia ha criticato l’aumento di risorse per gli asili nido, proponendo come alternativa l’estensione del periodo di congedo parentale per la madre, da 6 mesi a 3 anni.

Le affermazioni della senatrice Drago, prosegue il sindacato, “sono in totale contrasto con quanto affermano le più recenti teorie pedagogiche: numerosi professionisti italiani e mondiali hanno dimostrato che inserire un bambino in comunità aumenta le possibilità di sviluppare competenze che utilizzerà per l’intero arco di vita. I primi tre anni di vita il bambino assorbe con più facilità conoscenze e fa esperienza, sarebbe come togliere loro la possibilità di imparare per tre anni”. Inoltre, ricorda la Fp Cgil, “la stessa Unione Europea considera l’ampliamento dell’offerta zero sei una priorità, stanziando fondi a sostegno dell’aumento dell’offerta, come leva socio economica anche in chiave di ripresa post pandemia. L’aumento dell’offerta dei servizi educativi e scolastici al 33% su tutto il territorio nazionale è un obiettivo imposto ad ogni nazione”.

Per queste ragioni, osserva ancora la categoria dei servizi pubblici della Cgil, “interventi come quello della senatrice Drago non servono. Al contrario servono importanti investimenti che permettano di portare il servizio dove manca e garantirlo e rinforzarlo dove già esiste. Serve liberare la spesa che i comuni dedicati a questi servizi, superando i limiti alle assunzioni Servono assunzioni dirette, da parte dei comuni, di almeno 20.000 educatrici per poter raggiungere gli obiettivi di copertura del servizio di asilo nido fissato dall’Unione Europea. Serve riconoscere la crescita professionale del personale dedicato a questi servizi, in primo luogo delle educatrici e degli educatori”, conclude la Fp Cgil.

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