Contratto Sanità Pubblica, il punto sulla trattativa del 20 gennaio

20 Gennaio 2022

Revisione dell’ordinamento professionale e del sistema degli incarichi, questi i temi al centro del confronto oggi per il rinnovo del contratto della Sanità Pubblica. Leggi in basso il nostro resconto e al link il comunicato unitario.


La trattativa di giovedì 20 gennaio con Aran ha costituto l’occasione nella quale, a seguito della presentazione del documento dei datori di lavoro della scorsa settimana, le organizzazioni sindacali hanno potuto restituire al tavolo le proprie valutazioni e proposte.
Si è trattato di una discussione che ha affrontato l’impostazione e i punti principali della proposta dei datori di lavoro, demandando a una fase successiva il compito di definire i dettagli. In pratica l’obiettivo della discussione è stato quello di verificare se l’architettura del documento Aran consentisse o meno, nell’incrocio con le richieste sindacali, di continuare la discussione attraverso modifiche all’impianto presentato o se, viceversa, lo stesso fosse ritenuto da qualcuno inemendabile.
Il primo dato che va segnalato è che tutte le OO.SS. presenti hanno chiesto modifiche, anche significative, ma nessuno ha respinto in toto il documento.
Per quanto ci riguarda, insieme a Cisl e Uil, abbiamo proposto in maniera più dettagliata e approfondita le questioni che avevamo già evidenziato nella nostra precedente nota di sigla e che ritrovate nel resoconto unitario della riunione.
Nel corso del dibattito alcuni sindacati, che hanno fatto interventi congiunti, sono usciti allo scoperto, dichiarandosi contrari alla richiesta della maggioranza del tavolo di aprire – nell’ambito della riclassificazione delle aree – un percorso di progressiva valorizzazione per gli Operatori Socio Sanitari, attraverso gli strumenti attualmente previsti dalla legge.
A parte questo, ci pare di poter sottolineare che, allo stato dell’arte e al di là della propaganda, si stia determinando da parte delle organizzazioni sindacali non confederali una convergenza nei confronti di parte delle proposte che abbiamo prodotto unitariamente e che sono oggetto della nostra elaborazione da tempo.
Se parliamo di incarichi, solo per fare un esempio, aver sentito segretari di quelle OO.SS. chiedere garanzie affinché lo sviluppo dello strumento si muova anche in direzione di riconoscere e valorizzare la dimensione clinica e non solo quella organizzativa ha rappresentato un momento importante perché converge con quello che, come Fp Cgil, abbiamo sostenuto fin dalla redazione della piattaforma di rivendicazioni e richieste per il rinnovo del contratto.
Allo stesso modo, per fare un altro esempio, pare oramai acquisita da tutte le organizzazioni sindacali presenti al tavolo la nostra posizione in merito al rapporto fra aree, incarichi e titoli di studio, cosa che non era data solo se stiamo alla riunione scorsa.
Convivono quindi, nella trattativa, punti di convergenza anche importanti fra tutte le organizzazioni sindacali e posizioni, al contrario, che al momento permangono distanti, spesso di natura apparentemente propagandistica.
Questo è probabilmente dovuto a quanto accade attorno al contratto, alle diverse prese di posizione che caratterizzano una fase così delicata; alcune legittime, altre sul filo del rasoio riguardo ai ruoli rivestiti da ognuno, altre più stonate che paiono alludere a strane e incoerenti cessioni di prerogative.
Per quanto riguarda la Fp Cgil bisogna fare in fretta e bene; senza scivolamenti inutili verso derive divisive per chi lavora in sanità. Lavoratrici e lavoratori che di tutto hanno bisogno, ora e in prospettiva, tranne che di vedere partire una dinamica che alza steccati fra i ruoli o che il contratto resti prigioniero di sterili sventolamenti di bandierine identitarie che non spostano una virgola nella pesantissima condizione quotidiana che devono affrontare le lavoratrici e i lavoratori.
Il contratto deve riconoscere tutti trovando per diverse professioni e aree di lavoro strumenti dedicati di valorizzazione.
Questo sarà molto più probabile se, come noi auspichiamo, la attuali convergenze fra le sigle sindacali dovessero crescere, compattando ulteriormente il fronte e identificando correttamente dove sono le controparti, che, anche se pare superfluo ricordarlo, siedono dal lato dei datori di lavoro.
Unire, e non dividere, da sempre rende più forte chi lavora.
Come, non casualmente, ha sottolineato il presidente dell’Aran a fine seduta, quando ha affermato che la convergenza che si è manifestata da parte di tutte le OO.SS. su alcuni punti renderà più difficile per i datori di lavoro non accedere a mediare sulla propria proposta originale.

Il segretario nazionale
Michele Vannini

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