Contratto Sanità Pubblica, il punto sulla trattativa del 12 gennaio

13 Gennaio 2022

Nuovo appuntamento con il rinnovo della Sanità Pubblica, leggi il comunicato unitario

Nuovo appuntamento con la trattativa per il rinnovo del contratto della sanità pubblica. Al centro una proposta di revisione dell’ordinamento professionale e del sistema degli incarichi. Nel comunicato unitario le osservazioni di Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl. A seguire il nostro punto.

La proposta presentata dall’Aran nella riunione di ieri sulle materie relative alla revisione del sistema di classificazione apre, nei fatti, una fase diversa dalla precedente nella trattativa.
A differenza di quanto fatto precedentemente, infatti, quando Aran nell’incontro del 17 di novembre ci ha presentato un testo che, in pratica, ipotizzava solamente una nuova articolazione nel passaggio fra categorie e aree con l’inserimento della nuova area delle elevate qualificazioni, ci troviamo di fronte ora ad una proposta ampia, non completa (il quadro complessivo si avrà solo dopo aver aperto anche il capitolo relativo ad indennità e fondi), ma che da un’idea dell’architettura del nuovo impianto a cui guardano le nostre controparti.

Nel ribadire – a scanso di equivoci – che stiamo parlando della proposta dei datori di lavoro sulla quale si deve ancora sviluppare la trattativa, riepiloghiamo per sommi capi i contenuti del testo di parte datoriale.

La proposta prevede il passaggio dalle attuali quattro categorie (A, B/Bs,C,D/Ds) a cinque aree così articolate:
* Area degli operatori ausiliari in cui confluirebbe il personale attualmente inquadrato in A e B
* Area degli operatori in cui confluirebbe il personale attualmente inquadrato in Bs
* Area degli assistenti in cui confluirebbe il personale attualmente inquadrato in area C
* Area dei professionisti della salute e dei funzionari dedicata al personale al momento inquadrato in D/Ds
* Area del personale di elevata qualificazione, prevista dalle legge 113/21 che – in base a quanto disposto dalla norma – deve nascere vuota, quindi senza riclassificazioni immediatamente operative alla firma del contratto.

La proposta costruisce un rapporto funzionale fra aree e ruoli previsti dalla normativa (sanitario, socio-sanitario, tecnico, amministrativo e professionale), creando in questo modo la possibilità di “fotografare” le diverse famiglie professionali esistenti all’interno del comparto anche con la finalità di attribuire le quantità economiche destinate ad indennità specifiche che le leggi di bilancio 2021 e 2022 hanno stanziato.
Al Capo II è prevista la disciplina delle nuove progressioni economiche all’interno della aree, per la quali si ipotizza, al posto delle attuali fasce, la creazione di “differenziali economici di professionalità” (in numero e con importi che nella proposta non sono al momento indicati) che dovrebbero essere attribuiti secondo criteri che tengono conto della valutazione (requisito obbligatorio per legge) e dell’anzianità di permanenza nella posizione economica in godimento, con un meccanismo che – a parità di valutazione- è volto a favorire chi da più tempo non ha ottenuto differenziali ( fasce nel sistema attuale) o ne ha avuti complessivamente meno.
Dal sistema dei differenziali resterebbe escluso il personale assunto o collocato (in prospettiva) nell’area delle elevate professionalità.
Sempre al Capo II è prevista la norma contrattuale relativa al passaggio fra le diverse aree, che non prevede – nella proposta Aran – la deroga al titolo di studio per l’accesso all’Area superiore.
Anche il Capo III, dedicato al sistema degli incarichi, prevede – nelle intenzioni dell’Aran – diverse novità.
La prima e più rilevante riguarda il fatto che si estenderebbe il sistema degli incarichi a tutte le aree fatta eccezione per quella degli operatori ausiliari (ex cta A e B), con una diversa articolazione in funzione dei diversi ruoli (sanitario, socio sanitario etc etc.).
Gli incarichi diverrebbero di tre tipologie:
* Di posizione (solo per l’area delle elevate professionalità e costituito da una parte fissa e una parte variabile)
* Di funzione organizzativa
* Di funzione professionale
Per quanto riguarda queste ultime due tipologie la proposta prevede una graduazione in incarichi di complessità base, media ed elevata a cui collegare diversi range di valore economico che la proposta Aran non indica al momento.
Il testo poi prevede la regolamentazione relativa ad attribuzione, requisiti per l’accesso etc. etc.
Qui, fra le novità – che nella nostra valutazione hanno ovviamente segno diverso – segnaliamo fra l’altro:
* la previsione che gli incarichi a fronte di valutazione positiva siano rinnovabili ogni cinque anni senza vincolo della messa a bando dopo un massimo di dieci anni
* la richiesta della laurea magistrale per l’accesso agli incarichi di funzione organizzativa, pur se mitigata dai contenuti della “disposizione transitoria”
* la previsione della salvaguardia economica per chi dopo almeno quindici anni di attribuzione di un incarico con valutazione positiva dovesse perderlo a seguito di riorganizzazione
* la scomparsa della possibilità di avere l’assegnazione di un incarico per il personale part-time

Infine, con la revisione dell’Allegato A, si riformulano ed inseriscono alcune figure fra cui il collaboratore tecnico professionale ambientale e se eliminano alcune.

Per quanto riguarda la valutazione che abbiamo effettuato a caldo unitariamente, vi rimandiamo alla lettura della nota unitaria, a cui ci pare utile aggiungere qui qualche sottolineatura, ovviamente non esaustiva.
La proposta non è incompatibile, nella sua architettura, con quanto contenuto nella nostra piattaforma, anzi in alcune parti troviamo assonanze certamente utili al prosieguo del negoziato. Tuttavia, ha al suo interno alcune previsioni sbagliate e non ne contiene altre necessarie.

In particolare:
È a nostro avviso potenzialmente positiva l’articolazione in ruoli, perché se collegata in maniera attenta, oltre che al sistema degli incarichi, alla struttura della retribuzione e al sistema indennitario potrebbe consentire una adeguata riconoscibilità delle diverse realtà professionali esistenti nel comparto.
L’estensione del sistema degli incarichi alla maggioranza della future aree e la loro gradazione su tre livelli di complessità con relativa differenziazione degli importi è coerente, in linea di massima, con le nostre richieste anche se, ovviamente, andranno verificati importi e distribuzione, oltre alla necessità di definire maggiormente l’ambito degli incarichi professionali nell’area dei professionisti per dare sviluppo alla dimensione clinica degli stessi.
Sempre in materia di incarichi, è positiva – come da nostra richiesta – la scomparsa del vincolo della messa a bando dopo al massimo dieci anni e la conferma a seguito di valutazione positiva perché garantisce quella condizione di maggiore stabilità che le lavoratrici e i lavoratori ci hanno segnalato come necessaria, così come è da vedersi con favore – anche se da declinarsi in modo più chiaro – il meccanismo di salvaguardia in caso di perdita di incarico a seguito di riorganizzazione.

La trasformazione delle fasce in “differenziali economici di professionalità” può diventare vicina alle nostre proposte presenti in piattaforma a condizione che i “differenziali” acquisibili nell’arco della vita lavorativa siano in numero e di importo adeguato e si definisca un equilibrio che dia garanzie fra peso dell’esperienza professionale, valutazione (che per quanto previsto dalla legge non è eliminabile) e altri eventuali elementi curricolari da definire in contrattazione integrativa. Sempre a questo proposito, l’ipotesi di costruire una tutela per chi non ha mai avuto fasce o è fermo da molto tempo nella stessa è certamente uno spunto su cui lavorare.
Riteniamo sbagliata la richiesta di inserire, come titolo utile per l’accesso agli incarichi di funzione organizzativa, la laurea magistrale o specialistica perché – pur in presenza della norma transitoria che ne consentirebbe la deroga – escluderebbe tutti i professionisti in possesso della laurea triennale e del master di coordinamento attualmente previsti dalla norma come titoli utili. In questo, per chiarezza, non c’è nessuna ostilità alla valorizzazione dei titoli, che, come peraltro indicato nella stessa proposta dei datori di lavoro, dovrebbero a nostro avviso più correttamente costituire punteggio aggiuntivo.
Parimenti, non può essere considerata esaustiva la possibilità di accesso all’area del personale di elevata qualificazione esclusivamente al personale in possesso di laura magistrale o specialistica.
In materia di passaggio da categorie ad aree troviamo da rivedere la proposta della istituzione di un’area in cui collocare il personale attualmente appartenete al Bs perché, per come attualmente strutturata nella proposta, non in grado di garantire le prospettive di riconoscimento professionale che riteniamo necessarie.
L’assenza, nella parte relativa ai passaggi fra le aree, della possibilità di concorrere anche in presenza del titolo di studio immediatamente inferiore e di una adeguata esperienza è una stortura che va corretta.
Balza all’occhio, negativamente, l’assenza della previsione della figura dell’autista soccorritore.
Si tratterà ora di vedere, nel prosieguo della trattativa il cui prossimo incontro è fissato per giovedì 20 gennaio, quanto si avvicineranno le posizioni, anche a fronte dell’auspicabile presentazione da parte di Aran della parti ancora mancanti relative alle indennità e ai fondi che, per le loro implicazioni, costituiscono un tassello indispensabile per poter formulare un giudizio più compiuto in merito alla possibilità di giungere in tempi rapidi alla conclusione di un contratto che dia, per quello che al contratto attiene, la necessarie risposte alle lavoratrici e ai lavoratori.

Il segretario nazionale
Michele Vannini

 

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